Fondo da 134 milioni per la transizione industriale, via alle domande


A partire dal 17 settembre, le imprese potranno nuovamente richiedere le agevolazioni del “Fondo per il sostegno alla transizione industriale”, previsto dal Pnrr per favorire interventi volti a ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha stabilito che lo sportello sarà aperto dalle ore 12 del 17 settembre fino alle ore 12 del 10 dicembre 2025. Le richieste dovranno essere inviate esclusivamente online tramite la piattaforma di Invitalia.

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Il bando

Il bando è aperto a tutte le imprese manifatturiere (sezione C Ateco) che risultino attive, in regola con gli obblighi contributivi e non in difficoltà al 31 dicembre 2019. Ogni domanda deve riguardare una sola unità produttiva e non può determinare un incremento della capacità produttiva superiore al 20%, salvo motivazioni tecniche.

La dotazione attuale ammonta a 134 milioni di euro, residuo del precedente bando, con la possibilità di incrementare le risorse grazie a fondi aggiuntivi. Sono ammissibili progetti con spese comprese tra 3 e 20 milioni di euro, da avviare dopo la presentazione della domanda e da completare entro 36 mesi, prorogabili di ulteriori 12.

Il 40% delle risorse è riservato a progetti realizzati nelle regioni del Sud Italia quali Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, mentre un ulteriore 50% è destinato alle imprese energivore iscritte all’elenco Csea. Per partecipare è inoltre richiesta la dichiarazione di conformità al decreto del 31 marzo 2025 relativo alla copertura assicurativa contro i rischi catastrofali.

Quali interventi fare

Gli interventi devono mirare a obiettivi quali:

Contabilità

Buste paga

 

  • aumento dell’efficienza energetica;
  • produzione di energia da fonti rinnovabili;
  • cogenerazione;
  • utilizzo di idrogeno rinnovabile per autoconsumo;
  • riduzione del consumo di acqua e materie prime;
  • diminuzione dei rifiuti destinati a discarica.

Sono ammissibili spese per:

  • acquisto di suolo aziendale e relative sistemazioni (fino al 10% dell’investimento);
  • opere murarie funzionali (massimo 40%);
  • impianti e attrezzature nuove;
  • software, brevetti, licenze e know-how.

Il Fondo può inoltre coprire attività formative legate al progetto, incluse le spese per formatori, costi di partecipazione e servizi di consulenza. Restano vincolanti il rispetto del divieto di doppio finanziamento, del principio Dnsh e della normativa ambientale vigente.

Come compilare le domande

Ogni domanda deve essere corredata da una relazione tecnica effettuata da persone qualificate, redatta secondo lo schema predisposto da Invitalia. Il documento può essere firmato da geologi, ingegneri, periti industriali iscritti all’Ordine, esperti in gestione dell’energia certificati Uni Cei 11339, società di servizi energetici certificate Uni Cei 11352, o – se il programma rientra in un sistema di gestione dell’energia certificato Uni Cei En Iso 50001, dal legale rappresentante dell’impresa. La relazione deve descrivere il progetto, specificare gli obiettivi ambientali e quantificare i risultati attesi.

Le domande saranno valutate tramite una procedura a graduatoria, che terrà conto dei risultati ambientali previsti e misurati attraverso indicatori specifici. In caso di parità di punteggio, avrà priorità il progetto che richiede un contributo minore. Invitalia pubblicherà la graduatoria entro 120 giorni dalla chiusura dello sportello, distinguendo tra domande ammissibili e finanziabili, domande ammissibili ma prive di copertura e domande non ammissibili. Ogni impresa può candidare una sola unità produttiva e le richieste ammesse saranno finanziate fino a esaurimento della dotazione.





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