Fibra e 5G, la corsa a ostacoli del Pnrr: “Così il sistema non ce la fa”


[CIT.] “Se tutto resta così com’è, con queste date e queste risorse, il sistema non ce la fa”, avverte Luigi Piergiovanni, presidente di Anie Sit, l’associazione che rappresenta le imprese della filiera infrastrutturale delle tlc. “Il piano doveva durare tre anni, oggi si pretende di concentrarne oltre la metà in uno. È impossibile senza misure straordinarie”.

Di questi ritardi, delle difficoltà che bloccano la transizione digitale del Paese, ma anche delle soluzioni concrete per cambiare passo, si discuterà il prossimo 7 maggio a Roma, durante l’evento organizzato proprio da Anie Sit, “Filiera Tlc e digitalizzazione dell’Italia: criticità e proposte per centrare gli obiettivi del Pnrr”. Un appuntamento cruciale per il settore, che vedrà la partecipazione di istituzioni, imprese e operatori di rete. Tra i nomi in agenda, Infratel, Open Fiber, Fibercop, Eolo, Retelit, insieme ai principali player del comparto radiomobile come Wind Tre, Cellnex, Inwit, Fastweb-Vodafone.

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“Un piano che non ha considerato gli impatti sulla filiera delle imprese”. Piergiovanni non usa mezzi termini per descrivere il clima che si respira nelle aziende coinvolte nella realizzazione delle reti tlc: “Le attività legate al Piano Italia ad 1 Giga e similari hanno generato una necessità di risorse superiore alle 15.000 unità; abbiamo cercato ripetutamente il confronto con l’allora Ministero dell’innovazione tecnologica e transizione digitale per pianificare e cercare misure di tutela per le nostre imprese, ma non siamo stati ascoltati. Alle aziende vengono continuamente richieste risorse, ma troppo spesso le previsioni sono state disattese Le imprese hanno investito in mezzi e persone, ma quando i lavori non partono o sono diluiti nel tempo, i costi ricadono sulle nostre spalle. È insostenibile”.

Le criticità emerse riguardano non solo i permessi e la burocrazia, ma anche la necessità di continuità operativa e la modalità di fatturazione delle opere: “Le imprese e il loro ecosistema hanno un problema di fondo: il nostro lavoro si basa su due grandi direttrici che sono risorse e mezzi; quindi, una volta realizzato l’investimento, non si può più prescindere dall’efficienza operativa e dai relativi flussi finanziari. Non possiamo assumere personale per lasciarlo poi inattivo”. [FINE CIT.]



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