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Pnrr, dazi e imprese: da Villimpenta l’appello per un’Europa unita, più veloce e concreta


Villimpenta – In un’Europa alle prese con tensioni geopolitiche, sfide economiche e una burocrazia spesso paralizzante, la parola d’ordine è una sola: unità. È questo il messaggio emerso con forza dal dibattito “Europa dopo il Pnrr: quali opportunità”, tenutosi ieri sera presso la Sala Polivalente di Villimpenta, davanti a un pubblico numeroso e attento.
A moderare l’incontro è stato il sindaco Daniele Trevenzoli, mentre al tavolo dei relatori si sono alternati l’europarlamentare ed ex presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, il presidente di Apindustria Confimi Mantova Francesco Ferrari, l’assessore alla ricerca, innovazione e cittadinanza europea del Comune di Mantova Adriana Nepote e il presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi.

Bonaccini ha tracciato una linea netta, sottolineando la necessità di un’Europa coesa e determinata, specie di fronte agli attacchi indiretti che arrivano dall’altra sponda dell’Atlantico. “I dazi auspicati da Trump – ha dichiarato – sono un segnale evidente di chi sogna un’Europa debole e divisa. Serve invece una risposta compatta, come ha sottolineato il presidente Mattarella. Pensare che ogni Paese possa agire da solo è illusorio: verrebbe travolto nella competizione globale”. Secondo l’europarlamentare, l’Unione Europea deve evolversi da semplice unione monetaria a un’unione politica vera e propria, superando anche il diritto di veto dei singoli Stati membri, spesso ostacolo alla tempestività decisionale.
Concetti ribaditi anche da Francesco Ferrari, che ha messo l’accento sulla necessità di azioni collettive rapide ed efficaci: “In un momento così delicato come quello attuale, l’Europa deve mostrarsi più unita che mai. Il diritto di veto sta paralizzando l’intero sistema decisionale”. Ma se la governance europea appare in affanno, a pesare maggiormente è ancora la burocrazia, e non solo quella europea, giudicata il vero ostacolo allo sviluppo, Lo ha sottolineato lo stesso Trevenzoli in apertura: “Il 70% del tempo del personale negli Enti è speso a risolvere questioni burocratiche”.
Un problema che si è manifestato in tutta la sua gravità anche nel contesto del Pnrr, come ha evidenziato Ferrari: “Molte piccole imprese non hanno potuto accedere ai fondi disponibili perché sprovviste del personale necessario per affrontare l’iter burocratico previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

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Il tema è condiviso anche da Adriana Nepote, che pur ricordando il successo ottenuto dal Comune di Mantova – con 60 milioni di euro assegnati grazie al Pnrr – ha segnalato un cortocircuito strutturale: “Abbiamo potuto fare investimenti in conto capitale, realizzando scuole, strade, parchi. Ma il Piano non prevede risorse per la spesa corrente, indispensabile per il funzionamento di queste stesse opere. Anzi, negli ultimi anni abbiamo subito tagli pesanti”. Nepote ha inoltre sottolineato l’importanza dei fondi europei diretti, che permettono di sviluppare progetti di rilievo e confrontarsi con realtà simili a livello europeo. “Fondamentale anche l’Erasmus – ha aggiunto – perché consente ai giovani di sentirsi davvero cittadini europei”.
Un’analisi lucida ma anche preoccupata è arrivata pure da Alberto Cortesi, che ha tracciato il quadro di un’agricoltura oppressa da normative sempre più complesse. “La burocrazia ha raggiunto livelli tali da rendere difficile il rispetto delle norme. Gli oneri gestionali sono così elevati che scoraggiano i giovani dal proseguire il mestiere di agricoltore e rendono difficile trovare manodopera qualificata”. Cortesi ha tuttavia riconosciuto gli effetti positivi del Pnrr in ambito agricolo, molto sfruttato dalle imprese, in particolare per quanto riguarda gli investimenti nel settore delle agroenergie. “Progetti come gli impianti di biometano stanno contribuendo in modo significativo all’aumento delle fonti rinnovabili nei nostri territori”.

 





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