“Puntiamo agli investimenti privati. ‘Sicily working’ tra le priorità”


Si apre una nuova settimana a Palazzo dei Normanni. Nella scala delle priorità il primo punto è il Defr, il Documento di economia e finanza regionale per gli anni 2026-2028, approvato a fine giugno dalla giunta regionale guidata da presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, su proposta dell’assessore all’Economia Alessandro Dagnino. Martedì 16, infatti, prenderà il via la discussione generale in aula, mentre la votazione è stata programmata per l’indomani, mercoledì 17 (CLICCA QUI).

Un testo molto vasto, che analizza il tessuto economico e sociale siciliano punto per punto, tra criticità e linee di intervento per il prossimo triennio. Base di partenza sono i dati Svimez e i più recenti di Bankitalia, che hanno certificato una crescita costante della Sicilia. I numeri relativi al Pil ne sono un’ulteriore prova.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Palazzo D’Orleans

Negli ultimi tre anni l’Isola ha avuto una crescita del Pil pari al +3,5%, superiore rispetto al +2,8% del Mezzogiorno e al +2% dell’Italia. Per la Sicilia ed il Mezzogiorno, si legge tra le righe “le previsioni 2025 indicano una crescita del Pil in volume dello 0,5% (0,6% secondo le stime Svimez), in ribasso rispetto a quanto previsto nella NaDefr di novembre 2024 (+ 0,9%) e pressoché allineata a quella riportata, per l’intero paese, nel Documento di Finanza Pubblica (+0,6%). Se vengono confermate le stime sull’andamento del Pil degli ultimi due anni, la crescita cumulata nel quinquennio 2021-2025 della Sicilia risulterebbe pari a +20,2%, ben superiore a quella delle circoscrizioni di riferimento che si fermano a +17,1% per il Mezzogiorno e a +15,8% per l’Italia“. Per quanto riguarda il disavanzo della Regione, è passato dagli oltre 7 miliardi del 2018 ai 900 milioni del 2023, anno in cui si sono recuperati oltre 3,1 miliardi.

In questo clima di ottimismo non vengono però dimenticate le problematiche, ormai croniche, che attanagliano la Sicilia, ma anche e soprattutto quelle che vanno al di là dei confini italiani, come i nuovi dazi americani sulle merci europei imposti dall’amministrazione Trump, che potrebbero coinvolgere le esportazioni siciliane di apparecchiature elettriche, prodotti petroliferi e beni agroalimentari, le tensioni in Medioriente o il dibattito interno all’Unione europea sull’aumento della spesa per la difesa, che potrebbe riflettersi sui conti pubblici nazionali e sulle politiche di coesione.

Ma il Defr non è solo numeri e stila una serie di misure e politiche da adottare nel triennio, ormai alle porte, per rilanciare e rivitalizzare l’economia siciliana. A racchiudere in sintesi i punti chiave è stato l’assessore regionale all’Economia Alessandro Dagnino.

Alessandro Dagnino

L’esponente della giunta Schifani ha spiegato come si tratti di una politica estensiva, di aumento della spesa pubblica e di non delle entrate tributarie. Grazie ad un aumento della spesa pubblica crediamo di poter avere un effetto moltiplicatore della spesa che ci consentirà, attraverso alcune politiche mirate, di realizzare questa performance migliorativa rispetto alla traiettoria di finanza pubblica corrente, quindi quella che si realizzerebbe senza l’intervento del governo. Puntiamo all’aumento del Pil per effetto dell’aumento degli investimenti privati, che vengono stimolati dal governo, dal pubblico, tramite gli investimenti diretti e le risorse che ci procuriamo per effetto delle entrate fiscali“.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Alcune politiche contenute all’interno del documento sono state già realizzate e si collegano al triennio precedente. Ad essere evidente è anche il ruolo sempre più centrale dell’Irfis: “Stiamo cercando di realizzare una crescita del Pil attraverso il potenziamento degli investimenti nel settore privato. Abbiamo già realizzato la task force per l’attrazione e la promozione degli investimenti (CLICCA QUI). Stiamo cercando di consolidare le imprese tramite la misura introdotta nell’Irfis per l’aggregazione, quindi cercare di aggregare le imprese per farle diventare più grandi, dunque maggiormente resistenti e capaci di investire sul mercato. Abbiamo già presentato il disegno di legge, che è in Parlamento, sulla Super Zes, anche quella volta ad aumentare gli investimenti nel settore privato (CLICCA QUI). Abbiamo previsto ed è già legge, che l’Irfis dovrebbe proporre anche come mentore per astrarre le imprese per anche nel settore del private equity. Abbiamo anche approvato la misura per stimolare i consumi di beni durevoli, un intervento lato domanda che però indirettamente incide anche sull’offerta. Quindi potrebbero aumentare i consumi delle famiglie, specie sui beni durevoli, ma aumenterà anche la capacità delle imprese di vendere questi beni durevoli alle famiglie grazie all’incentivo regionale“.

Renato Schifani

Tra le novità spicca certamente la grande accelerazione che il governo regionale è intento a voler realizzare sullo smart working. Il tema è stato rilanciato dal presidente della Regione Renato Schifani nel corso dell’Etna Forum di Ragalna (CLICCA QUI), ma in realtà l’idea non sarebbe affatto in stato embrionale. Dietro, infatti, ci sarebbe già un lavoro e una programmazione che va avanti da mesi. La stiamo investendo per questa manovra quater, per cui siamo lavoro. Non è una cosa che nasce da una dichiarazione sulla stampa – ha spiegato Dagnino – è il frutto di un ragionamento di politica economica che stiamo portando avanti da mesi. Nel dossier, che fu approvato a giugno, c’era già indicata la traccia di queste idee del Governo e adesso le stiamo portando a compimento. La misura intende agevolare le imprese che intendono assumere a tempo indeterminato lavoratori che realizzeranno le forme di lavoro agile. Alcuni lo definiscono anche south working, noi potremmo chiamarlo anche “Sicily working”: incentivare i lavoratori a stare nel loro territorio e lavorare da remoto. Si parla anche di misure per creare smart village nei borghi“.

L’attenzione si sposta così anche sui piccoli centri. La valorizzazione e la riqualificazione di queste aree si rivela a stretto contatto con l’implementazione dello smart working. “Siamo la prima Regione nel Sud Italia e la prima grande Regione italiana ad aver completato recentemente il progetto banda ultra larga – ha aggiunto l’assessore all’Economia – e adesso ne abbiamo anche il cablaggio per la fibra ottica dei borghi che normalmente non ricevono investimenti privati di questa natura perché sono zone che si chiamano ‘fallimento di mercato’, dove la concentrazione urbana non è sufficiente per giustificare gli investimenti privati. Questo viene compensato con la creazione dell’infrastruttura, con sostegno pubblico. Questo avrà la finalità di rivisitare questi borghi che potranno così essere pronti per ricevere i propri lavoratori del digitale e quindi si collega anche alla misura dello smart working“.

Pnrr

Una sezione importante è dedicata al Pnrr: “Abbiamo la spesa, il potenziamento e la realizzazione più completamente possibile della spesa per il Pnrr e dei fondi europei. Il modello che noi utilizziamo – ha dichiarato Dagnino – per calcolare il Pil programmatico è un modello economico denominato Mms, che che consente di quantificare gli effetti moltiplicativi della spesa pubblica, la spesa sia per i fondi europei e sia per i fondi derivanti al Pnrr, soprattutto quando si concentra sui fondi extra-regionali“.

Da quest’ultimo punto di vista però bisognerà lavorare duramente e senza sosta. I dati contenuti anche all’interno del Defr lo evidenziano. Una corsa contro il tempo a meno di un anno dalla data di scadenza. In top tre, tra i capitoli con maggiori risorse, si trovano tre comparti chiavi per il futuro: digitalizzazione, innovazione competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una sostenibilità sostenibile.

Al 6 maggio 2025 sul territorio regionale si contano 22.275 progetti con una dotazione finanziaria pari a 15,66 mld di euro. Di questi 7.460, circa il 33,5%, sono conclusi, mentre 14.215, circa il 66,5%, sono in corso.

Da un’analisi dell’avanzamento fisico si evince che dei 22.275 progetti in essere nel territorio regionale, per 21.795 progetti con indicatori, si rileva che il 33,8% risultano con target ancora da raggiungere, il 9,4% risultano con tutti i target raggiunti, mentre oltra la metà, il 56,8% risultano target definiti ma senza programmazione completata. Dall’avanzamento economico-finanziario di questi si evince come la percentuale di pagamenti a valere su tali finanziamenti si attesti intorno al 27,4% con un importo di 4,3 mld di euro.

Pnrr

Le percentuali non migliorano se, andando nel dettaglio, vengono considerati solo i progetti in cui la Regione è il soggetto attuatore, e dunque direttamente responsabile della realizzazione del singolo progetto, dall’avvio all’attuazione dello stesso, nonché responsabile delle procedure amministrative e contabili e del raggiungimento delle milestone e dei target previsti. In tutto si tratta di 2.588 progetti, per un valore di 1,69 mld di euro. Di questi, 370, circa il 14,3%, sono conclusi, mentre 2.218, circa l’85,7%, sono in corso

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Da un’analisi dell’avanzamento fisico si evince che dei 2.588 progetti in essere nel territorio regionale, per 2.110 progetti con indicatori, si rileva che il 34,5% risultano con target ancora da raggiungere, lo 0,2% risultano con tutti i target raggiunti e il 65,3% risultano target definiti ma senza programmazione completata. Dall’avanzamento economico-finanziario di questi si evince come la percentuale di pagamenti a valere su tali finanziamenti si attesti intorno al 19% con un importo di 318,97 mln di euro.



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