Giustizia, monito dell’Anm: Interventi strutturali o si falliscono gli obiettivi del Pnrr





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“I magistrati continueranno a fare la loro parte, ma senza una presa d’atto chiara e senza interventi strutturali effettivi, il Paese rischia di fallire non solo l’appuntamento del 2026 ma anche, in prospettiva, l’obiettivo di rendere realmente efficiente il servizio giustizia: di ciò non si potrà addossare alcuna responsabilità alla magistratura”. E’ quanto si legge in un documento sul “dl Giustizia Pnrr” approvato a maggioranza dal Comitato direttivo centrale dell’Anm.

“Spetta al legislatore e al Governo dimostrare che l’efficienza della giustizia è davvero una priorità per il Paese e non terreno di propaganda” si sottolinea.

“I magistrati, nella piena consapevolezza dell’importanza di questa sfida, non hanno fatto mancare il proprio contributo: grazie a un impegno straordinario, l’arretrato ultratriennale è stato abbattuto con largo anticipo rispetto alle scadenze PNRR nei termini del 95% nel settore civile e del 25% nel settore penale” spiega l’Anm. “Senza l’impegno quotidiano dei magistrati – sottolinea l’associazione nel documento approvato stamattina – non sarebbe stato possibile raggiungere i risultati straordinari sull’arretrato, ma non si può chiedere all’istituzione giudiziaria di supplire a vuoti che sono innanzitutto di responsabilità politica e ministeriale. Il Pnrr non è mai stato concepito come un insieme di numeri da raggiungere, ma come un’occasione storica per costruire una giustizia più efficiente, moderna e sostenibile. Se oggi si ricorre a strumenti emergenziali è perché quello spirito originario non ha trovato effettivo spazio”. Per l’Associazione nazionale magistrati sono “necessarie scelte strutturali e coraggiose”. Tra queste: coperture degli organici dei magistrati e del personale amministrativo: i magistrati mancanti erano 1.126 nel 2019, oggi le vacanze superano le 1.800 unità, pari a oltre il 17% della pianta organica; la carenza di personale è drammatica e strutturale e si aggira intorno al 40%; razionalizzazione della geografia giudiziaria e revisione delle piante organiche; stabilizzazione dell’ufficio per il processo e dotazioni informatiche efficienti e applicativi funzionali alle esigenze processuali.

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