La just transition è diventata un concetto centrale nel dibattito sulla transizione energetica. Non si tratta solo di ridurre le emissioni di gas serra, ma di farlo in modo equo, inclusivo e sostenibile, garantendo che nessuno venga lasciato indietro. Secondo i dati dell’Iea e dell’Ipcc, per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C, le emissioni devono diminuire in modo drastico e continuativo.
Tuttavia, il ritmo attuale è insufficiente. In Italia, come evidenzia l’Analisi Trimestrale Enea 2024, le emissioni sono calate solo del 2,5% rispetto all’anno precedente, mentre i consumi energetici sono tornati a crescere, soprattutto nei settori civile e dei trasporti.
Comprendere la “just transition”: definizione e obiettivi chiave
In questo scenario, la just transition si configura come una risposta sistemica e multilivello. È un processo che deve garantire accesso universale all’energia, tutela ambientale, sviluppo economico e sociale, e rispetto dei diritti umani. Per le imprese, significa assumersi la responsabilità di contribuire attivamente alla trasformazione, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche sociale e territoriale.
Le responsabilità delle imprese nella transizione energetica
Le imprese energetiche sono chiamate a un ruolo strategico. Devono ridurre le proprie emissioni, ma anche favorire l’inclusione, tutelare le comunità locali, promuovere l’innovazione e creare valore condiviso. Come sottolinea Guido Brusco, Chief Operating Officer di Eni,“ solo con un approccio pragmatico, che fa leva sulla neutralità tecnologica, sull’innovazione e sul dialogo con tutti gli stakeholder, si può realizzare una Just Transition capace di coniugare accesso all’energia, tutela dell’ambiente e sviluppo sociale”.
L’impegno di Eni nella just transition: una visione integrata per la sostenibilità
A partire da questa visione, Eni ha strutturato il proprio impegno in modo organico e misurabile. Il report volontario Eni for 2024 rappresenta una sintesi concreta del percorso intrapreso, integrando la nuova Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd) e articolando la strategia lungo cinque direttrici: neutralità carbonica, protezione ambientale, valore delle persone, alleanze per lo sviluppo, sostenibilità nella catena del valore. Questo approccio consente di rappresentare in modo coerente e trasparente l’impegno dell’azienda verso una transizione equa e inclusiva.
Strategia Eni per la decarbonizzazione: obiettivi e percorsi
La decarbonizzazione è uno dei pilastri della strategia Eni. L’azienda punta alla neutralità carbonica al 2050, con tappe intermedie: net zero per l’Upstream al 2030, per l’intero gruppo al 2035. Nel 2024, le emissioni nette Scope 1 e 2 sono state ridotte del 55% nell’Upstream e del 37% a livello aziendale rispetto al 2018. Il piano include anche la riduzione delle emissioni di metano, considerate tra le più impattanti sul riscaldamento globale, e l’adozione del Life Cycle Thinking per valutare l’impatto lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti.
L’approccio di Eni alla neutralità tecnologica e al mix energetico
A supporto di questi obiettivi, Eni ha adottato un approccio tecnologicamente neutro, valutando tutte le soluzioni disponibili in base alla maturità, efficacia e capacità di ridurre le emissioni. Il mix energetico include gas naturale, rinnovabili, biocarburanti, Ccus, fusione magnetica. Questo approccio consente di adattare le soluzioni alle specificità geografiche e industriali, garantendo flessibilità e resilienza, e rafforzando la capacità dell’azienda di rispondere alle diverse esigenze dei mercati.
Innovazione tecnologica come motore della decarbonizzazione
La transizione energetica non può prescindere dall’innovazione. Per Eni, la tecnologia è il motore che consente di trasformare le sfide in opportunità. Nel 2024, l’azienda ha investito 178 milioni di euro in ricerca e sviluppo, di cui 145 milioni destinati alla decarbonizzazione. Il portafoglio brevettuale ha superato i 10.000 titoli, con 39 nuove domande di primo deposito nel 2024. L’innovazione è intesa non solo come sviluppo tecnologico, ma come capacità di valorizzare le competenze interne e le collaborazioni esterne.
HPC6 e l’intelligenza artificiale per l’energia
Tra le iniziative più rilevanti, Eni ha avviato HPC6, attualmente il sesto supercomputer al mondo per capacità di calcolo e primo tra quelli ad uso industriale. Il sistema è ospitato nel Green Data Center, tra i più efficienti in Europa. HPC6 supporta la modellazione geologica, la fluidodinamica e l’ottimizzazione dei processi energetici, integrando anche soluzioni di intelligenza artificiale generativa. Questo consente di accelerare la ricerca, migliorare la gestione degli asset e ottimizzare la produzione, contribuendo in modo diretto alla riduzione delle emissioni.
Le bioraffinerie Eni: produrre energia sostenibile
Un altro tassello fondamentale è rappresentato dalle bioraffinerie. I biocarburanti sono una soluzione concreta per la decarbonizzazione del trasporto stradale, marittimo e aereo. Enilive, società del gruppo, è tra i leader globali nella produzione di biocarburanti HVO. Nel 2024 ha raggiunto 1,65 milioni di tonnellate di capacità, con l’obiettivo di superare i 5 milioni entro il 2030. È in corso la riconversione della raffineria di Livorno e lo sviluppo di nuovi impianti in Corea del Sud, Malesia e Italia, a conferma di una strategia industriale orientata alla sostenibilità.
Il modello satellitare di Eni per nuove soluzioni a basso impatto carbonico
A supporto di questa trasformazione, Eni ha sviluppato un modello satellitare che prevede la creazione di società dedicate, capaci di accedere autonomamente al mercato dei capitali. Plenitude e Enilive ne sono esempi: nel 2024 hanno attratto investimenti per oltre 21 miliardi di euro, accelerando la transizione con flessibilità e visione industriale.
Questo modello consente di valorizzare asset e competenze, favorendo la crescita autonoma dei business legati alla transizione.
Il modello di business di Eni: creare valore nella transizione energetica
L’integrazione tra sostenibilità e competitività è il tratto distintivo del modello Eni. L’azienda è presente lungo tutta la catena del valore dell’energia, dall’esplorazione alla vendita, con un approccio basato su tecnologie proprietarie, governance trasparente e gestione integrata dei rischi. La strategia è orientata alla creazione di valore di lungo termine per tutti gli stakeholder, con una forte attenzione alla resilienza e alla capacità di adattamento.
Investimenti strategici e alleanze globali per la crescita sostenibile
In questo scenario, Eni ha rafforzato le alleanze con università, centri di ricerca e partner industriali. La scuola di impresa Joule, il venture capital Eni Next e il venture builder Eniverse sono strumenti per accelerare l’innovazione. Nel 2024, Joule ha supportato 152 startup, con 12 proof of concept e 3 accordi di sviluppo con la R&S. Queste iniziative contribuiscono a costruire un ecosistema imprenditoriale orientato alla sostenibilità, capace di generare soluzioni concrete per la transizione energetica.
Impatto sociale e sviluppo locale: l’approccio di Eni
La just transition non è solo ambientale, ma anche sociale. Eni promuove progetti per l’accesso all’energia, l’educazione, la salute, la diversificazione economica. Nel 2024, oltre 2 milioni di persone sono state raggiunte da iniziative di sviluppo locale. L’azienda collabora con organizzazioni internazionali come Ilo e Ifc per garantire condizioni di lavoro sicure e inclusive, in linea con i principi dell’Agenda 2030.
Progetti internazionali e collaborazioni sul territorio
Eni ha avviato progetti in Costa d’Avorio, Mozambico, Egitto e altri Paesi, in linea con l’approccio “Dual Flag”, che mira a generare benefici concreti per le comunità ospitanti. Le iniziative spaziano dall’accesso all’acqua alla formazione professionale, dalla salute pubblica alla tutela ambientale. La creazione di valore condiviso è al centro della strategia, con un forte impegno alla trasparenza e al dialogo con gli stakeholder. In questo modo, la just transition si traduce in azioni tangibili, capaci di migliorare la qualità della vita e promuovere uno sviluppo inclusivo.
“Abbiamo proseguito il nostro cammino di trasformazione e ottenuto risultati concreti, frutto di un modello industriale che mira a conciliare sostenibilità ambientale, economica e sociale – conclude l’Amministratore Delegato Claudio Descalzi -. Con il contributo delle nostre persone e dei nostri stakeholder, continueremo a generare valore per la società e per le comunità, a trasformare le sfide in opportunità e a tracciare nuove rotte per un’energia più sicura e sostenibile per tutti”.
Articolo realizzato in partnership con Eni
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