Fondi imprenditoria femminile e idee di business: i bandi aperti e i corsi gratuiti con il PNRR


Raccontare l’imprenditoria femminile italiana significa parlare di un patrimonio di eccellenza, know how, esperienza e merito. Un potenziale norme che spesso resta inespresso, a causa delle differenze di genere. L’imprenditoria femminile è una strada spesso in salita, ma oggi meno ripida rispetto al passato. Partitaiva.it ha analizzato i principali fondi per l’imprenditoria femminile e le agevolazioni per le donne che vogliono fare impresa.

Imprenditoria femminile, quali attività può aprire una donna e i requisiti

La definizione delle imprese femminili è stabilita dall’art. 2, comma 1, lettera a) della legge 215/1992 e successive modifiche e integrazioni. Le imprese femminili sono dunque le micro, piccole e medie imprese che possiedono queste caratteristiche:

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Saldo e stralcio

 

  1. possono essere società cooperative o società di persone costituite in misura non inferiore al 60% da donne;
  2. possono essere società di capitali le cui quote di partecipazione spettano in misura non inferiore ai due terzi a donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno due terzi da donne;
  3. possono essere anche imprese individuali gestite da donne. 

Dal commercio al benessere, dall’artigianato al digitale: sono tantissime le attività che può aprire una donna. La scelta, tuttavia, verte quasi sempre sui settori cosiddetti tradizionali perché appare ancora oggi radicata la falsa convinzione che le donne non siano in grado di districarsi in alcuni ambiti, come quelli scientifici o legati all’innovazione.

Il peso degli stereotipi e della gestione dei figli

Secondo uno studio della Camera dei Deputati condotto nel 2023, nel nostro Paese la quota STEM fra le laureate è del 16%, meno della metà degli uomini (34,5%). Una donna su cinque, inoltre, dice addio al lavoro dopo la maternità. Numeri che riflettono a pieno quell’insieme di pregiudizi atavici che penalizzano da sempre le donne, ostacolano la loro carriera e finiscono con lo sminuire persino il loro ruolo all’interno della società, oltre che nel mondo del lavoro. Un paradigma e una narrazione del mondo femminile che le donne, con la loro determinazione ed il loro talento, stanno pian piano ribaltando.

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Finanziamenti e fondi per imprenditoria femminile, 400 mln per le donne con il PNRR

Ingenti risorse economiche pari a 400 milioni di euro. Ecco cosa prevede il PNRR per le donne. Una dotazione importante e un obiettivo ambizioso: innalzare il livello di partecipazione delle donne nel mercato del lavoro e, in particolare, di sostenerne la partecipazione ad attività imprenditoriali. Gli strumenti finanziari messi a disposizione delle donne imprenditrici o aspiranti tali, sono principalmente tre:

  • Fondo impresa femminile, con una dotazione iniziale di 265 milioni a cui si sono aggiunti 33,8 milioni di euro di risorse nazionali;
  • 100 milioni di euro sono serviti per rifinanziare lo strumento già esistente NITO (Nuove Imprese a Tasso Zero) ricalibrandolo esclusivamente sulle imprese femminili. Si tratta di un incentivo erogato da Invitalia, che offre un mix di finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto per sostenere la creazione e lo sviluppo di micro e piccole imprese a prevalente partecipazione femminile. L’obiettivo è sostenere progetti d’investimento in settori come manifatturiero, servizi, commercio e turismo, coprendo fino al 90% delle spese ammissibili per iniziative con spese fino a 3 milioni di euro;
  • 10 milioni di euro sono serviti per rifinanziare Smart&Start, esclusivamente per le imprese femminili. È un altro strumento d’incentivo gestito da Invitalia che ha messo a disposizione finanziamenti agevolati a tasso zero e senza garanzie per sostenere la creazione e la crescita di startup innovative ad alto contenuto tecnologico. Il bando copre spese per beni di investimento, servizi, personale e costi di funzionamento per importi compresi tra 100.000 e 1,5 milioni di euro. 

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StartHER, a Catania le donne che accendono l’impresa

Tra le iniziative previste dal PNRR per le donne c’è anche la creazione di momenti di confronto sul binomio donne e impresa, su innovazione e futuro, sulla capacità dell’empowerment femminile di conciliare successo personale e impatto sul territorio in termini di crescita economica.

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Proprio qualche giorno fa, Catania ha ospitato la tappa conclusiva di un road show nazionale promosso da Netval e da Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, dedicato all’imprenditoria femminile. “StartHER – Donne che accendono l’impresa” ha visto la collaborazione fattiva dell’università di Catania quale luogo privilegiato per creare le condizioni, i presupposti per fare rete e crescere.

Valorizzare l’imprenditoria femminile, in effetti, non è solo una questione sociale. Non significa soltanto cancellare quelle disparità di genere che impediscono alle donne di gareggiare ad armi pari con gli uomini. Partire da una condizione di maggiore equità uomo-donna, potrebbe consentire di trarre vantaggi significativi dall’imprenditoria femminile. Ecco perché è necessario valutare senza pregiudizi il contributo reale che le donne possono dare in termini di ricchezza prodotta e competitività del nostro tessuto produttivo: un aspetto spesso trascurato e che costa al Paese intero punti preziosi di Pil.

“È arrivato il momento di eliminare tutti quegli ostacoli che impediscono alle donne una piena realizzazione personale e professionale”, ha detto Rosario Faraci, docente di Economia e Gestione delle imprese di UniCT aprendo i lavori. Costruire un ponte con il futuro. Come? Ricordandoci che l’elemento di traino della competitività è la produttività. E qui entra in gioco l’apporto che può arrivare dalle donne e che permetterebbe di far fare l’agognato salto di qualità alla nostra economia.

Agevolazioni e fondi per l’impresa femminile

Lo sportello del Fondo impresa femminile è stato chiuso per esaurimento delle risorse. Per Gianluca Fiorillo, responsabile dell’Area beni strumentali e brevetti di Invitalia, si tratta certamente di una buona notizia. “Sono state 2.300 le imprese rosa finanziate grazie alle risorse messe in campo dal PNRR – ha detto durante il suo intervento a StartHER –. Ciò significa che le potenzialità finanziarie esistono. Bisogna lavorare di più su un altro fronte oggi più debole, rappresentato dagli strumenti di consapevolezza”.

Il PNRR volge al termine e gli obiettivi, ha sottolineato Fiorillo, sono stati raggiunti. Ma il sostegno all’imprenditoria femminile ha bisogno di andare oltre il PNRR. Ecco perché Fiorillo si è soffermato in particolare sui più importanti incentivi rimasti attivi, a cominciare da Start&Smart che funziona a sportello e agisce come un vero e proprio co-fondatore istituzionale per le migliori startup innovative del Paese.

Poi c’è ON “Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero” che ad oggi ha visto la partecipazione di 320 imprese. Una misura gestita da Invitalia che supporta la creazione e lo sviluppo di micro e piccole imprese a prevalente partecipazione giovanile o femminile con finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto. 

Reperire i fondi per avviare un’impresa è fondamentale. Lo step successivo è riuscire a sopravvivere alle difficoltà della fase iniziale: non è cosa facile perché significa dare continuità e futuro al proprio progetto, guardare in prospettiva e capire come crescere all’interno del proprio mercato di riferimento. Un segreto c’è. “Coniugare tradizione e innovazione, ecco rende sostenibile un progetto imprenditoriale”, ha detto Elita Schillaci, docente di Economia e Gestione delle imprese di UniCT -. L’Italia, insieme al Giappone, è tra i primi Paesi al mondo per questa straordinaria capacità di guardare al futuro senza dimenticare i valori del passato”.

Un primato, quello italiano, che ci rende orgogliosi ma che non ci fa dimenticare che in casa nostra restano tuttavia da superare tanti altri ostacoli di tipo culturale e con cui le donne si confrontano, loro malgrado, ogni giorno: pregiudizi, stereotipi e la falsa convinzione che non c’è possibilità di conciliare vita familiare e vita professionale.

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Startup femminili: Geen per una sanità senza sprechi

Giulia Marchese, data scientist e fondatrice della start up innovativa Geen ha raccontato al nostro giornale il suo percorso professionale. Geen sviluppa la propria tecnologia grazie a un team al 100% composto da donne. Dallo sviluppo della web app alla data architecture, dai piani finanziari alle strategie di sales e go-to-market, dai copy ai testi del blog: dietro a ogni linea di codice, prototipazione, numero e lettera c’è la valorizzazione del talento femminile. Per una tecnologia fatta da donne per donne e persone non binarie.

“Ci occupiamo di sviluppare un motore di triage conversazionale – spiega Marchese – con cui le persone possono interagire ed essere indirizzate al servizio sanitario, assistenziale o socio-assistenziale più adatto alle loro esigenze con particolare focus sulla medicina di genere”. L’obiettivo è quello di incorporare la prospettiva di genere ai servizi. “Ho fondato la start up insieme con Lucia Vernino, mia cara amica, che si occupa di marketing e comunicazioni. Abbiamo competenze complementari. Dopo un primo anno di prototipazione, siamo riusciti a validare un prodotto che sta per essere utilizzato da un comune italiano. Stiamo negoziando lo stesso prodotto con altre ASL per integrarlo nei loro portali di prenotazione dei servizi e garantire così al sistema sanitario pubblico anche una ottimizzazione delle risorse”, continua.

Cosa permette a un progetto di durare nel tempo? Giulia non ha dubbi: riuscire a trovare potenziali clienti anche se ci si trova in una fase iniziale del progetto imprenditoriale garantisce una certa sostenibilità. “Il nostro prodotto, ad esempio, non è ancora completo, ma già con un minimo prodotto siamo in grado di venderlo e di sostenere la nostra attività”, conclude la startupper.

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Fondi imprenditoria femminile ed empowerment: i corsi gratuiti disponibili per le donne

I finanziamenti per l’imprenditoria femminile sono fondamentali per sostenere tutti quegli investimenti che si rendono necessari soprattutto nella fase di avvio di un’attività. Da soli, tuttavia, non bastano. Sono le competenze l’altra importante “risorsa” a disposizione delle donne imprenditrici. Un patrimonio di conoscenza in grado di dare forza e di garantire continuità e prospettiva ad un progetto di business.

Donne in digitale

Ecco perché, tra le misure previste dal PNRR per le donne vi sono anche percorsi formativi gratuiti. Donne in Digitale, ad esempio, è l’iniziativa partita nel 2024 e che anche quest’anno ha guidato donne che lavorano e fanno impresa verso il consolidamento e l’acquisizione di nuove competenze digitali. Venti ore di lezioni online, durante le quali le iscritte hanno approfondito le strategie per una migliore presenza online, l’organizzazione del lavoro e il project management, la cura dei contenuti anche attraverso l’intelligenza artificiale e l’utilizzo di tecnologie di e-commerce.

Smash or Pass

Partirà a breve Smash or Pass, un webinar promosso dalle Camere di commercio italiane e rivolto agli studenti del triennio della scuola secondaria di secondo grado che si prefigge di sottolineare il legame tra le competenze STEM e l’evoluzione degli strumenti digitali, oltre che sensibilizzare gli studenti su un’esperienza di navigazione e di comunicazione più inclusiva e senza stereotipi. L’iniziativa si svolge nell’ambito del Piano nazionale per la promozione dell’imprenditorialità femminile promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e realizzato da Invitalia, in collaborazione con Unioncamere, a valere su risorse del PNRR.

Hack The Gap

C’è poi Hack The Gap, il programma dedicato a studentesse e future professioniste. È un percorso di empowerment ed educazione imprenditoriale rivolto alle ragazze del Sud tra i 18 e i 35 anni. Organizzato in collaborazione con Isola Catania, Hack The Gap prevede attività di formazione e mentorship per sostenerle nella costruzione della propria autonomia lavorativa, sfidando gli stereotipi di genere e rafforzando l’attitudine imprenditoriale.  Chi intende sviluppare un progetto imprenditoriale può proseguire partecipando al percorso di incubazione di idee d’impresa.

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