Piano di rilancio delle tlc da 629 milioni: basterà contro la crisi?


Nonostante la centralità assunta dall’ecosistema digitale all’interno della nostra società, il settore delle telecomunicazioni, che è il principale fattore abilitante di questa trasformazione, è da alcuni anni in forte difficoltà.

Come certificato dagli ultimi dati diffusi da AgCom, i prezzi del settore telco in Italia si sono contratti del 28,1% negli ultimi 10 anni, un valore più che triplo rispetto a quanto registrato in media in UE (-8,9%). Questa dinamica dei prezzi ha inevitabilmente impattato negativamente sui ricavi degli operatori e, di conseguenza, sulla possibilità di mettere a terra nuovi investimenti per infrastrutture e servizi. In questo contesto si inserisce il nuovo piano da 629 milioni di euro annunciato pochi giorni fa dai ministri Adolfo Urso e Marina Calderone per rilanciare il settore delle telecomunicazioni e favorire la digitalizzazione del Paese.

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Le risorse stanziate nel nuovo piano

Il nuovo piano governativo si configura come un intervento composito, articolandosi in ben nove percorsi distinti, mirato a diversi attori: cittadini, piccole e medie imprese, grandi aziende, pubbliche amministrazioni e territori meno digitalizzati.

Uno degli elementi centrali del piano è l’introduzione di voucher da 200 euro per incentivare l’adozione della fibra ottica da parte dei cittadini. L’obiettivo è favorire la cablatura verticale degli edifici, passo cruciale per garantire connessioni veloci e stabili nelle abitazioni. Tuttavia, secondo i sindacati, il contributo previsto potrebbe non essere sufficiente a coprire i costi effettivi dei lavori necessari, soprattutto nei condomìni più datati o complessi.

Sul fronte delle imprese, il piano ha destinato 150 milioni alle PMI a copertura del 50% degli investimenti dai 2.000 ai 20.000 euro in servizi cloud e cybersecurity. In un’epoca in cui la sicurezza informatica è sempre più strategica, si tratta di una misura importante, pensata per rafforzare la resilienza delle PMI. Parallelamente, le grandi imprese potranno accedere a 201 milioni per progetti di ricerca e sviluppo in settori innovativi come la realtà aumentata, le tecnologie quantistiche e i cavi sottomarini, contribuendo a posizionare l’Italia in un ambito tecnologico di frontiera.

Ulteriori 42,7 milioni sono destinati alla desaturazione della fibra ottica, con nuove installazioni sulle reti pubbliche e il rinnovo dei diritti d’uso di quelle private. Mentre 35 milioni per progetti digitali in 4.300 comuni sotto i 50.000 abitanti, una scelta che punta a colmare il divario tra centro e periferia, urbano e rurale. Altri interventi, con finanziamenti di minore entità includono il potenziamento del sistema SINFI, il catasto nazionale degli impianti e il completamento della digitalizzazione del numero di emergenza 112. Infine, 54 milioni sono destinati al settore del broadcasting.

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Le risorse stanziate dal Governo per le telecomunicazioni
€140 milioni Voucher famiglie da 200 euro (per il cablaggio verticale della fibra ottica)
€150 milioni Voucher PMI da 2.000 a 20.000 euro (copertura del 50% degli investimenti in servizi cloud e cybersecurity)
€201 milioni Alle grandi imprese per progetti di ricerca e sviluppo nei settori delle telecomunicazioni, dei cavi sottomarini, delle tecnologie quantistiche e della realtà aumentata e virtuale
€42,7 milioni Desaturazione della fibra ottica, con nuove installazioni su reti pubbliche e il rinnovo dei diritti d’uso su reti private
€35 milioni Comuni sotto i 50.000 abitanti per la digitalizzazione delle infrastrutture locali
€3 milioni Digitalizzazione del sistema nazionale di emergenza NUE 112
€2 milioni Potenziamento del sistema SINFI
€1,5 milioni Catasto nazionale degli impianti
€54 milioni Broadcasting

Valutazione delle precedenti iniziative in tema voucher e criticità emerse

Questa nuova tornata di voucher segue altre due importanti iniziative che ha intrapreso il legislatore negli ultimi anni: la prima, rivolta alle famiglie con ISEE inferiore a 20.000 euro e consisteva in uno sconto del valore massimo di 500 euro sul canone di abbonamento a servizi di connettività Internet a banda ultralarga in caso di nuove attivazioni di utenze di rete fissa e nella fornitura di un personal computer o tablet, si è conclusa nel 2021; la seconda, rivolta alle imprese, prevedeva possibilità di ottenere un contributo (da un minimo di 300 euro ad un massimo di 2.500 euro) per servizi di connettività a banda ultra larga da 30 Mbit/s ad 1 Gbit/s (e superiori), conclusa il 31 dicembre 2023.

Purtroppo, entrambe le linee d’azione non hanno ottenuto i risultati auspicati dalle istituzioni. Infatti, molti dei fondi a disposizione sono rimasti inutilizzati. In particolare, sui €200 milioni disponibili a livello nazionale per la fase I del Voucher Famiglie, risulta essere stato erogato appena il 51%. Le imprese sono andate leggermente meglio, avendo richiesto il 63,3% (€373,3 milioni) dei fondi a loro destinati (€589,5 milioni).

Una parziale spiegazione al flop delle iniziative va trovata nella scarsa pubblicizzazione che è stata data a tali strumenti, soprattutto sul versante delle famiglie. Questa tesi è certificata da una survey condotta nel 2023 da parte di I-Com, da cui è emerso che il 79% dei consumatori italiani non era a conoscenza della misura, mentre il 30% lo avrebbe sicuramente utilizzato se ne avesse avuto contezza. In questo caso è quindi necessario trovare canali più diretti per arrivare ai potenziali interessati, magari coinvolgendo direttamente gli operatori.

Prospettive future e necessità di una strategia integrata

Il segnale che arriva dal Governo è certamente positivo e rappresenta una presa di coscienza sia delle difficoltà che sta attraversando il settore sia dell’importanza che lo stesso gioca per la competitività nazionale.

I voucher possono essere certamente un buono stimolo per gli utenti e le imprese ad adottare connettività e tecnologie di ultima generazione. Occorre però fare un maggiore sforzo per far sì che queste risorse raggiungano effettivamente gli interessati, questo soprattutto considerando i risultati assolutamente non soddisfacenti raggiunti nelle ultime edizioni.

Un ruolo primario in questo senso potrebbero averlo gli operatori che rappresentano il primo punto di contatto con i destinatari delle agevolazioni. C’è poi da considerare che 200 euro per portare la fibra all’interno degli edifici, vista anche lo stato del patrimonio immobiliare italiano, potrebbero non essere sufficienti.

L’arrivo di ulteriori fondi che diano ossigeno al settore è sicuramente un segnale positivo. Nonostante ciò, la mole delle risorse a disposizione non sembra adeguata a tirarlo fuori dal momento di crisi che attraversa.



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