Il rapporto di banca d’italia riferito al 2024 evidenzia come la sardegna abbia registrato una crescita economica superiore alla media nazionale. L’analisi mette in luce l’aumento del pil, la ripresa dell’occupazione e il ruolo del turismo nell’economia regionale. Tra i dati specifici, anche la diminuzione della disoccupazione e l’incremento dei redditi delle famiglie. Questo quadro economico si accompagna a una certa difficoltà nel settore industriale e a risorse regionali destinate a progetti europei e nazionali.
Crescita economica della sardegna nel 2024 e confronto con l’italia
Nel 2024 il pil della sardegna è salito dello 0,9%, superando la media italiana fissata allo 0,7%. L’aumento riguarda soprattutto alcuni settori chiave della regione, tra cui il turismo, che ha beneficiato di un forte afflusso di visitatori stranieri, cresciuti del 17%. Le presenze turistiche complessive sono aumentate del 9,9%, un dato che conferma il peso di questo comparto per l’economia isolana.
Mentre il turismo cresce, l’industria manufatturiera mostra segni di contrazione sia nella produzione che nel fatturato. Le costruzioni, invece, registrano un andamento diviso: i lavori pubblici spingono in positivo, al contrario dell’edilizia privata che segna un calo. Questi dati riflettono la situazione economica regionale, caratterizzata da una crescita debole ma costante, che supera la media italiana nonostante alcune criticità nei settori tradizionali.
Andamento del mercato del lavoro e disoccupazione in sardegna
Nel corso del 2024 il mercato del lavoro in sardegna ha registrato miglioramenti evidenti. Il tasso di disoccupazione è sceso all’8,3%, quasi due punti percentuali in meno rispetto al 10,1% dell’anno precedente. La partecipazione al lavoro, o tasso di attività, è salita al 63,1%, spinta da un aumento della presenza femminile nell’economia .
Tutti i comparti produttivi hanno aumentato il numero di occupati. Le costruzioni segnano la crescita più pronunciata, con un +17,5%; seguono commercio, alberghi e ristoranti con un +16%. Altri settori, come agricoltura e industria, hanno incrementi più moderati, rispettivamente +8,5% e +6,8%. Il settore dei servizi è cresciuto di poco, solo lo 0,5%.
Disoccupazione per genere e fasce d’età
Dal punto di vista demografico, la disoccupazione è calata soprattutto tra gli uomini, dal 10,2% all’8%, mentre tra le donne è passata dal 9,9% all’8,8%. L’abbassamento del tasso riguarda tutte le fasce d’età, in particolare quella giovanile tra i 15 e 24 anni, con un calo significativo dal 26,7% al 23%.
Aumento degli occupati e variazioni per fasce d’età
Nel 2024 la sardegna ha visto aumentare il numero totale degli occupati del 2,6%, più della media nazionale e del mezzogiorno . L’incremento si verifica sia tra i lavoratori dipendenti che tra gli autonomi, con una crescita più marcata per questi ultimi.
Il tasso di occupazione complessivo è passato dal 56,1% al 57,7%, con un aumento leggermente più alto tra gli uomini rispetto alle donne . Tuttavia tra i giovani si osserva un calo: -0,4% per chi ha tra 15 e 24 anni e -0,3% per la fascia 25-34. Al contrario le persone tra 35 e 44 anni sono cresciute del 3,1%, mentre aumenti più contenuti si vedono nelle fasce 45-54 e 55-64 anni .
Questi dati mostrano un mercato del lavoro dinamico ma con segnali contrastanti a seconda delle fasce d’età, riflettendo una realtà regionale che fatica a trattenere i più giovani.
Reddito disponibile e consumi delle famiglie sarde nel 2024
Il reddito disponibile lordo delle famiglie in sardegna è aumentato nel 2024 del 3,1% a prezzi correnti, mezzo punto percentuale più della media italiana. Anche il reddito reale è cresciuto, registrando un +1,8% contro l’1,2% nazionale. Questa crescita si accompagna a un’inflazione molto bassa, che nella regione si è attestata allo 0,9%, ben più contenuta rispetto all’anno precedente.
Con il potere d’acquisto maggiorato, i consumi delle famiglie sono saliti dello 0,4% in termini reali, allineandosi alla crescita italiana. Gli acquisti si sono concentrati in particolare su beni durevoli e servizi, mentre quelli di beni non durevoli sono diminuiti. La spesa quindi tende a privilegiare prodotti che hanno una durata superiore nel tempo, riflettendo un atteggiamento prudente nella gestione delle risorse familiari.
Indebitamento delle famiglie e strumenti di sostegno sociale
Nel 2024 le famiglie sarde hanno fatto ricorso maggiormente al credito: i prestiti bancari e finanziari sono aumentati del 2%, con una crescita soprattutto nei mutui per la casa. Il credito al consumo è cresciuto ancor più, del 3,5% su base annua.
Sul fronte delle politiche sociali, la sardegna ha registrato 27 mila domande per l’adi, assegno di inclusione, introdotto nel 2024 per famiglie con particolari condizioni di bisogno. La platea dei richiedenti si è ridotta rispetto al reddito di cittadinanza, scendendo di oltre i due quinti.
L’assegno unico universale è stato erogato a 157 mila famiglie, quasi tutte quelle che ne avevano diritto. Restano attivi anche strumenti come il reddito di inclusione sociale , accessibile da 7.600 nuclei familiari con un sostegno economico abbinato a percorsi di inclusione attiva.
Patrimonio e crescita della ricchezza familiare
A fine 2023 la ricchezza netta delle famiglie in sardegna superava i 240 miliardi di euro, con un incremento di 3,6 miliardi rispetto all’anno precedente. Di questa somma, 185,6 miliardi provengono da proprietà immobiliari, soprattutto abitazioni, e 77,8 miliardi da attività finanziarie. Le passività finanziarie ammontano a circa 22,7 miliardi.
Il valore pro capite della ricchezza si attesta a circa 152,9 mila euro. Questo dato è inferiore alla media nazionale di 191,3 mila euro, ma superiore rispetto alla media del mezzogiorno situata a 118,5 mila euro. La crescita in valore nominale è rallentata rispetto all’Italia: +1,5% regionale contro +4,5% nazionale.
Il rallentamento è dovuto a un aumento contenuto delle attività finanziarie, cresciute di soli 1.200 euro pro capite, rispetto ai 6.400 euro medi italiani. Le attività reali, invece, hanno registrato un aumento superiore a 2.000 euro.
Situazione delle imprese sarde e problemi industriali
Negli ultimi quindici anni, le imprese della sardegna hanno registrato una performance inferiore rispetto alla media italiana. L’industria tradizionale ha subito un netto calo, senza che settori come i servizi possano compensare adeguatamente. Questo ha indebolito la crescita del tessuto produttivo regionale.
Un altro fattore critico riguarda gli investimenti in ricerca e sviluppo. La sardegna spende solo lo 0,9% del pil in questo campo, contro l’1,4% della media del paese. Dati istat 2021-22 indicano che solo il 5,4% delle imprese con più di tre dipendenti ha svolto attività di r&s. Il basso impegno in innovazione limita le possibilità di rilancio competitivo per molte imprese regionali.
Fondi europei, nazionali e progetti di coesione territoriale
La sardegna beneficia dei fondi strutturali europei come il fesr e il fse per il periodo 2021-2027, oltre a finanziamenti nazionali tramite il fondo di sviluppo e coesione . I progetti regionali maggiormente finanziati riguardano occupazione, inclusione sociale e istruzione, con un largo impiego di contributi a fondo perduto.
Il pnrr assegna all’isola 4,7 miliardi di euro per interventi pubblici e privati destinati al territorio sardo. Nella distribuzione delle risorse in base alla popolazione residente, la sardegna supera la media italiana, un dato che riflette l’attenzione verso lo sviluppo locale e programmi mirati a rafforzare diversi settori.
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