La crociata di sburocratizzazione normativa inaugurata dalla Commissione europea mette nel mirino anche la tassonomia “green”, il sistema di classificazione degli investimenti sostenibili. L’esecutivo Ue ha adottato delle misure che, se validate da eurodeputati e governi, potrebbero applicarsi già dal 1° gennaio prossimo e «trovano il giusto equilibrio tra la riduzione degli oneri amministrativi eccessivi per le nostre imprese e mantenendo al contempo al centro i nostri obiettivi di lungo termine, come la transizione verso un’economia sostenibile», ha affermato la commissaria con delega ai Servizi finanziari Maria Luís Albuquerque. «Teniamo assieme le nostre ambizioni verdi e le nostre esigenze di competitività», ha aggiunto.
LE ESENZIONI
Più nel dettaglio, le società finanziarie e non finanziarie sono esentate dal dover valutare la conformità delle attività economiche non rilevanti ai fini del loro business. Per le attività non finanziarie ciò significa che devono rappresentare meno del 10% delle entrate totali, delle spese in conto capitale o delle spese operative. Per quelle finanziarie meno del 10% dei prestiti e degli investimenti che finanziano attività economiche specifiche il cui utilizzo dei proventi è noto. «Sarà un vantaggio per le imprese, che consentirà loro di concentrarsi sulla rendicontazione e sul finanziamento delle attività principali», spiegano dalla Commissione in una nota. Per gli istituti di credito viene semplificato il calcolo del “green asset ratio” (il rapporto tra il valore delle attività “green” nel portafoglio e il valore totale delle attività). Le banche potranno, inoltre, omettere di comunicare per due anni informazioni dettagliate sugli indicatori chiave richiesti dalla tassonomia Ue.
Infine, si snelliscono anche le regole ambientali contro l’inquinamento da sostanze chimiche. In linea con il proposito di tagliare la reportistica richiesta dalle norme Ue, Bruxelles valuta che grazie a queste misure si ridurranno del 64% i dati richiesti alle imprese non finanziarie e dell’89% quelli per gli operatori finanziari.
Le modifiche sono state adottate sotto forma di atto delegato, ora trasmesse al Parlamento europeo e al Consiglio Ue: i due co-legislatori dell’Unione avranno quattro mesi, prorogabili di altri due, per opporsi alla riforma.
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