Mps-Mediobanca, via libera all’aumento di capitale per l’Ops


Via libera dal Cda di Banca Monte dei Paschi di Siena all’aumento di capitale in funzione dell’offerta pubblica di scambio su Mediobanca. In esecuzione della delega conferita dall’assemblea straordinaria del 17 aprile 2025, il Consiglio di amministrazione dell’istituto senese ha deliberato l’aumento del capitale sociale a pagamento per complessivi 13.194.910.000 di euro, oltre sovrapprezzo, con emissione di 2.230.000.000 azioni ordinarie.

L’operazione annunciata mesi fa da Monte dei Paschi di Siena aveva preso di sorpresa il mondo finanziario. L’accelerazione sull’offerta pubblica di scambio per acquistare una partecipazione di controllo in Mediobanca, e indiretta in Mediobanca Premier e Compass Banca, è arrivata dopo il nullaosta della Bce, ma a determinate condizioni.

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L’aumento di capitale e i prossimi passi

La delibera dell’aumento del capitale sociale è stata approvata dal Cda presieduto da Nicola Maione al termine di una lunga riunione nella serata di giovedì 26 giugno.

L’offerta pubblica di scambio potrebbe avere inizio tra il 7 e il 14 luglio e potrebbe essere chiusa ad agosto, o essere protratta fino a metà settembre.

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In attesa che vengano stabilite le tempistiche, il prossimo passo prevede l’invio del prospetto informativo alla Consob, che avrà 5 giorni per approvarlo.

Il documento, con i termini della durata dell’Ops, arriverà al board di Mediobanca. Entro 5 giorni di apertura della Borsa il Cda si riunirà per diffondere il comunicato dell’emittente.

Le adesioni all’Ops

In attesa della data di inizio e di fine dell’offerta pubblica di scambio, sono già iniziate a circolare le indiscrezioni su chi potrebbe aderire.

Assodati i conferimenti dei pacchetti di Delfin (19,8%) e del gruppo Caltagirone (9,9%), soci anche di Mps, e delle Casse di previdenza (5%), mentre non è chiaro se gli azionisti orientati ad astenersi all’assemblea di Mediobanca su Banca Generali, come i Benetton (2%), saranno convinti a scambiare le loro azioni con quelle del Monte dei Paschi di Siena.

Dalle voci non commentate e riportate da Il Sole 24 Ore, invece, sembra che Mediolanum, che fa capo alla famiglia Doris e anche alla famiglia Berlusconi, sarebbe intenzionata a vendere la partecipazione in Mediobanca.

L’autorizzazione della Bce

Sulla scalata in Borsa di Mps su Mediobanca era arrivata nelle ultime ore l’autorizzazione del direttivo Bce, che aveva dato il via libera a qualsiasi quota, sia l’asticella del 66,6% posta dall’istituto senese, ma anche al 51% o a una quota più bassa.

Nel dare il via libera all’operazione la Banca centrale europea ha però stabilito delle condizioni, tra le quali la principale è rappresentata dall’invio di un piano di integrazione al termine dell’Ops e, entro sei mesi dall’acquisizione del controllo, di impatti sul capitale, sulla raccolta dei fondi, sui presidi digitali e di cybersecurity, sulle sinergie e i costi di integrazione, sull’avviamento, specificando eventuali modifiche rispetto alle ipotesi iniziali.

Il piano, formulato considerando sia uno scenario di base che uno avverso, dovrà tra i requisiti, contenere anche l’assetto di corporate governance del nuovo gruppo, compresi struttura organizzativa, organi delle controllate, sistema di controllo interno, politiche retributive e aggregazione delle informazioni di rischio.

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Saldo e stralcio

 

In caso Mps decidesse di acquisire una quota minoritaria, alla Bce dovrà essere inviato entro tre mesi un report certificato sul controllo di fatto, o in alternativa un piano strategico per la partecipazione acquisita, chiarendo se si prevede superare la soglia del 50% e con quale impatto patrimoniale.





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