imprese resilienti nonostante le criticità


Un’economia in trasformazione che mostra segni di adattamento e tenuta: è quanto emerge dai dati elaborati dalla Camera di commercio di Pistoia-Prato relativi al primo trimestre del 2025. Le due province archiviano il periodo con un risultato aggregato in lieve crescita (+0,2%) e 56.237 imprese attive, superando sia la media regionale toscana (-0,5%) che quella nazionale (-0,8%).

Segnali incoraggianti, ma con differenze territoriali

Il saldo positivo è frutto di un incremento dello 0,4% a Prato e una stabilità totale a Pistoia (+0,0%), riflesso di trasformazioni settoriali significative. La presidente della Camera di commercio, Dalila Mazzi, sottolinea la “resilienza importante” del territorio, pur ricordando le difficoltà persistenti nel tessile a Prato e nel manifatturiero pistoiese.

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Secondo Mazzi, l’evoluzione imprenditoriale va letta anche nel costante aumento delle società di capitali, che evidenziano un sistema economico più strutturato e solido. A Pistoia la crescita è del +3,6%, a Prato del +3,0%, mentre le società di persone e le ditte individuali continuano a calare.

Liquidazioni in calo, ma più procedure di crisi

Un altro segnale positivo è il netto calo delle procedure di scioglimento rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, si registra un lieve aumento delle nuove procedure di crisi d’impresa e insolvenza, specialmente a Pistoia, dove il tasso supera le medie regionali e nazionali. Sebbene il nuovo Codice della Crisi punti alla continuità aziendale, il fenomeno richiede monitoraggio attento e costante.

Focus su Prato: trainano servizi e agricoltura

Alla fine del primo trimestre, Prato conta 33.206 imprese registrate, di cui 29.258 attive. L’88,1% delle aziende è operativo, mentre il 6,7% risulta inattivo o sospeso, il 3,3% in liquidazione e l’1,9% in procedura concorsuale.

I servizi avanzati alle imprese (+4,0%) e le attività finanziarie e assicurative (+3,8%) guidano la crescita. In risalita anche l’agricoltura (+2,1%), mentre le costruzioni e il turismo mostrano stabilità. Il commercio segna un leggero calo (-0,5%), più accentuato nel dettaglio (-1%).

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Il manifatturiero è in difficoltà (-0,4%), con la crisi del settore tessile che si aggrava (-5,0%). Drammatiche le perdite nella produzione di tessuti (-8,1%) e filati (-5,8%), mentre crescono le confezioni d’abbigliamento (+1,3%) e la meccanica ed elettronica (+1,0%). Il saldo nati-mortalità è negativo: 46 imprese in meno, ma con un tasso di crescita migliore della media nazionale.

Focus su Pistoia: costruzioni e servizi tengono, soffre l’industria

A Pistoia le imprese attive sono 26.979, pari all’87,5% del totale registrato. L’8,2% risulta inattivo o sospeso, il 3,2% in liquidazione e l’1,7% in procedura concorsuale.

I servizi alle imprese (+2,1%), alla persona (+3,5%) e il comparto assistenziale e sanitario (+4,9%) risultano trainanti, così come le costruzioni (+1,6%), spinte da lavori di completamento (+2,2%) e impiantistica (+1,2%).

In controtendenza il manifatturiero (-3,1%), che registra cali marcati nella moda (-4,4%), nella trasformazione alimentare (-4,1%) e nella plastica e chimico-farmaceutico (-6,5%). Male anche il commercio (-2,0%), l’agricoltura (-1,7%) e la ristorazione (-2,5%), compensati da un balzo nelle strutture ricettive (+6,8%).

Il saldo tra iscrizioni e cessazioni segna 96 imprese in meno, con un tasso aggregato di crescita negativo (-1,2%), peggiore delle medie regionali e nazionali.





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