L’Italia ha bisogno da tempo di una riforma fiscale completa, capace di rendere il sistema più equo, semplice e moderno. Una riforma che tocchi tutti gli aspetti della tassazione e risponda alle esigenze di cittadini, imprese e lavoratori.
Il governo guidato da Giorgia Meloni ha avviato un percorso in questa direzione, mettendo mano ad alcuni dei nodi più urgenti del sistema tributario italiano. Non si tratta ancora di una rivoluzione strutturale, ma i primi segnali indicano la volontà politica di cambiare passo.
Obiettivo: un fisco più semplice ed equo
L’ambizione è ampia: ridurre la pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, semplificare gli adempimenti, combattere l’evasione e promuovere una maggiore giustizia sociale. In altre parole, un fisco che premi chi rispetta le regole, sostenga lo sviluppo e non penalizzi le fasce più deboli.
Tra le principali misure già in vigore spicca la revisione dell’IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche. A partire dal 2024, gli scaglioni sono passati da quattro a tre:
Una semplificazione che ha come obiettivo a medio termine l’introduzione di una “flat tax” incrementale per i redditi medio-bassi, già sperimentata in parte per le partite IVA.
Sul fronte delle imprese, è in discussione una riforma dell’IRES, l’imposta sui redditi societari, con l’idea di favorire chi reinveste gli utili in assunzioni o in innovazione.
Fisco digitale e meno burocrazia
Altro fronte caldo è la digitalizzazione. Il governo ha esteso la dichiarazione precompilata anche alle partite IVA (in fase sperimentale), con l’intento di ridurre gli errori e facilitare il rapporto tra cittadini e fisco. Allo stesso tempo, si lavora alla razionalizzazione degli adempimenti fiscali: semplificare moduli, unificare le scadenze, eliminare obblighi ridondanti.
Nuove misure per l’evasione
La lotta all’evasione resta un pilastro, ma l’approccio è sempre più orientato alla prevenzione e alla compliance volontaria, anziché alla sola repressione. Tra le novità, molto contestata, il concordato preventivo biennale per le partite IVA: un meccanismo con cui il contribuente può concordare con il fisco il reddito su cui pagare le tasse per due anni, sulla base di algoritmi trasparenti. Un modo per ridurre il contenzioso e favorire l’emersione.
Una riforma ancora parziale
Tra i temi ancora irrisolti, spicca la mancata riforma del catasto, più volte annunciata ma rinviata per evitare il rischio di un aumento della tassazione sugli immobili. Anche la tassazione ambientale (green tax) e la revisione dei sussidi ambientalmente dannosi sono ancora in stand-by.
Il cantiere della riforma fiscale è aperto, ma il percorso è ancora lungo. Il governo ha gettato le basi per una revisione graduale del sistema, puntando su equità e semplificazione, ma molte sfide restano sul tavolo: ridurre il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, riformare le detrazioni, armonizzare i regimi per autonomi e professionisti, riequilibrare il carico fiscale tra le diverse categorie. In un Paese dove il fisco è spesso vissuto come un ostacolo più che come un servizio, rendere il sistema più giusto e comprensibile è una sfida cruciale per la credibilità dello Stato e per il futuro dell’economia.
Intervento di Alessia Potecchi
Abbiamo bisogno di una Riforma Fiscale complessiva a 360 gradi che interessi tutti i punti del nostro sistema tributario. Da evidenziare che siamo oggi in presenza di una sempre più forte e marcata fuga dall’IRPEF e da una grave difficoltà di riscossione basta pensare al magazzino di cartelle che giacciono e che difficilmente, per svariati motivi, non verranno più recuperate nonostante siano in corso continui provvedimenti di rottamazione. Siamo in presenza di un mancata equità orizzontale e anche verticale e dalla discrepanza tra reddito IRPEF teorico ed effettivo.
Nel nostro sistema tributario l’aliquota media sale fino ad un certo punto e poi decresce e risale poi di nuovo, buona parte della progressività dell’IRPEF è fatta dalle detrazioni piuttosto che dalle aliquote, le detrazioni svolgono un ruolo correttivo della progressività, è una struttura molto particolare che proviene dalla erosione dei redditi imponibili che sfuggono.
La Riforma che è in corso oggi non risolve i problemi e i nodi essenziali del nostro sistema fiscale e accentua ulteriormente i regimi di favore perché a parità di reddito le tasse non sono le stesse e la diversificazione e la frammentazione del sistema del pagamento delle tasse è iniquo e vessatorio, inoltre la spinta verso la Flat Tax stralcia la progressività sancita dalla Costituzione e non spinge all’assunzione del rischio. Anche il campo della fiscalità di impresa soffre del problema della disomogeneità con la presenza di prelievi diversi per forma giuridica con un sistema che è ben lontano dalla neutralità e dalla chiarezza, inoltre la concorrenza fiscale in questo settore abbassa le aliquote legali verso il 25%.
Non si è trovata ancora una soluzione adeguata al riassetto dell’IVA e ad una revisione totale di aliquote e della composizione dei relativi panieri anche perché mancano le risorse e non si svolge una accurata e costruttiva lotta all’evasione, stessa cosa per il superamento dell’IRAP che non ha trovato soluzioni adeguate, sostituirla con una addizionale IRES non è semplice perché si intreccia con il discorso della fiscalità regionale. Gli incentivi per le aziende devono avere un legame chiaro con gli investimenti mentre invece negli ultimi anni sono diventati di carattere più automatico e poi il problema di Industria 5.0 che non è partita e non ha dato ovviamente i risultati.
Occorre riordinare tutta l’attività fiscale per massimizzare il gettito spontaneo, si invoca continuamente la semplificazione ma non la si attua perché mancano comunicazione e competenze in merito, il fisco deve essere diretto, deve interloquire con i contribuenti e non con gli intermediari e il nostro ceto medio ha su di sé una pressione fiscale enorme e non ha una rappresentanza politica dal punto di vista fiscale. Il 50% degli autonomi utilizza il sistema forfettario con un’ evasione pari al 70% del fatturato, pensiamo anche come l’IA oggi ci possa aiutare in questo percorso perché occorre una svolta decisiva e necessaria sul fisco con una riforma radicale, le riforma parziali non sono più efficaci.
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