Trump ha deciso di accettare le richieste europee e in particolare di Ursula von der Leyen, sospendendo i dazi al 50% per l’UE fino al 9 luglio 2025. In precedenza infatti aveva annunciato la volontà di innalzare in modo esponenziale le tasse sull’export europeo in USA, rispetto al 20% stabilito inizialmente.
L’escalation, che si era concretizzata in una vera e propria minaccia del presidente americano di apporre una tassa del tutto svantaggiosa per l’UE, era stata provocata da un andamento critico dei negoziati. Non tutto è perduto però, perché ora la volontà del Presidente è quella di congelare i dazi per un paio di mesi.
Lo slittamento di fatto garantisce tempo in più per raggiungere un accordo, e per scongiurare l’applicazione di imposte esorbitanti (al 50%) per tutti gli stati del continente europeo che commerciano con gli USA. Nel frattempo non sono poche le imprese, anche italiane, che scelgono di potenziare le proprie sedi di produzione in America.
Dazi Trump: stop fino al 9 luglio 2025
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, avrebbe convinto il Presidente Trump a dare più tempo all’Europa, con l’intenzione di portare avanti i colloqui per il raggiungimento di accordi fruttuosi. Lo stop è un sollievo per gli Stati europei (e quindi per tutte le imprese e professionisti che propongono prodotti e servizi all’estero, in particolare negli USA) ma allo stesso tempo Trump ha recepito in modo positivo la volontà europea di procedere al meglio con i negoziati.
Questo però richiede l’intervento tempestivo dell’Europa per trovare accordi vantaggiosi, andando a rimediare al clima di tensione delle ultime settimane. L’annuncio del presidente americano di innalzare ulteriormente i dazi, fino alla percentuale esorbitante del 50%, è arrivato a dire del tycoon a seguito dell’atteggiamento sanzionatorio e le barriere commerciali dell’Europa.
Trump aveva infatti sostenuto che al centro della crisi commerciale americana, che ha portato gli USA ad avere più di 250.000.000 di dollari di deficit all’anno, ci sarebbero le multe UE alle aziende, le barriere commerciali e le manipolazioni sulla moneta, portate avanti dall’UE.
Se in un primo momento però la situazione si era fatta critica, con il congelamento dei dazi fino al 9 luglio 2025 si aprono le porte per un recupero, per cui l’Europa ora ha più tempo per intervenire con il dialogo, in una montagna russa che la vede impegnata ormai da mesi con gli USA.
La risposta delle imprese ai dazi
Nel frattempo moltissime imprese europee, anche italiane, decidono di risolvere la situazione spinosa spostando la propria produzione direttamente negli USA. Primo tra tutti il settore automotive, che ha visto diversi nomi noti potenziare le sedi di produzione in USA proprio per evitare i dazi, prima tra tutti la Toyota.
Stellantis invece aveva deciso di sospendere la produzione in Canada e in Messico, lasciando a casa temporaneamente 900 lavoratori da 5 stabilimenti.
Se da un lato lo slittamento dei dazi potrebbe dare buoni frutti, va segnalato anche che la strategia di Trump ha attirato l’attenzione delle imprese di tutto il mondo. Non resta che vedere cosa accadrà da ora fino al 9 luglio 2025, e quali saranno i prossimi accordi per scongiurare dazi al 50%.
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