Si è svolto questo pomeriggio, nella Sala Quadrivium di Genova, il confronto organizzato dalla Curia tra i candidati a sindaco, moderato dall’addetta stampa della Diocesi Francesca Di Palma. A introdurre i lavori, don Massimiliano Moretti, promotore dell’evento per conto dell’arcidiocesi, che ha ricordato l’appello di papa Francesco, scomparso il 21 aprile, a “disarmare le parole”. Al centro dell’incontro tre domande rivolte a Pietro Piciocchi e Silvia Salis (e ai candidati Mattia Crucioli, Raffaella Gualco e Antonella Marras), selezionate tra le questioni prioritarie emerse nel percorso diocesano di formazione politica.
Disagio giovanile – La prima domanda, formulata dai giovani delle scuole medie e superiori, ha toccato il tema degli spazi di aggregazione. “Il tema degli spazi per i giovani nella nostra città è fondamentale”, ha esordito Pietro Piciocchi, illustrando una serie di progetti già avviati o in programma: villa Rossi a Sestri Ponente, la Casa del Soldato a Sturla, l’ex mercato di corso Sardegna, l’area ex Facchini a Rivarolo e il nuovo foyer del Teatro Nazionale. “Le case dei giovani devono essere luoghi dove esprimere talento e creatività”, ha detto, citando anche i progetti sugli ex Magazzini del Sale e sull’Accademia di recitazione. Ha sottolineato il ruolo degli oratori come agenzie educative, affermando: “Dobbiamo anche interrogarci sulle cause del disagio. La famiglia è distrutta, mancano riferimenti valoriali e spirituali”.
Diversa l’impostazione di Silvia Salis: “L’abbandono scolastico è un’emergenza in controtendenza con la modernità. I giovani hanno bisogno di spazi sociali non mediati dai telefonini”. Ha proposto un patto cittadino che, attraverso i municipi, individui aree da rigenerare insieme ai giovani. “Lo sport, l’ACR e gli scout mi hanno dato esperienze di socialità fondamentali per la mia crescita. Questo oggi manca, e la scuola è spesso lasciata sola”, ha dichiarato. “Noi dobbiamo tornare ad ascoltare i giovani, spesso esclusi dalla politica e dal voto, e considerarli una vera energia rinnovabile”.
Occupazione – Sul secondo tema, il ruolo del Comune nella tutela del lavoro e nello sviluppo di nuove imprese, Piciocchi ha evidenziato i dati della Camera di Commercio: “Nel 2016 gli addetti erano 188.000, oggi 213.000. Il Comune ha assunto oltre 3.500 persone”. Ha invocato una cultura “amica dell’impresa” e la fine delle contrapposizioni tra pubblico e privato. “Genova è un riferimento mondiale per la blue economy, l’industria sta crescendo: Fincantieri ha commesse per dieci anni, Leonardo è solida, Erzelli è il polo dell’intelligenza artificiale”. Ha ricordato anche la Zona Logistica Semplificata come leva di attrazione.
Salis ha sottolineato che “il lavoro è dignità, ed è fondamento della nostra Repubblica”. Ha rimarcato il ruolo del Comune nei servizi: “Trasporti, servizi sociali per infanzia e anziani, sono indispensabili per permettere soprattutto alle donne di lavorare”. Ha proposto un rilancio della vocazione produttiva della città, affermando che “non basta il turismo, serve proteggere l’industria: nautica, navale, aree dismesse da rigenerare. Il lavoro è anche attrazione: serve per far restare i giovani e convincere nuove imprese a insediarsi”.
Bisogni primari – Sull’ultima domanda, i due candidati hanno delineato priorità e strumenti per rispondere ai bisogni più urgenti. Piciocchi ha elencato quattro parole chiave: “infrastrutture, giovani, anziani, casa”. Ha ricordato l’afflusso straordinario di risorse in questi anni e indicato nello sviluppo dell’aeroporto uno degli obiettivi principali. “Sogno Genova come città universitaria: via Brera, l’edificio Tabarca e il centro storico possono diventare un campus diffuso”. Sui servizi per gli anziani ha promesso il trasporto pubblico gratuito e potenziato l’assistenza domiciliare. Sulla casa ha indicato “l’azzeramento delle liste d’attesa” attraverso partenariati pubblico-privati.
Salis ha invece posto l’attenzione sulla “nuova povertà” e sul fenomeno crescente di persone che, pur lavorando, frequentano mense sociali. “La prima emergenza è la casa. Perdere la casa significa entrare in una spirale dalla quale non si esce più. Bisogna sostenere i privati garantendo l’affitto, e dare risposte concrete”. Ha richiesto più assistenza domiciliare, nidi gratuiti, aiuti alle famiglie con bambini e disabilità. “Quando il Comune non garantisce i servizi, la cura dei fragili ricade sulle donne, che spesso devono rinunciare al lavoro”, ha detto.
Appelli finali – Silvia Salis ha concluso con una metafora sportiva: “Sogno una città come una squadra di maratona, dove si sostiene la volata dei primi ma non si lascia indietro nessuno”.
Pietro Piciocchi ha spiegato la sua scelta di candidarsi dopo otto anni di governo: “Amo questa città e voglio renderla moderna, attrattiva, dinamica. Sogno una città con legami forti, capace di fare sistema e cogliere insieme le grandi sfide del futuro”.
Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci anche su Whatsapp, su Instagram, su Youtube e su Facebook.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link