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Dazi, Trump ‘grazia’ iPhone dalla Cina e prezzi non volano


Nella guerra dei dazi con la Cina, Donald Trump ‘grazia’ gli smartphone, con gli iPhone in testa, i monitor di computer, i router e altri dispositivi elettronici. Su questi prodotti importati dagli Stati Uniti, non verranno applicate le tariffe del 125% in vigore per gli altri beni provenienti dal paese asiatico.

L’esenzione scatta in base all’avviso pubblicato nella tarda serata di venerdì dalla Customs and Border Patrol. Il provvedimento vale per qualsiasi prodotto arrivato negli Stati Uniti dal 5 aprile o uscito dai magazzini nella stessa data.

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Le aziende favorite dalla Casa Bianca

Il provvedimento di Trump, nel pieno della guerra dei dazi con Pechino, si rivela un assist per compagnie come Apple, Samsung, HP, Dell e Microsoft che producono parti dei loro prodotti elettronici al di fuori degli Stati Uniti. In cima alla lista dei beneficiari, secondo i dati evidenziati dai media internazionali, si colloca Apple.

Il colosso, ricorda il Financial Times, Apple concentra ancora in Cina la sua catena di approvvigionamento e, secondo gli analisti, circa il 90% degli iPhone sarebbero ancora made in China, nonostante l’azienda stia lavorando per spostare parte della produzione in India.

Secondo Counterpoint Research, un’azienda che monitora le spedizioni mondiali di smartphone, Apple negli Stati Uniti ha prodotti sufficienti per 6 mesi. Senza l’esenzione di Trump, i prezzi sarebbero destinati a salire da ottobre-novembre, con la vendita di prodotti ancora da importare. Lo stop ai dazi per gli smartphone, quindi, è destinato ad avere un impatto positivo anche per i consumatori. Senza il provvedimento appena adottato, per ogni iPhone importato negli Usa sarebbero scattate tariffe da centinaia di dollari con un inevitabile effetto sul prezzo finale.

Un altro favore a Apple?

Il Washington Post fa notare che Trump, già durante il suo primo mandato, ha riservato un trattamento speciale alla Apple, che ha evitato di pagare circa 200 miliardi di dollari grazie ad un’esenzione relativa ai dazi. Niente tariffe per iPhone, AirPods e Applewatch, mentre aziende di altri settori – dai condizionatori alle lampadine – hanno dovuto mettere mano al portafoglio.

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La Casa Bianca, interpellata sulla nuova ‘inversione a U’, replica affermando che l’obiettivo di Trump è riportare la produzione negli Stati Uniti: le aziende devono lasciare la Cina e tornare in patria. “Il presidente Trump ha detto chiaramente che l’America non può contare sulla Cina per la produzione di tecnologie critiche, come semiconduttori, chip, smartphone, laptop. E’ per questo che il presidente ha assicurato migliaia di miliardi di dollari in investimenti negli Usa dalle principali aziende tech al mondo, Apple, Tsmc e Nvidia comprese. Su indicazione del Presidente, queste aziende si stanno adoperando per trasferire la loro produzione negli Stati Uniti il prima possibile”, dice in una dichiarazione riportata dalla Cnn la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.

Corsa agli acquisti

L’esenzione hi-tech dovrebbe tranquillizzare gli utenti che, come rileva il New York Times, negli ultimi giorni si sono affrettati ad acquistare beni destinati a diventare più costosi: iPhone e frigoriferi sono stati particolarmente gettonati.

Secondo Earnest Analytics, che analizza i dati relativi a milioni di pagamenti con carte di credito e di debito, la spesa dei consumatori presso apple tra il 2 e il 7 aprile è aumentata del 20% rispetto alla spesa media degli ultimi mesi. Secondo l’analisi, la spesa è aumentata anche del 10% presso Home Depot e del 18% presso la catena di grandi magazzini Belk. Corsa all’acquisto, insomma, prima che i magazzini si svuotino. L’onda ha coinvolto anche prodotti alimentari: le vendite di verdure in barattolo sono aumentate del 23%, quelle di caffè istantaneo del 20% e quelle di ketchup del 16% rispetto allo stesso periodo della settimana precedente.

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