Ristorazione, crescono gli occupati nel settore, ma il numero delle imprese cala dell’1,2%


Un anno di crescita moderata, in cui si consolidano alcuni andamenti positivi osservati nel 2023, ma persistono anche diverse criticità strutturali. Aumentano del 5% gli occupati nel settore, a quota 1,5 milioni, ma la produttività cala di mezzo punto percentuale e persistono le difficoltà a trovare una manodopera qualificata. Nel 2024 si è attestato a 328mila il numero di imprese, in calo dell`1,2% sull`anno precedente. A mostrare la maggior contrazione sono i bar (-3,3%), a causa della continua migrazione verso altri modelli di offerta (ristorazione) e delle crescenti difficoltà in cui si imbatte questo format. Sul versante dei prezzi, il 2024 si è chiuso con aumenti medi al di sopra del 3%, in forte calo rispetto al +5,8% del 2023, ma al di sopra del tasso di inflazione generale. È la fotografia scattata dal Rapporto Ristorazione 2025 di Fipe- Confcommercio, presentato oggi a Roma.

Nel dettaglio, il valore aggiunto sale a 59,3 miliardi di euro, dando continuità al trend positivo che ha portato prima a recuperare e poi superare il livello pre-pandemia: rispetto al 2023 c’è stata una crescita in termini reali dell’1,4%, In aumento anche i consumi, a oltre 96 miliardi di euro, +1,6% in termini reali sul 2023, ma ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia (-6%). Un risultato, spiega Fipe, che va interpretato anche alla luce del rallentamento della crescita economica.

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Quanto ai prezzi, allargando lo sguardo agli ultimi tre anni si registra un tasso di crescita dei prezzi del 14,6%, a fronte di un`inflazione generale del 15,4%. Prosegue inoltre la propensione a investire da parte delle imprese: nel 2024 oltre il 40% delle imprese ha fatto almeno un investimento, per un valore complessivo stimato in 2 miliardi di euro.

Nel 2024 si è consolidato il trend positivo dell`occupazione. Nel 2024 sono 1,5 milioni gli occupati in bar, ristoranti, aziende di banqueting e mense, di cui oltre 1,1 milioni dipendenti. Rispetto al 2023 si registra un incremento complessivo del 5%, mentre i lavoratori dipendenti sono cresciuti del 6,7%, pari, in valore assoluto, a 70mila unità.

Ci sono ombre anche qui però, visto che la crescita dell`occupazione non è accompagnata da un parallelo aumento della produttività, che anzi cala di mezzo punto percentuale rispetto al 2023 e soprattutto si mantiene ben al di sotto dei livelli di dieci anni fa.

Donne, giovani e stranieri stanno diventando protagonisti del settore ristorazione, uno dei settori più inclusivi dell’economia nazionale. Nel 2024, infatti, le imprese femminili sono circa 94.400 (pari al 28,8% del totale), mentre quelle gestite da under 35 superano le 40 mila unità (12,3% del totale); inoltre, tra i lavoratori dipendenti, il 39,7% è under 30, il 61,8% ha meno di quarant`anni e gli over 60 rappresentano appena il 3,7% del totale. Ancora, le imprese con titolari stranieri rimangono nel 2024 stabili sopra le 50mila unità (14,5% del totale).

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Persistono, infine, le difficoltà strutturali nel reperire personale, soprattutto qualificato: secondo il rapporto, il 35,6% delle imprese con almeno un dipendente ha nell`ultimo anno ricercato o assunto nuovo personale o ha in programma di farlo. Di queste, ben il 90,2% ha avuto una qualche difficoltà nel reperire banconisti, cuochi, camerieri, lavapiatti. Colpa da un lato di un problema strutturale legato al match tra lavoratori e competenze e fabbisogni delle imprese che è sempre più spesso inefficiente. Ma il 34,8% spiega che in diversi casi sono i candidati stessi a rifiutare il lavoro offerto, evidenziando il rischio di una crisi di attrattività del settore.



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