Il Pentagono ha avvertito i diplomatici europei che intende ridurre l’assistenza di sicurezza a Lettonia, Lituania ed Estonia, i Paesi Baltici confinanti con la Russia, nell’ambito di un rimodulazione delle priorità strategiche degli Stati Uniti. La decisione ha suscitato preoccupazioni nei Paesi baltici, che temono un indebolimento del supporto statunitense in un momento delicato, mentre la minaccia russa è più concreta che mai.
Sul fronte degli aiuti ai paesi Baltici, il 10 settembre 2025, durante il discorso sullo Stato dell’Unione, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha presentato un piano di 6 miliardi di euro destinati a rafforzare le difese dell’Unione Europea, con particolare attenzione alla cooperazione con l’Ucraina nel settore della tecnologia dei droni.
Fondi che potranno anche essere usati per sviluppare un sistema di difesa integrato con progetti per realizzare bunker, barriere lungo i confini con Russia e Bielorussia, una sorta di “muro contro i droni” lungo i confini orientali, sfruttando tecnologie ucraine collaudate in battaglia.
Una strategia per rafforzare la sicurezza dei Paesi membri dell’UE lungo il fianco orientale della NATO, in risposta alle crescenti minacce rappresentate dalle incursioni di droni russi nello spazio aereo europeo. L’iniziativa prevede appunto la collaborazione con l’Ucraina, che fornirà expertise e tecnologie sviluppate durante il conflitto in corso.
La riduzione dell’assistenza statunitense tramite il programma BSI rappresenta una sfida significativa per i Paesi Baltici, già preoccupati dalle minacce russe. La cooperazione tra Stati Uniti, UE e Paesi Baltici resta fondamentale per garantire stabilità e sicurezza in una zona strategica, tra tensioni geopolitiche e priorità nazionali in evoluzione e lo stop Usa potrebbe indebolire l’intera regione.
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