Dumping contrattuale. Fenomeno in crescita anche in Fvg


PORDENONE – Contratti pirata? L’illusione del risparmio costa cara a lavoratori ed imprese. Il fenomeno, in crescita anche in FVG, espone infatti le aziende a sanzioni e alla perdita di benefici normativi e contributivi. Confcommercio, ente Bilaterale Turismo Fvg e Fipe lanciano l’allarme e ni giorni scorsi nella sede provinciale di Ascom, hanno dedicato al tema un convegno: “Solo accordi autentici e rappresentativi assicurano lavoro di qualità, correttezza nel mercato e benefici condivisi”.

L’incontro ha visto la partecipazione di imprenditori, commercialisti, consulenti del lavoro e professionisti del settore per approfondire il tema dei cosiddetti “contratti pirata”, sottoscritti da sigle prive di reale rappresentanza e radicamento sul territorio e in grado di generare gravi conseguenze economiche, giuridiche e sociali per le aziende che scelgono di applicarli.

«I cosiddetti contratti pirata possono apparire vantaggiosi – ha precisato Fabio Pillon, presidente provinciale di Confcommercio – ma in realtà penalizzano i lavoratori, privandoli di diritti e retribuzione adeguata, e mettono in difficoltà le imprese corrette, costrette a confrontarsi con forme di concorrenza sleale. Contrastare queste pratiche significa tutelare la legalità, garantire qualità al lavoro e salvaguardare la competitività del nostro sistema produttivo».

Durante i lavori sono intervenuti, oltre a Pillon nella veste anche di presidente dell’ente Bilaterale del Turismo, il responsabile dell’area lavoro Fipe Andrea Chiriatti, Adriano Giacomazzi segretario Fisascat Cisl Pordenone e Mario Pagano per l’Ispettorato nazionale del lavoro.
Chiriatti ha presentato i dati raccolti nel secondo volume sul “Dumping contrattuale nei settore dei Pubblici Esercizi”, esito di una ricerca condotta per conto di Fipe e Ebnt da parte di Adapt (associazione per gli studi sul lavoro fondata da Marco Biagi nel 2000), illustrando compiutamente le dimensioni del fenomeno e descrivendo nel dettaglio come si esplica la concorrenza ad opera dei ccnl a minori tutele (normative e retributive). Il relatore ha poi spiegato come comparare due diversi contratti sia al livello retributivo che al livello normativo confrontando il trattamento fra due contratti nazionale: quello di Fipe-Confcommercio e quello sottoscritto da una minoritaria sigla sindacale datoriale. Dal canto suo Pagano, collaboratore della direzione centrale coordinamento giuridico Ispettorato nazionale del Lavoro, ha delineato i profili normativi che legittimano l’intervento degli organi di vigilanza, e spiegato dettagliatamente come si esplica l’intervento per il recupero delle somme evase, l’aplicazione delle sanzioni e il ripristino della legalità.

L’intervento del rappresentante sindacale Giacomazzi ha delineato, invece, gli effetti di breve termine (cedolino paga) e di lungo termine (imponibile previdenziale ai fini pensionistici) delle minori tutele dei contrati cosiddetti pirata.

Confcommercio intende così richiamare l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori su un fenomeno, dove l’applicazione di contratti non rappresentativi non solo penalizza i lavoratori e mina la fiducia sociale, ma esclude le imprese stesse da agevolazioni fiscali, bandi pubblici e strumenti come apprendistato e part-time.

“Il principio è semplice: a un unico mercato devono corrispondere regole comuni. La solidità di un mercato si costruisce su contratti realmente rappresentativi e condivisi. È questa la condizione per assicurare lavoro di qualità, crescita competitiva e benessere tanto ai lavoratori quanto alle imprese» ha concluso Pillon.

Nella foto: un momento dell’incontro





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