Ecco come saranno i conti Ue di risparmio e investimento e quali saranno i possibili benefici fiscali. La bozza di Bruxelles




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Sta prendendo forma il progetto europeo di creare conti di risparmio e investimento Ue (Sia o Savings Investment Account). L’obiettivo è quello di trattenere il denaro accumulato nel Vecchio Continente, in modo da farlo fruttare (con beneficio per i cittadini) e indirizzarlo verso l’innovazione (aiutando le imprese).

Sulla materia la Commissione Ue è pronta a presentare (con ogni probabilità il 30 settembre) una raccomandazione agli Stati che prevede anche un favorevole trattamento fiscale. È quanto emerge dalla bozza del documento consultata da Milano Finanza.

«Al fine di incoraggiare l’adozione dei Sia, gli Stati membri dovrebbero introdurre incentivi fiscali e garantire che i Sia e le attività detenute tramite i Sia beneficino almeno del trattamento fiscale più favorevole disponibile per qualsiasi classe di attività o conto», sottolinea Bruxelles.

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Le caratteristiche

La Commissione suggerisce in particolare quattro possibili tipologie di vantaggi fiscali. In primo luogo «deduzioni dalla base imponibile, compresa la possibilità di dedurre dal reddito imponibile l’importo investito nel Sia». In secondo luogo «esenzioni fiscali, compresa l’esenzione dall’imposta sul reddito imponibile generato dalle attività detenute nel Sia». In terzo luogo «differimenti fiscali, compreso il differimento dell’imposizione del reddito generato attraverso un Sia fino al prelievo dal Sia». Infine «l’applicazione di un’aliquota fiscale uniforme alle attività detenute nel Sia».

La Commissione presenterà a fine mese un progetto (blueprint) con le caratteristiche principali degli strumenti, anche se la concreta adesione spetta agli Stati. I Paesi dovranno informare la Commissione sui progressi sui Sia entro un anno dalla raccomandazione. Bruxelles evidenzia che «gli Stati membri sono ora incoraggiati ad attuare riforme per sviluppare e rafforzare i mercati dei capitali nazionali, comprese misure per aumentare la partecipazione degli investitori retail. Migliorare l’alfabetizzazione finanziaria, facilitare gli investimenti al dettaglio e fornire incentivi adeguati può contribuire a questi obiettivi».

I Savings Investment Account, nell’idea dell’esecutivo Ue, dovranno consentire ai cittadini europei di accedere in modo semplice e poco costoso a bond, azioni e fondi (a livello europeo e non solo nazionale), mentre saranno esclusi prodotti complessi come derivati e criptoattività. Le modalità d’uso dei Sia saranno user-friendly e dovrebbero coinvolgere giovani e anziani.

Inoltre i risparmiatori dovranno avere «opzioni per focalizzare gli investimenti nell’economia Ue e per contribuire alle priorità strategiche Ue, come la transizione digitale e verde e il rafforzamento della sicurezza». Si farà così il possibile per spingere il risparmio verso investimenti che possano rilanciare la crescita europea generando rendimenti per le persone.

«I cittadini dell’Ue hanno uno dei tassi di risparmio più elevati al mondo ma spesso non sfruttano al meglio le risorse», osserva la Commissione. «Ciò è dovuto a una combinazione di fattori, tra cui preferenze culturali, scarsa alfabetizzazione finanziaria e mercati dei servizi finanziari frammentati che portano a una mancanza di concorrenza, con scelte limitate».

Questa situazione secondo Bruxelles «limita le opzioni a disposizione dei cittadini dell’Ue per investire i risparmi in modi che potrebbero produrre rendimenti più elevati e contribuire alla crescita del patrimonio». La Commissione sottolinea che «un aumento degli investimenti al dettaglio nei mercati dei capitali può offrire alle imprese Ue maggiori opportunità di finanziamento per crescere, innovare e creare posti di lavoro».

La Savings and Investments Union

I Sia sono un pilastro della Savings and Investments Union, un piano della Commissione Ue che prende spunto anche dai rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta. Proprio la relazione di Draghi aveva osservato che le famiglie europee hanno risparmiato 1.390 miliardi di euro soltanto nel 2022, mentre negli Usa questo valore si era fermato a 840 miliardi di dollari. Non è quindi l’assenza di risorse che impedisce maggiori investimenti in Europa. Il problema è la difficoltà a convogliare l’ingente risparmio Ue verso l’economia. Di conseguenza le imprese hanno minori margini per innovare.

Inoltre le famiglie hanno minori occasioni per ottenere rendimenti: negli Usa la ricchezza dei risparmiatori è aumentata del 151% dal 2009 al 2023, mentre in Europa del 55%. Nonostante il maggiore risparmio, ha osservato il rapporto Draghi, le famiglie europee hanno una ricchezza inferiore rispetto a quelle statunitensi in gran parte a causa dei rendimenti inferiori che ricevono dai mercati sugli asset. (riproduzione riservata)

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