Davanti a una platea di giovani premiati, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha lanciato un appello accorato: credere nelle proprie idee e battersi per esse equivale già a conquistare la vittoria. L’incontro ha assunto il valore di un passaggio di testimone tra la politica di oggi e quella di domani.
La fiducia di Tajani nelle nuove generazioni
Nei saloni ottocenteschi di Via del Casale di San Pio V, sede dell’Università Link, si è svolta la cerimonia che ha incoronato “I 60 migliori under 30 della politica italiana”, iniziativa promossa dall’associazione La Giovane Roma in collaborazione con il magazine “Politica”. Circondato dall’entusiasmo degli studenti, Tajani ha sottolineato come l’evento non fosse soltanto una premiazione, bensì un vero laboratorio di futuro. «Siete la classe dirigente che presto prenderà il timone del Paese», ha scandito, invitando i presenti a trasformare l’energia del momento in impegno quotidiano. Il ministro ha quindi rimarcato il dovere, per chi oggi governa, di non tradire l’aspettativa di una generazione pronta a incidere.
Nel suo intervento, il titolare della Farnesina ha rivendicato misure già varate a sostegno dei giovani, disegnando un quadro di azioni che spaziano dal sostegno all’abitazione alle politiche per la genitorialità. Ha ricordato le garanzie sui mutui destinate alle coppie under 35 e gli incentivi rivolti alle madri con almeno due figli, pensati per chi lavora come dipendente e per chi si confronta con la fiscalità delle partite Iva. Su un altro fronte, ha annunciato l’intenzione di ampliare gli strumenti a favore delle start-up e di agevolare chi progetta di avviare piccole e medie imprese, trasformando il talento in occupazione stabile.
La leva economica: salari, occupazione e detassazione
La questione economica, ha spiegato il ministro, resta centrale per ridare slancio alla partecipazione giovanile. Dopo anni di blocco, i salari della Pubblica Amministrazione sono stati riallineati, un intervento che secondo Tajani ha restituito dignità a migliaia di lavoratori. Parallelamente, l’esecutivo rivendica la creazione di un milione di nuovi posti. «Questi risultati», ha osservato, «sono un primo passo; ora dobbiamo renderli tangibili detassando straordinari, festivi e premi di produzione». L’obiettivo dichiarato è lasciare più reddito disponibile in busta paga e diffondere la percezione che il merito venga premiato.
In un passaggio dai toni più personali, Tajani ha voluto soffermarsi sul significato della parola sconfitta, mettendo in guardia i giovani dall’identificare la politica con il successo a ogni costo. «Perdere una battaglia, o un’elezione, non significa essere finiti», ha ammonito. La resilienza, ha ricordato, è parte integrante del percorso: offre la lucidità per analizzare gli errori e la forza per ripartire. Per il ministro, questa capacità di rialzarsi rappresenta l’insegnamento più prezioso che la vita pubblica possa trasmettere; un antidoto contro il cinismo e un incoraggiamento a restare fedeli ai propri ideali anche quando la strada si fa in salita.
La cerimonia si è conclusa con un lungo applauso, accompagnato dall’immagine di decine di badge stretti tra le mani dei premiati: un simbolo di responsabilità più che di autocelebrazione. Tajani ha salutato ribadendo un concetto semplice nella forma quanto impegnativo nella sostanza: chi lotta per ciò in cui crede ha già varcato la soglia della vittoria. Quel pensiero, consegnato a una platea di ventenni, riecheggia ora come promessa e al tempo stesso come impegno che non ammette distrazioni.
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