L’attività produttiva del settore manifatturiero nelle aree di Venezia, Treviso, Padova e Rovigo prolunga la fase di debolezza in un contesto geopolitico di tensioni e fronti aperti. Nel secondo trimestre 2025, la produzione registra una flessione del -0,7% su base annua, nonostante i segnali di vitalità del metalmeccanico (+1,7%) e la tenuta di micro (+0,1%) e grandi imprese (+0,2%). Il bilancio resta negativo, ma più contenuto, se si considera il semestre, in calo del -0,5% sull’anno scorso ma in recupero.
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Avanti adagio il fatturato dell’industria nel secondo trimestre, in particolare grazie al contributo della domanda interna (+2,3%), spinto dall’inflazione contenuta. Più debole la componente estera (-0,4%) per il calo delle vendite verso l’area Ue (-2,2%), stabili quelle extra Ue (-0,1) per l’anticipo degli acquisti dagli Usa. Ancora positiva la dinamica dell’occupazione, pari al +0,5%. Prezzi delle materie prime in ulteriore aumento tra aprile e giugno per il 32,1% (dopo il 36,3 precedente). La discesa dei tassi Bce si trasferisce progressivamente all’economia reale, anche se l’incertezza riduce la domanda di credito: il costo del denaro è in aumento solo per il 9,7% delle aziende (25,5 nell’analogo periodo del 2024), a fronte della larga maggioranza (68,7%) che lo rileva stabile. Liquidità aziendale tesa per il 15,0%.
Sono i principali risultati dell’indagine “La congiuntura dell’industria del Veneto Orientale” (consuntivo secondo trimestre 2025 – previsioni luglio-dicembre 2025) condotta da Confindustria Veneto Est, in collaborazione con Fondazione Nord Est, su un campione di 757 aziende manifatturiere e dei servizi delle province di Padova, Treviso, Venezia e Rovigo.
Il clima di fiducia delle aziende sul secondo semestre rimane stabile, risente dell’incertezza e degli effetti negativi dei dazi imposti dagli Stati Uniti. Le previsioni per luglio-dicembre sono orientate in prevalenza per il mantenimento dei livelli produttivi.
«In un contesto di grande instabilità e fronti aperti nel commercio globale, che avrà un impatto notevole sull’economia del nostro territorio, fortemente vocata all’export, le nostre imprese continuano a dimostrare capacità di adattamento e di tenuta – commenta Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est -. Ma è una fragile tenuta, minacciata da squilibri strutturali e tensioni internazionali. Le nuove barriere tariffarie Usa al 15% e la forte svalutazione del dollaro, rendono più difficile competere oltreoceano. Le nostre imprese, già penalizzate da un costo dell’energia insostenibile, si trovano in una condizione di crescente svantaggio competitivo. Serve un piano industriale straordinario».
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