Legge di Bilancio 2026: taglio Irpef in arrivo?


Ieri si è tenuta una nuova edizione di Telefisco convegno de IlSole24ore durante il quale come d’abitudine sono intervenuti rappresentanti di Governo, parti sociali e professionisti in tema di fisco e lavoro.

Tra gli ospiti, il Vice Ministro Leo ha fornito conferme sui lavori per la Legge di Bilancio 2026.

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In particolare si è soffermato sulle internzioni del Governo sulla prossima manovara.

Ricordiamo che la manovra dovrà essere approvata entro la fine dell’anno, e in data 18 settembre il MEF ha approvato il Dpfp che sostituisce la Nadef.

1) Legge di Bilancio 2026: taglio Irpef per il ceto medio

Il cuore della manovra 2026 sarà ancora una volta il capitolo fiscale, con particolare attenzione alla riduzione dell’Irpef per i redditi intermedi. 

Dopo l’accorpamento dei primi due scaglioni nel 2024, l’obiettivo del Governo è ora di intervenire sul secondo scaglione (28.000–50.000 euro), con l’ipotesi di estensione fino a 60.000 euro e riduzione dell’aliquota dal 35% al 33%.

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Ieri a Telefisco, il vice ministro Leo ha spiegato che il governo e tutta la maggioranza si stanno concentrando propio sulla possibile riduzione dell’Irpef per il cosiddetto “ceto medio”.

La proposta appunto è quella già anticipata alla stampa, la riduzione dal 35 al 33% della seconda aliquota (oggi applicata da 28mila a 50mila euro), con una possibile estensione dello scaglione fino a 60mila euro di reddito.

Il nodo centrale resta quello delle risorse, infatti Leo ha specificato che:”aspettiamo i dati Istat sui conti economici nazionali”, che saranno diffusi il 22 settembre e serviranno al Tesoro per definire il Documento programmatico di finanza pubblica. 

2) Legge di bilancio e Rottamazione cartelle: cosa ci si può aspettare

Accanto alle attese novità Irpef, vi è un altro tema caldo: la rottamazione delle cartelle.

La rottamazione delle cartelle esattoriali alla edizione “quinquies” ha l’obbiettivo di alleggerire il magazzino debiti che ha superato quota 1.300 miliardi di euro, distinguendo tra crediti effettivamente esigibili e quelli ormai inesigibili.

Il nuovo condono non sarà generalizzato, ma potrebbe essere:

  • riservato a specifiche categorie di contribuenti,
  • limitato per importo, ad esempio sotto una certa soglia,
  • affiancato da un saldo e stralcio parziale

L’effetto immediato sarebbe duplice: ridurre il contenzioso e fare cassa, ma anche in questo caso l’impatto politico sarà delicato. 

Per evitare effetti premiali verso i debitori seriali, si valutano criteri più stringenti per accedere alla misura.

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Leggi anche: Rottamazione quinquies: chi sarà escluso

3) Regime forfettario: come potrebbe cambiare

Già dalla Legge di Bilancio 2025 vi erano state proposte per innalzare la soglia del regime forfettario da 85.000 euro a 100.000 euro, ma senza successo.

L’emendamento con il testo della norma fu respinto, ora si prospetta nuovamente questa ipotesi da parte del Governo.

Tale innalzamento è soggetto però al vaglio dell’UE che prevede un limite per gli Stati Membri all’adozione di simili misure. 

Dalle anticipazioni parrebbe appunto che sarà impossibile l’approvazione di una norma di modifica senza il nulla osta dellìunione europea, bisognerà quindi ancora attendere che vengano diffusi ulteriori dettagli sulle mosse dell’esecutivo.

4) Legge di Bilancio 2026: cosa cambia per l’ires premiale

Leo, durante Telefisco, ha anche chiarito che un altro argomento di rilievo è quello dell’ires premiale, lo sconto d’imposta per le imprese che investono e assumono

Si tratta afferma Leo di: “un passo avanti rispetto alla difficoltà dell’impostazione normativa l’abbiamo fatto con il decreto ministeriale dell’8 agosto” con cui si data attuazione allo sgravio previsto dalla delega fiscale (legge 111/23) e introdotto dalla legge di Bilancio 2025.

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La riduzione dell’Ires (dal 24 al 20%) riguarda le aziende che decidono di non distribuire gli utili prodotti, ma di investirne una parte nella propria crescita, acquistando beni e creando altri posti di lavoro.

Leo ha specificato che il meccanismo consiste in: “ una riduzione dell’aliquota è legata a un aspetto che attiene al reddito, mentre invece l’investimento deve comportare l’accantonamento dell’utile, il cui 30% deve essere destinato all’investimento. Quindi qui assistiamo a una una asimmetria tra quella che è la la disciplina di riduzione della tassazione e quello che è, diciamo, la tipologia dell’investimento”

Si attendono maggiori dettagli sulle novità previste per la legge di Bilancio.



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