La sospensione “a tempo indeterminato” del programma di Jimmy Kimmel, comico e noto conduttore di uno show televisivo in seconda serata dell’emittente Abc, di proprietà del gruppo Disney, scuote gli Stati Uniti. Kimmel – star di uno dei programmi più popolari negli Usa – era stato travolto dalle critiche dei conservatori e dei sostenitori di Trump, che lo avevano accusato di voler distorcere il profilo e le idee politiche del presunto assassino dell’attivista di destra Charlie Kirk, ucciso la scorsa settimana nello Utah. Nel suo programma di lunedì, Kimmel aveva insinuato che lo sparatore, individuato in Tyler Robinson, provenisse dalle fila MAGA, accusando Donald Trump e la sua amministrazione di voler sfruttare l’omicidio di Kirk per attaccare “la sinistra”. Il capo della FCC, l’autorità di regolamentazione americana, Brendan Carr, autore di un capitolo del controverso Progetto 2025, ha criticato le dichiarazioni di Kimmel e ha minacciato sanzioni contro Disney e le sue affiliate se non avessero punito il conduttore: “Possiamo farlo nel modo più facile o nel modo più difficile”, ha detto Carr in un’intervista a un podcaster. La defezione che è seguita, da parte di centinaia di emittenti locali che negli Usa trasmettono i programmi delle principali reti, ha convinto Disney a sospendere il programma. Pochi minuti dopo l’annuncio, Trump ha accolto la decisione della Abc come “una grande notizia per l’America”. Tutto ciò è preoccupante per il Paese che vanta la più ampia concezione di libertà di espressione al mondo, garantita dalla Costituzione.
Una ‘Cancel culture’ di destra?
Tra i primi ordini esecutivi del presidente Trump nel suo secondo mandato ce n’era uno intitolato “Ripristino della libertà di parola e fine della censura federale”. L’ordinanza affermava che l’amministrazione di Joe Biden aveva “calpestato” il diritto degli americani di dire, o rifiutarsi di dire, ciò che volevano. Il vicepresidente J.D. Vance – che durante un discorso a Monaco di Baviera aveva attaccato i paesi europei sostenendo che “la libertà di parola è sotto attacco” – aveva salutato il ritorno di Trump alla Casa Bianca come “un ripristino della libertà”. L’amministrazione Usa, tuttavia, sembra aver imboccato la strada opposta. A sostenerlo non sono solo i politici di opposizione e i progressisti. “La stretta sulla Disney sembra essere un caso di cancel culture a destra”, scrive oggi un quotidiano di certo non vicino a posizioni progressiste come il Wall Street Journal, secondo cui “I commenti di Kimmel che associavano l’assassino di Charlie Kirk alla ‘gang MAGA’, erano falsi, insensibili e stupidi. Ma non incitavano alla violenza e, in una società libera, non dovrebbero essere motivo per il governo di escludere qualcuno dalle trasmissioni”. Non è la prima volta che succede e i segnali si moltiplicano: Stephen Colbert – altro conduttore molto popolare e forte critico di Donald Trump – aveva visto il suo programma, the Late Show, cancellato dalla CBS appena due settimane dopo che la rete aveva pagato a Trump un cospicuo risarcimento per porre fine a una causa per diffamazione contro di lui. E il presidente in persona ha intentato una causa per 15 miliardi i dollari contro il New York Times, accusandolo di aver diffuso false informazioni contro la sua amministrazione dopo averne intentata un’altra a luglio, da 10 miliardi di dollari contro il Wall Street Journal.
In nome di Kirk?
Nella deriva censoria dell’amministrazione, l’uccisione di Kirk sembra essere uno spartiacque. Il presidente ha dato la stura, promettendo in un discorso pronunciato dallo Studio Ovale appena poche ore dopo la morte di Kirk di perseguire i membri della “sinistra radicale” che, a suo dire, erano responsabili dell’attacco. In questo modo ha infiammato gli animi e da parte di noti influencer di destra sono cominciate ad apparire on-line vere e proprie liste di proscrizione che segnalavano chiunque avesse esultato o avesse scritto commenti “non graditi” sull’omicidio di Kirk. E questa settimana, Trump ha dichiarato il movimento Antifa – un collettivo di ispirazione comunista, anarchica e libertaria che cerca di contrastare l’estrema destra, a volte anche con la violenza – un’organizzazione terroristica. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha affermato che gli Stati Uniti potrebbero revocare i visti agli stranieri ritenuti sostenitori dell’omicidio di Kirk, e il vicepresidente J.D. Vance ha esortato la popolazione a “denunciare coloro che hanno applaudito” l’omicidio. Le loro dichiarazioni si aggiungono a quelle della procuratrice Generale Pam Bondi e Stephen Miller, il principale consigliere politico del presidente, che ha minacciato una repressione radicale in nome di Kirk contro gli oppositori ideologici dell’amministrazione. “Con Dio come testimone, useremo tutte le risorse a nostra disposizione presso il Dipartimento di Giustizia, la Sicurezza Nazionale e tutto il governo per identificare, interrompere, smantellare e distruggere queste reti e rendere l’America di nuovo sicura per il popolo americano”, ha affermato Miller questa settimana nel podcast di Kirk. Secondo quanto riportato dal New York Times, i collaboratori di Trump stanno lavorando a un ordine esecutivo sulla violenza politica e l’incitamento all’odio.
Come si resiste alla deriva?
Il cortocircuito che lega politica, censura e libertà di espressione sta precipitando gli Stati Uniti in una spirale pericolosa: meno diritti e meno libertà di parola per tutti. Ed è paradossale che per tutelare la memoria di uno strenuo difensore della libertà di parola, come era Charlie Kirk con i suoi ‘Prove me wrong’, gli esponenti politici a lui più vicini abbiano risposto aggredendo il free speech. Nel clima di timore misto a incredulità, i conduttori dei principali programmi di seconda serata hanno reagito con sarcasmo, schierandosi a fianco di Kimmel. Jon Stewart ha accolto il pubblico definendosi “il vostro patriottico e obbediente presentatore”, ironizzando poi sulla visita di Trump nel Regno Unito, dove avrebbe “stupito gli inglesi con fascino, intelligenza e innegabile carisma” e “abbagliato i suoi ospiti con una dimostrazione di ineguagliabile abilità oratoria”. Anche Stephen Colbert e Jimmy Fallon hanno recitato il copione dell’adulazione, con Colbert che ha chiosato: “Arrenditi, America. Arrenditi e smettila di dire qualsiasi cosa che possa turbare il presidente”. Ma dietro la satira si è fatto strada un monito. Stewart ha ospitato Maria Ressa, giornalista e autrice di How to Stand Up to a Dictator, e Nobel per la Pace nel 2021 per la sua battaglia in difesa della libertà di espressione. Ressa ha avvertito che la velocità con cui Trump ha “fatto crollare” le istituzioni americane è stata ben più rapida di quanto avesse immaginato: “Gli americani sono come cervi abbagliati dai fari. Se non ti muovi e non protesti per i tuoi diritti, li perdi. E recuperarli diventa infinitamente più difficile”.
Il commento
di Mario Del Pero, ISPI e Sciences Po
“Vi sono due dinamiche, strettamente intrecciate, dietro la decisione di ABC di sospendere a tempo indeterminato il programma del comico Jimmy Kimmel reo di avere commentato in modo ritenuto offensivo la risposta dell’amministrazione e della MAGA-sfera all’assassinio di Charlie Kirk. La prima riguarda processi di fusione e concentrazione di grandi media, con un’amministrazione meno incline a usare strumenti di regolamentazione in funzione anti-oligopolistica, ma pronta invece a dispiegarli per ottenere vantaggi politici o silenziare voci scomode. La seconda è l’utilizzo da parte di questa amministrazione di tutti i mezzi di cui dispone per reprimere il dissenso e intimidire i suoi oppositori. E quando Brendan Carr, il presidente dell’autorità federale competente sui media (la FCC), ha fatto chiaro che vi sarebbero state delle conseguenze laddove ABC non avesse preso provvedimenti, Nexstar – la maggiore proprietaria di reti televisive negli Usa, affiliata ad ABC e la cui fusione con la seconda compagnia del paese, Sinclair, necessita dell’autorizzazione della FCC – ha subito agito”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link