Agevolazioni fiscali per la produzione di vegetali in immobili non rurali: ci sonpo cambiamentoi significativi con la riforma fiscale 2024-2025.
Negli ultimi anni, il legislatore italiano ha introdotto importanti novità riguardanti la tassazione delle attività agricole, con particolare attenzione alle nuove modalità di coltivazione di vegetali in immobili non tradizionalmente agricoli.
Dal 2017, e con aggiornamenti significativi previsti per il 2024 e il 2025, la normativa ha cercato di adeguarsi alle innovazioni tecnologiche come la coltivazione idroponica e la vertical farm, riconoscendo nuove forme di produzione agricola anche in ambienti urbani o industriali.
Chi può beneficiare della detassazione Irpef sui redditi agrari
Dal 2017 al 2023, la detassazione ha riguardato le persone fisiche con la qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) e Coltivatore Diretto iscritte alla gestione previdenziale. Questi soggetti potevano escludere dalla base imponibile Irpef i redditi dominicali e agrari dei terreni.
La novità più rilevante riguarda la proroga per il biennio 2024-2025, ma con un meccanismo a scaglioni: fino a 10.000 euro di reddito agrario: esenzione totale (0%); da 10.001 a 15.000 euro: tassazione al 50%; oltre 15.000 euro: tassazione al 100%.
È importante sottolineare che questa detassazione si applica esclusivamente ai redditi derivanti dai terreni (dominicali e agrari). Qualsiasi reddito da attività agricola “eccedentaria” – cioè oltre i limiti di reddito agrario, spesso reddito d’impresa – non rientra nell’agevolazione e viene tassato normalmente.
Agevolazioni fiscali per la produzione di vegetali in immobili non rurali: cosa cambia con la riforma fiscale 2024-2025
Foto di: OmniTrattore.it
Produzione di vegetali in serra vs. in immobili non rurali
La disciplina tradizionale, contenuta nell’articolo 32 del TUIR, includeva tra le attività agricole anche la produzione di vegetali in serre, purché la superficie utilizzata non superasse il doppio di quella del terreno su cui si trovava la serra. Si trattava quindi di produzioni effettuate in strutture agricole.
La recente riforma fiscale ha invece previsto una specifica normativa per la produzione di vegetali in immobili non rurali, anche accatastati in categorie diverse da quelle agricole.
Questo perché le tecniche di coltivazione idroponica o vertical farming, spesso realizzate in edifici industriali, artigianali o commerciali, non utilizzano direttamente il terreno, ma sono comunque considerate attività agricole.
Nuova normativa su coltivazione idroponica e vertical farm i
Secondo la legge delega per la riforma fiscale (Legge 111/2023), le attività di coltivazione verticale e idroponica sono considerate agricole anche se svolte in immobili accatastati nelle categorie C/1, C/2, C/3, C/6, C/7, D/1, D/7, D/8, D/9 e D/10, a condizione che la superficie adibita alla produzione non superi il doppio della superficie agraria di riferimento.
Questa nuova definizione risponde all’esigenza di modernizzare la disciplina fiscale, adeguandola ai nuovi sistemi produttivi che riducono i consumi d’acqua e permettono coltivazioni innovative anche in ambienti non rurali.
Tuttavia, la definizione precisa di “superficie agraria” sarà chiarita da un decreto ministeriale dedicato. Fino ad allora, si utilizzerà la superficie della particella catastale su cui insiste l’immobile per calcolare il reddito dominicale e agrario, applicando le tariffe d’estimo maggiorate del 400%.
La novità più rilevante riguarda la proroga per il biennio 2024-2025, ma con un meccanismo a scaglioni
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Come dichiarare redditi da coltivazione in immobili non rurali
I redditi derivanti da queste nuove attività agricole andranno dichiarati nel quadro RA del modello di dichiarazione dei redditi, utilizzando un’apposita casella introdotta per questa specifica tipologia di reddito.
L’eventuale reddito eccedentario, cioè oltre la soglia agevolata, dovrà invece essere inserito nel quadro RD, dove si dichiarano i redditi di impresa.
Da notare che per gli immobili utilizzati per la produzione di vegetali in immobili non rurali non è necessario indicare i dati nel quadro RB, relativo ai redditi fondiari.
La riforma fiscale del 2024-2025 rappresenta quindi un passo importante nel riconoscimento delle moderne tecniche agricole come la coltivazione idroponica e la vertical farm, anche quando svolte in immobili non tradizionalmente agricoli.
Queste novità consentono agli imprenditori agricoli di beneficiare di agevolazioni fiscali fino a un certo limite di reddito, favorendo l’innovazione e la sostenibilità in agricoltura, pur mantenendo regole precise e differenziate per i redditi da attività eccedentarie.
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