“Serve pragmatismo per il futuro industriale del Trentino” – La Busa


 

Ha iniziato la sua esperienza amministrativa come vicesindaca a Dro, ma oggi Michela Calzà porta la sua voce in Consiglio provinciale con uno sguardo che resta ancorato al territorio da cui proviene: il Basso Sarca, un’area che vive sulla propria pelle la crisi industriale che sta attraversando il Trentino. Insieme al collega Alessio Manica (PD), Calzà ha firmato un intervento che rilancia l’allarme di Confindustria: senza investimenti, il futuro produttivo del nostro territorio rischia di sgretolarsi.

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L’allarme di Confindustria e il nodo degli investimenti

Il campanello d’allarme è arrivato dal direttore di Confindustria Trento, che ha evidenziato il calo degli investimenti e i nuovi equilibri globali come fattori di rischio per il sistema industriale locale. Calzà e Manica fanno proprie queste preoccupazioni: «La Provincia non può limitarsi a scaricare la responsabilità sulle imprese – sostengono – ma deve mettere in campo politiche serie di attrazione e crescita industriale».

Il problema, spiegano, è che il Trentino pur vantando un buon posizionamento nel Regional Innovation Scoreboard 2025 (tra i territori “fortemente innovatori” in Italia), presenta fragilità strutturali: pochi laureati, scarsa spesa privata in ricerca e sviluppo, export di media-alta tecnologia sotto la media europea.

 

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Un territorio in sofferenza

Il contesto economico conferma le preoccupazioni. Nel secondo trimestre 2025 l’Alto Adige ha segnato un +3,8% nell’export, grazie a imprese strutturate e competitive, mentre in Trentino emergono segnali di raffreddamento persino in aziende considerate solide. I casi di esuberi annunciati da imprese del comparto industriale sono un sintomo evidente.

Il Basso Sarca, storicamente caratterizzato da un tessuto produttivo variegato che ha saputo abbinare turismo e industria, oggi si trova a fare i conti con una riduzione di opportunità occupazionali e con la necessità di immaginare nuove strategie di sviluppo.

Pragmatismo contro slogan

Per Calzà e Manica la chiave è una sola: pragmatismo. Non servono slogan, ma politiche industriali concrete. «Il futuro economico del nostro territorio – sottolineano nel documento – non può prescindere da una strategia chiara e lungimirante. Servono imprese di medie e grandi dimensioni capaci di investire in ricerca e sviluppo, e una politica che sappia attrarle e sostenerle».

Non si tratta solo di incentivi generici, ma di un vero piano industriale straordinario, che preveda pacchetti integrati di sostegno e incentivi selettivi per favorire anche la crescita dimensionale delle imprese locali, soprattutto nelle valli. «Solo così le piccole realtà potranno diventare competitive e affrontare le sfide del mercato globale» spiegano i due consiglieri dem.

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Un appello alla Giunta

Il messaggio è chiaro: la Giunta provinciale, e in particolare l’assessore Spinelli, sono chiamati ad aprire un confronto serio con il mondo delle imprese e con i territori. L’obiettivo è gettare le basi di un futuro economico solido, in grado di contrastare le turbolenze globali e al tempo stesso di offrire opportunità di lavoro stabili e di qualità.

Un tema che per la consigliera Calzà e il collega Manica non è solo questione di numeri e bilanci, ma anche di coesione sociale e sviluppo locale. «Il Basso Sarca e il Trentino tutto – concludono – hanno bisogno di politiche industriali che sappiano guardare lontano, senza lasciare nessuno indietro». (n.f.)



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