certezza fiscale o rischio calcolato? – OrvietoLife


Anche per il biennio 2025–2026 viene riproposto, nonostante lo scarso successo di quello proposto un anno fa per il biennio 2024-2025,  il Concordato Preventivo Biennale (CPB), lo strumento con cui l’Agenzia delle Entrate propone a professionisti e imprese un reddito minimo concordato per i periodi d’imposta 2025 e 2026. È rivolto a chi applica gli ISA (Indici sintetici di affidabilità fiscale) e punta a offrire certezza fiscale per due anni, limitando gli accertamenti.

L’adesione è volontaria: il contribuente riceve una proposta calcolata sui propri dati storici e settoriali e può accettarla o rifiutarla. In caso di adesione, dovrà pagare le imposte almeno sul reddito concordato, anche se i risultati effettivi saranno inferiori, mentre se guadagnerà di più pagherà sull’importo reale. In cambio, l’Agenzia delle Entrate non potrà effettuare accertamenti per i due anni coperti dal concordato, a meno di gravi violazioni.

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La scadenza per aderire al CPB 2025-2026 è fissata al 30 settembre 2025: entro tale data bisognerà trasmettere i dati ISA 2024, ricevere la proposta e accettarla tramite i canali telematici.

Nella decisione della scelta va tenuto conto di altre variabili e altre condizioni, che rendono un pò più complessa l’applicazione del concordato rispetto alla esemplificazione pratica descritta sopra, tuttavia nella pratica se per l’anno 2025, avvicinandosi ormai la chiusura dell’esercizio, si può ragionevolemnte valutare la eventuale convenienza nel tassare il reddito proposto in alternativa a quello effettivo, per il prossimo anno 2026 il contribuente si trova davanti ad una vera propria scommessa, tanto più se l’attività è soggetta per sua natura ad oscillazioni di fatturato significative da un anno all’altro.

La convenienza (eventuale) dell’adesione

Il CPB rappresenta una novità significativa nel rapporto Fisco-contribuente, che comporta effettivamente alcuni vantaggi:

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• Certezza del carico fiscale per due anni, utile per programmare investimenti e flussi di cassa.
• Riduzione del rischio di accertamenti, spesso costosi e lunghi da gestire.

• Immagine di affidabilità fiscale, elemento sempre più rilevante anche nei rapporti con banche e fornitori.

Inoltre l’adesione al Concordato Preventivo Biennale comporta l’opportunità di sanare I cinque anni precedenti, dal 2019 al 2023, con l’applicazione del c.d. “ravvedimento speciale” che consiste nel versamento di un importo fisso per ciascun anno, variabile a seconda dell’indice ISA attribuito dall’Agenzia delle Entrate.

Anche il ravvedimento speciale comporta la riduzione del rischio di accertamenti per I cinque anni precedenti.

Tuttavia, ci sono anche aspetti critici da valutare attentamente:

• Se l’attività avrà un calo, si pagheranno comunque imposte su un reddito superiore a quello reale.
• L’adesione implica un vincolo di comportamento “coerente”: gravi infedeltà dichiarative o omissioni possono comportare la decadenza dal regime e la perdita dei benefici.
• È irrilevante per l’IVA, quindi non alleggerisce la gestione complessiva degli adempimenti.

In sintesi, il CPB 2025-2026 può essere conveniente per chi ha redditi stabili o in crescita e vuole certezze fiscali, mentre è più rischioso per chi ha attività soggette a forte variabilità. È quindi fondamentale confrontare la proposta di reddito concordato con realistiche previsioni economiche per i prossimi due anni, prima di decidere se aderire.

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