Sider Alloys, in corso interlocuzioni internazionali per il rilancio


La lunga agonia della Sider Alloys, la società che otto anni fa ha rilevato gli impianti di alluminio primario di Portovesme appartenuti alla americana Alcoa, è a un punto di svolta.

Ci sarebbero interlocutori internazionali interessati al suo rilancio. Lo conferma il ministero delle Imprese e del Made in Italy in una nota diffusa al termine del confronto sul futuro di Sider Alloys, l’azienda italo-svizzera con impianti a Portovesme. «Le prossime settimane saranno decisive», ha sottolineato il ministro al Mimit Adolfo Urso, invitando la proprietà «a chiarire tutti i punti sospesi al fine di poter garantire al meglio l’avvio di un percorso di rilancio di un sito importante per l’intera filiera dell’alluminio in Italia».

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Al tavolo, presieduto da Urso e dalla sottosegretaria con delega alle crisi d’impresa, Fausta

Bergamotto, hanno partecipato i rappresentanti dell’azienda, dell’azionista di minoranza Invitalia, delle organizzazioni sindacali, della Regione Sardegna, degli enti locali e di Sviluppo Lavoro Italia. Preoccupati per la capacità della società elvetica di rispettare gli impegni, Regione e sindacati.

«Siamo alleati col Governo in questa vicenda. Il tempo stringe – ha detto l’assessore all’industria Cani – dal nostro punto di vista oggi ci sono tutte le condizioni politiche e geopolitiche affinché questo stabilimento possa ripartire, ora o mai più, e pertanto dobbiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità affinché questo avvenga, o attraverso la messa a disposizione di risorse importanti da parte del sistema bancario, o valutando l’ingresso di eventuali altri soggetti industriali internazionali, che a detta del ministro Urso avrebbero manifestato il proprio interesse. Ci dobbiamo però porre un obiettivo preciso, perché siamo fuori tempo massimo e rischiamo di perdere questo treno definitivamente».

Molto preoccupati anche i sindacati. Secondo la Cgil «oggi si è certificato un fallimento. In sette anni e mezzo di gestione da parte della Sider Alloys lo stabilimento del sudovest dell’isola – ha detto il segretario generale della Cgil sarda Fausto Durante – non ha mai avviato le attività e non un grammo di alluminio è stato prodotto, tranne qualche eccezione a uso di visite di politici in trasferta o in campagna elettorale».

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Preoccupazione anche dai vertici della Cisl, regionali e nazionali. «L’azienda ha ribadito che la continuità operativa è vincolata all’ottenimento di nuovi finanziamenti bancari, subordinati però a quattro precondizioni. Tra queste, il rinnovo del contratto con Enel – che l’azienda elettrica ha già fatto sapere di non essere disponibile a concedere – la permanenza di Invitalia nella compagine societaria e la ricapitalizzazione», aggiunge D’Alò, specificando inoltre che Urso «ha insistito affinché tali condizioni siano chiarite entro la prossima settimana. In caso contrario, verrà valutata l’uscita di Invitalia, che detiene attualmente il 20% delle quote».

Per una chiara soluzione alternativa anche la Uil nazionale, con Guglielmo Gambardella che ricorda l’aut-aut dato dalle banche a Sider Alloys: o ottiene un contratto agevolato di energia o si chiudono i rubinetti del credito. Oggi l’unico interlocutore di Sider Alloys sul tema, Enel, si è dichiarata non disposta a rinnovare il contratto di energia a tariffa agevolata.. Per questo i sindacati chiedono l’immediata uscita di Sider Alloys e la sua sostituzione con un nuovo partner privato capace, soprattutto perché il governo ha ribadito come la «produzione di alluminio per l’Italia è strategica».



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