Nel mese di settembre la domanda di lavoro da parte delle imprese apuane registra una contrazione del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con 1.160 assunzioni programmate, 60 unità in meno su base annua (–5%). I dati sono stati elaborati dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest in collaborazione con l’Istituto studi e ricerche (Isr). Dopo il miglioramento osservato nel 2024 rispetto al 2023, torna ad accentuarsi il ’mismatch’ tra domanda e offerta di lavoro. Il 53% delle imprese segnala difficoltà nel reperimento dei profili professionali ricercati, una quota superiore sia alla media nazionale (46%) sia a quella regionale (48%). La causa prevalente di queste difficoltà rimane la carenza di candidati disponibili, indicata nel 37% dei casi, in lieve aumento (+4%) rispetto all’anno precedente. A questa si affianca, per un ulteriore 12% delle assunzioni in programma, l’indicazione di una preparazione inadeguata da parte dei candidati.
Delle assunzioni programmate per settembre 2025, il 59% (680 unità) riguarda il settore dei servizi, mentre il restante 40% (460 unità) interessa l’industria. Marginale il contributo dell’agricoltura rilevata da luglio. Nel dettaglio, il comparto industriale registra una flessione del 12% rispetto a settembre 2024, con una minor richiesta complessiva di 60 posizioni. A determinare questa contrazione è principalmente il calo della domanda del settore manifatturiero, dove le assunzioni previste scendono da 380 a 310 unità (-70), per un decremento del 18%. Tale dinamica negativa è parzialmente compensata dalla crescita nelle costruzioni che, nonostante il graduale esaurirsi dei benefici fiscali, mostrano un incremento del 15% rispetto all’anno precedente, con 150 ingressi programmati nel mese (+20 unità). Anche il settore dei Servizi registra una lieve contrazione, pari al 4%, con 30 assunzioni in meno rispetto al 2024. In controtendenza i settori dell’alloggio e della ristorazione mostrano un significativo recupero segnando un +17% e raggiungendo le 210 unità (30 in più dell’anno precedente). Da rilevare la prosecuzione del trend positivo del settore tutistico, (+17%) che già nel 2024 aveva incrementato la previsione di assunzioni del 29% sul 2023. Decisamente più marcata, invece, la riduzione delle assunzioni previste nei servizi alle persone, in calo del 23% per 50 unità in meno e un totale di 170 ingressi. Anche il commercio registra una diminuzione del 7%, fermandosi a 130 assunzioni previste (-10 rispetto a settembre 2024).
Il 24% delle assunzioni previste per settembre sarà effettuato con contratti a tempo indeterminato o in apprendistato, un dato sostanzialmente invariato rispetto al 2024. Le forme contrattuali a termine continuano tuttavia a prevalere nettamente: tre assunzioni su quattro sono infatti previste con contratti precari. Nel dettaglio, al 62% delle entrate sarà offerto un contratto a tempo determinato, al 6% in somministrazione e al restante 8% con altre tipologie contrattuali. Tale situazione si accentua soprattutto nei comparti più stagionali come il turismo, dove i contratti a tempo determinato arrivano a coprire il 74% delle assunzioni di settembre. Nel manifatturiero il 95% delle assunzioni avverrà con contratti alle dipendenze, con una netta prevalenza dei contratti a termine (69%) rispetto a quelli a tempo indeterminato (24%). Nel comparto delle costruzioni i contratti a tempo determinato arrivano al 72%, mentre solo il 9% delle posizioni sarà coperto con contratti a tempo indeterminato, la percentuale più bassa tra tutti i settori osservati. Per il commercio il divario tra contratti a termine (41%) e contratti a tempo indeterminato (28%) è meno marcato. Nei servizi alle imprese il 61% delle assunzioni sarà effettuato con contratti a tempo determinato, mentre il 23% con contratti a tempo indeterminato e l’8% di somministrazione.
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