Tfr, spunta il sostegno alle pmi. Il governo studia il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese




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Il governo già nella prossima Legge di Bilancio potrebbe introdurre un fondo di garanzia per sostenere con un credito agevolato le micro e piccole imprese sotto i 50 dipendenti che trasferiscono il tfr dei lavoratori ai fondi pensione. A dirsi favorevoli sono stati sia il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon che il presidente della commissioni Finanze della Camera Marco Osnato.

Sei interventi per rilanciare i fondi pensione

Il tema è emerso durante un convegno organizzato alla Camera dei Deputati da Arca Fondi e da Itinerari Previdenziali. L’amministratore delegato della sgr, Ugo Loeser e il presidente del centro studi, Alberto Brambilla, hanno proposto al governo sei interventi per rilanciare la previdenza complementare in Italia: riportare l’imposta sui rendimenti all’11%; aumentare la soglia investibile in economia reale fino al 25% dei fondi; sostituire la scelta automatica nelle linee garantite con un modello life-cycle; riformare il sistema delle rendite; rilanciare semestri di silenzio assenso; introdurre appunto il fondo di garanzia per le pmi.

Si apre il confronto sul fondo di garanzia per le pmi

Su quest’ultimo punto Osnato ha parlato di «una proposta plausibile» e Durigon di un «tema fondamentale per agevolare l’investimento del tfr da parte delle imprese più piccole». Come rilevato da Itinerari Previdenziali, dall’avvio della riforma della previdenza complementare (2007) a oggi dei 445 miliardi di tfr maturato dai lavoratori più della metà (52,5%), ossia 243 miliardi, è rimasto nelle casse delle imprese che hanno meno di 50 dipendenti e utilizzano tale liquidità come finanziamento per l’acquisto di materiali e per la gestione aziendale viste le difficoltà di accesso ai finanziamenti bancari e di mercato. La conseguenza è che il tasso di adesione alle previdenza complementare dei lavoratori delle pmi è oggi dieci volte più basso di quello delle aziende medio-grandi (il cui tfr che non va ai fondi viene indirizzato al fondo di tesoreria Inps).

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L’esperienza passata: un fondo da 250 milioni

Già nel 2007 si era lavorato a un fondo di garanzia, arrivando alla firma di un protocollo tra governo e parti sociali e a un accordo quadro tra gli altri tra Abi e i ministeri dell’Economia e del Lavoro, con una dotazione di 250 milioni, ma è stato eliminato dal governo Prodi subito dopo. Ora potrebbe ripartire «assieme a forme di obbligatorietà di adesione per i neo-assunti», ha detto Durigon, confermando quanto anticipato ad agosto da MF-Milano Finanza. Possibile anche che venga consentito ai fondi di erogare direttamente le rendite. (riproduzione riservata)



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