Pacchetti turistici, le imprese chiedono regole eque: «Stesso mercato, stesse tutele»


Le principali associazioni del turismo organizzato italiano – AIAV CNA, Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, ASTOI Confindustria Viaggi, Fiavet, Fto Confcommercio e Maavi Conflavoro PMI – hanno manifestato forte preoccupazione per la riforma europea sui pacchetti turistici, approvata dal Parlamento con larga maggioranza. Secondo le organizzazioni, le nuove regole «penalizzano imprese e consumatori», rischiando di aumentare i costi a carico di tour operator e agenzie di viaggio, senza risolvere i nodi strutturali come la concorrenza sleale online e la mancanza di un fondo di garanzia per le compagnie aeree. A preoccupare sono in particolare gli oneri legati alla gestione di circostanze eccezionali – guerre, pandemie o calamità naturali – e il rischio che i consumatori si rivolgano a canali meno regolamentati, come piattaforme digitali e operatori abusivi.

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L‘Unione Europea ha varato una nuova riforma dei pacchetti turistici

Cosa dice la riforma sui pacchetti turistici

Con 535 voti favorevoli, 36 contrari e 47 astenuti, il Parlamento europeo ha approvato la riforma della direttiva sui pacchetti turistici. La revisione punta ad aggiornare le regole sui rimborsi, l’assistenza in caso di interruzioni del viaggio o insolvenza dei tour operator, l’uso dei voucher e i diritti di cancellazione. Il testo adottato deriva dalla proposta della Commissione europea, che ha sottolineato come le nuove misure siano state elaborate «sulla base delle esperienze maturate durante la pandemia e dopo il fallimento di agenzie di viaggi di alto profilo».

«Il nostro obiettivo – ha spiegato il relatore Alex Agius Saliba – è rafforzare i diritti dei consumatori. In situazioni straordinarie deve essere chiaro che il viaggiatore può annullare il pacchetto e ricevere un rimborso completo entro 14 giorni. Per questo è previsto anche un meccanismo obbligatorio di reclamo». La fase successiva prevede l’avvio dei negoziati interistituzionali con il Consiglio europeo, i cosiddetti triloghi, dal 24 settembre. Solo al termine di tale percorso ci sarà il testo definitivo, che gli Stati membri dovranno recepire entro due anni.

Definizione dei pacchetti turistici

Il nuovo impianto normativo chiarisce cosa rientra nella definizione di pacchetto turistico, includendo i servizi aggiunti entro 24 ore. Vengono escluse le formule di “pacchetti di viaggio collegati” per ridurre le incertezze legali. Sono inoltre state semplificate le informazioni precontrattuali, rimosso l’obbligo di un acconto minimo del 25% e accantonata l’ipotesi di un conto fiduciario, giudicato eccessivamente complesso.

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Voucher e rimborsi

Durante la pandemia i voucher hanno generato numerose controversie. La riforma introduce nuove garanzie:

  • il consumatore può rifiutare il voucher e richiedere un rimborso entro 14 giorni;
  • se il voucher non viene utilizzato completamente, il residuo deve essere rimborsato alla scadenza;
  • la validità massima è di 12 mesi, prorogabile o trasferibile una sola volta;
  • i voucher devono essere coperti contro l’insolvenza dei tour operator e utilizzabili per qualsiasi servizio dell’organizzatore.

Regole su cancellazioni, acconti e pagamenti

La normativa stabilisce che, in caso di circostanze inevitabili o straordinarie che incidano sul viaggio, i consumatori possano cancellare senza penali ottenendo il rimborso integrale. Ogni avviso ufficiale di viaggio emesso entro 28 giorni dalla partenza sarà considerato un elemento rilevante per giustificare la cancellazione. I voucher restano facoltativi e cedibili una sola volta. Sono inoltre previsti maggiori strumenti per la gestione dei reclami e un periodo di 24 mesi per consentire alle imprese di adeguarsi senza impatti immediati.

Sul tema degli acconti, il Parlamento europeo ha modificato la proposta iniziale della Commissione. Non ci sarà un limite uniforme del 25%: la gestione dei pagamenti resterà di competenza dei singoli Stati membri, che decideranno le soglie e le tempistiche.

Le critiche delle associazioni di categoria

AIAV CNA, Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, ASTOI Confindustria Viaggi, Fiavet, Fto Confcommercio e Maavi Conflavoro PMI hanno espresso forte preoccupazione per l’approvazione al Parlamento europeo della riforma della direttiva sui pacchetti turistici. Secondo le associazioni, la revisione «rischia di penalizzare imprese e consumatori» introducendo obblighi e vincoli che renderebbero ancora più complessa la gestione del turismo organizzato.

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Pacchetti turistici, le imprese chiedono regole eque: «Stesso mercato, stesse tutele»

Anche gli acconti sono stati oggetto di revisione

Le organizzazioni di categoria sottolineano come alcune misure possano favorire operatori abusivi e piattaforme online extraeuropee, creando squilibri competitivi. Viene criticato in particolare il meccanismo dei cosiddetti pacchetti “click through” e l’applicazione di sanzioni considerate sproporzionate. «Si dichiara di voler difendere le microimprese – spiegano – ma si approvano provvedimenti che rischiano di generare distorsioni a favore di chi non opera con le stesse regole fiscali e assicurative».

Tutele e oneri insostenibili

Le associazioni ritengono che Bruxelles stia sottovalutando l’impatto reale delle nuove regole. L’imposizione di garanzie onerose, come la copertura dei rischi legati a guerre, pandemie o calamità naturali, sposterebbe il consumatore verso canali meno regolamentati. Restano irrisolte alcune contraddizioni: «Perché i vettori aerei non hanno un fondo di garanzia per l’insolvenza, mentre per tour operator e agenzie di viaggio questo obbligo è molto gravoso?».

Il nodo delle truffe digitali

Tra i temi sollevati c’è anche il problema del proliferare di operatori abusivi sul web, tra influencer e travel designer che propongono pacchetti senza rispettare obblighi di legge. Una concorrenza sleale che penalizza le imprese regolari e riduce le tutele per i consumatori. «L’Europa avrebbe dovuto concentrare la revisione su questi fenomeni – osservano le associazioni – invece le nuove regole rischiano di scaricare ulteriori oneri su chi già opera legalmente».

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Le associazioni ricordano di aver fornito al Ministero del Turismo analisi e proposte correttive e chiedono al Governo di farsi portavoce delle istanze del comparto nei triloghi tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea. «Difendere il turismo organizzato – concludono – significa difendere il lavoro, la qualità, la sicurezza dei viaggiatori e la credibilità del Paese».

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