come funziona la detrazione del 19% sugli interessi – Quotidiano del Condominio


Mutuo sulla prima casa: come funziona la detrazione del 19% sugli interessi

Acquistare casa è un passo importante, e se lo si fa con un mutuo ipotecario, c’è una buona notizia: lo Stato offre una detrazione fiscale del 19% sugli interessi passivi e su alcuni costi accessori. Ma attenzione, perché per beneficiarne bisogna rispettare regole precise, legate alla destinazione dell’immobile e alla tempistica dell’acquisto.

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La detrazione è prevista per chi compra un’abitazione da destinare a dimora principale. Vale solo per il periodo in cui la casa è effettivamente utilizzata come tale, ma ci sono eccezioni che permettono di mantenere il beneficio anche in caso di trasferimenti per lavoro o ricoveri permanenti, purché l’immobile non venga affittato.

Per accedere all’agevolazione, il contribuente deve essere sia intestatario del mutuo che proprietario dell’immobile. Sono ammessi anche i nudi proprietari e i titolari del diritto di superficie, ma non gli usufruttuari. I mutui stipulati dopo il 1993 devono essere finalizzati all’acquisto della casa da adibire ad abitazione principale entro un anno. È possibile prima comprare e poi accendere il mutuo, oppure fare il contrario, ma sempre entro dodici mesi.

Tra le spese detraibili rientrano anche gli oneri accessori, come le commissioni bancarie, le spese notarili, le penali per estinzione anticipata e i costi per l’iscrizione o cancellazione dell’ipoteca. Anche le variazioni del cambio valuta, se il mutuo è in moneta estera, possono rientrare nel calcolo.

La data di stipula del mutuo è fondamentale. Per i contratti firmati dal 2001 in poi, l’immobile deve diventare abitazione principale entro un anno dall’acquisto. Per quelli tra il 1994 e il 2000, il termine si riduce a sei mesi. E per i mutui del 1993, la casa doveva essere adibita a dimora principale entro l’8 giugno 1994. Se il mutuo è ancora più vecchio, la scadenza era l’8 dicembre 1993, con l’obbligo di mantenere la residenza salvo motivi di lavoro.

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Ci sono casi in cui la detrazione non si perde, anche se la casa non è più abitazione principale. È il caso di chi si trasferisce per lavoro o viene ricoverato in modo permanente. Inoltre, il personale delle Forze armate e delle Forze di polizia può beneficiare della detrazione anche se non vive nell’immobile, purché sia l’unica abitazione di proprietà.

Per chi acquista da cooperative o società immobiliari, e l’immobile non è ancora abitabile, la residenza deve essere trasferita entro dodici mesi, anche se ci sono ritardi burocratici da parte del Comune. E se la casa viene dichiarata inagibile da un’ordinanza sindacale, la detrazione resta valida, a patto che il mutuo venga regolarmente pagato.

Infine, se l’immobile torna ad essere abitazione principale dopo un periodo di utilizzo diverso, il diritto alla detrazione può essere riattivato. Un incentivo concreto per chi investe nella propria casa, con un occhio al risparmio fiscale.



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