Qui centrodestra, verso le elezioni regionali. Per Fratelli d’Italia, ecco l’europarlamentare marchigiano Carlo Ciccioli.
Ciccioli, rush finale della campagna elettorale. Sensazioni?
“Buone, sono ottimista. C’è entusiasmo e la consapevolezza di avere trasformato anni difficili in un percorso di rinascita. Abbiamo affrontato pandemia, ricostruzione post-sisma praticamente ferma e alluvioni, ma i risultati ci rendono orgogliosi: siamo primi in Italia nell’uso degli Fse e terzi per il Fesr, con investimenti per 130 milioni di cofinanziamento regionale. Cifra senza uguali. I risultati sono il frutto di scelte precise, impegno, visione e politiche concrete. Vogliamo scrivere il prossimo capitolo con i marchigiani”.
Perché pensate di poter vincere rispetto agli avversari?
“Abbiamo voltato pagina. Basta micro-assistenzialismo e divisioni tra costa ed entroterra: oggi le Marche hanno un tasso di occupazione del 67,2 per cento e cala la disoccupazione generale, femminile e giovanile. Abbiamo favorito l’innovazione, sostenuto le imprese, sbloccato opere attese da decenni. Chi promette bonus e assistenzialismo inganna i cittadini. Noi lavoriamo per uno sviluppo vero, duraturo e proiettato nel futuro”.
Priorità?
“Continuare nel recupero del ritardo infrastrutturale, potenziamento della sanità territoriale, sostegno a imprese e occupazione. Vogliamo formare i giovani con le competenze richieste dal mercato, aiutare le piccole e medie imprese nelle assunzioni e vogliamo spingere su internazionalizzazione e turismo. I giovani non devono più lasciare la regione e l’Italia”.
Sanità, infrastrutture, altro: dove si gioca la partita delle Marche future?
“Tutti insieme: infrastrutture, crescita economica, sanità. Abbiamo ereditato un sistema sanitario depotenziato, con presidi chiusi e l’idea di un ospedale unico per provincia. Noi, invece, abbiamo ricostruito la rete sanitaria, investito su case della salute e ospedali di comunità, potenziato Torrette che da tre anni è il migliore ospedale pubblico d’Italia, senza aumentare le tasse, a differenza dell’Emilia-Romagna. Sulle infrastrutture viarie abbiamo oltre 5 miliardi di investimenti e 1.300 cantieri aperti: Guinza, Pedemontana, bypass di Fano-Marotta, uscita del porto di Ancona i cui cantieri in galleria sono già attivi, interventi finanziari importanti su porti, aeroporto e interporto con l’arrivo di Amazon. Così si costruisce il futuro: con collegamenti veloci, servizi di qualità e un’economia che riparte”.
Voto Marche indicativo per altre tornate italiane?
“Sì. Nel 2020 abbiamo dimostrato che un’alternativa era possibile e dopo cinque anni stiamo dimostrando che quella scelta ha dato risultati concreti: una regione più forte e competitiva. Il 28 e 29 settembre c’è una scelta chiara: tornare indietro o andare avanti. Dall’altra parte c’è solo demagogia, polemica sterile e aggressiva, fondata su bugie. Col sostegno di governo, Europa, la comunità marchigiana può arrivare molto lontano”.
gi. gia.
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