La sovranità digitale è la capacità di controllare in modo autonomo e sicuro le infrastrutture, i dati, le tecnologie e i servizi digitali strategici, senza dipendere da fornitori esterni. In Europa il sistema normativo eretto a difendere la libertà di cittadini e imprese, si divide tra Digital Services Act e Digital Markets Act.
La nostra ‘Privacy’ in mano americana
Sono questi i due pilastri che dovrebbero sostenere tutela della privacy, trasparenza, concorrenza leale e diritti fondamentali, garantendo allo stesso tempo competitività economica e sicurezza geopolitica. La ‘sovranità digitale europea’ consiste nell’essere indipendenti da potenze tecnologiche extra-Ue. Ma secondo un report del Parlamento Europeo, la digitalizzazione dell’economia e delle nostre vite è dipendente al 69% dalle infrastrutture made in Usa, Amazon, Google, Meta e Microsoft controllano cloud, intelligenza artificiale, cybersecurity, reti 5G/6G, semiconduttori, piattaforme online.
Sovranità perduta
Oggi la sovranità digitale europea si trova al centro di un confronto senza precedenti con gli Usa, dopo che la vicepresidente della Commissione Ribera ha ribadito la volontà dell’Unione di difendere integralmente, anche a costo di sacrificare accordi commerciali già definiti con Washington. La presa di posizione risponde alle minacce di Donald Trump, il quale ha annunciato dazi e restrizioni all’export contro i Paesi che adottano regole considerate dannose per le imprese tecnologiche americane.
Due ordinamenti che si fronteggiano
Il Financial Times mette in luce come siano due ordinamenti che si fronteggiano su un terreno non riducibile alla diplomazia commerciale, bensì intrinsecamente costituzionale. l Digital Services Act e il Digital Markets Act incarnano l’autorità dell’Unione a disciplinare lo spazio digitale come parte del proprio ordine pubblico economico e come presidio dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta di Nizza.
L’Europa interpreta la sovranità digitale come presidio dei diritti e strumento di riequilibrio delle asimmetrie create dalle piattaforme.
Gli Stati Uniti interpretano la stessa categoria come protezione delle imprese tecnologiche nazionali e tutela della libertà economica interna. Due concezioni incompatibili.
Tra ‘de jure’ e ‘de facto’
Una situazione ‘de jure’ a cui non corrisponde quella ‘de facto’. Perché l’infrastruttura tecnologica indispensabile al funzionamento e allo sviluppo delle attività digitali europee è a stelle e strisce. Prendiamo la più importante, l’Intelligenza Artificiale che per svilupparsi deve appoggiarsi al cloud, alla nuvola informatica che immagazzina dati. Secondo Statista nel secondo trimestre del 2025 il 63% delle infrastrutture globali per far funzionare il cloud è nelle mani di Amazon, per il 30%, Microsoft 20% e Google 13%.
In coda alla classifica compaiono i cinesi di Alibaba (4%) e di Tencent (2%). Fanalino di coda l’Europa che cerca di ritagliarsi uno spazio con iniziative quali GaiaX. In pratica, il cloud parla solo americano.
Rivendicazione di facciata
Sembra chiaro quindi che le rivendicazioni della Commissaria Ribeira rischino di limitarsi ad una presa di posizione di facciata perché nei fatti se l’infrastruttura americana venisse in qualche modo a mancare, non avremmo neppure la possibilità di scrivere o leggere queste righe, con buona pace dei nostri dati personali saldamente in mano alle Big Tech Usa, in copia conoscenza alla Commissione di Bruxelles.
Mattarella denuncia
Nel deserto dove sopravvive un minimo di dibattito su un tema così centrale per il futuro dell’Europa, non resta che prendere atto dell’atto d’accusa del presidente italiano Mattarella, che per l’occasione si erge a tribuno degli indifesi cittadini europei definendo le Big Tech Usa «nuove Compagnie delle Indie impegnate in un progetto di influenza e sfruttamento coloniale, spinte da un impulso di dominio di impronta neo-imperialista, letale per il futuro dell’umanità».
Nuova competizione geopolitica
La competizione tecnologica non è un esercizio accademico: è la nuova geopolitica. È potere, influenza, ricchezza, sicurezza. Passi pure il fatale ritardo della denuncia dovuto alla veneranda età, ma c’è da chiedersi dov’erano i giovani e rampanti leader di Bruxelles quando l’America si è fatta un boccone della nostra sicurezza.
“Cercasi nuova classe dirigente europea. Astenersi perditempo”.
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