MANDURIA – La vendemmia del Primitivo di Manduria 2025 è ormai alle battute finali e le prime valutazioni confermano un’annata di grande pregio. Le uve raccolte fino a questo momento presentano caratteristiche che lasciano presagire vini corposi, intensi e dotati del tipico bouquet che contraddistingue la DOP Primitivo di Manduria. I dati definitivi sulla produzione arriveranno soltanto al termine della raccolta, ma la qualità sembra già assicurata.
Accanto alle prospettive positive sul piano enologico, il comparto vitivinicolo nazionale continua a vivere una fase delicata. Le buone condizioni climatiche hanno favorito la produzione, ma le giacenze elevate in Puglia e in Italia, unite a un calo dei consumi, rischiano di comprimere i prezzi e frenare gli investimenti. Un quadro che potrebbe vanificare i progressi compiuti negli ultimi anni sul fronte della qualità e della competitività.
Qualche segnale incoraggiante arriva proprio dal Primitivo di Manduria. Al 31 luglio 2025 le giacenze risultavano ridotte di circa il 10%, mentre le bottiglie immesse sul mercato nel primo semestre dell’anno hanno registrato un incremento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Dati che testimoniano un interesse crescente, ma che non bastano a compensare le criticità generali del settore.
Per affrontare la fase di incertezza, il Consorzio di Tutela e le principali organizzazioni agricole indicano la necessità di interventi rapidi e coordinati. Tra le misure proposte figurano il finanziamento della distillazione di emergenza, il rafforzamento dei fondi per l’internazionalizzazione, agevolazioni fiscali per investimenti in sostenibilità, moratorie su mutui e prestiti e il sostegno all’enoturismo come leva strategica di sviluppo.
Già adottati alcuni provvedimenti rilevanti. Il Consorzio, insieme alle sigle agricole più rappresentative, ha ottenuto la riduzione delle rese per le IGP Puglia e Salento e la sospensione, deliberata dalla Regione Puglia, dell’iscrizione allo schedario viticolo di nuove superfici di “Primitivo” destinate alle DOC “Primitivo di Manduria” e “Primitivo di Manduria dolce naturale” per il periodo 2025-2030. Una scelta di responsabilità, finalizzata a contenere l’offerta e a salvaguardare equilibrio, valore e sostenibilità economica delle imprese vitivinicole.
La decisione, che incide direttamente sul potenziale produttivo, mira a rafforzare la posizione del Primitivo di Manduria sia sul mercato nazionale che su quello internazionale. Secondo gli operatori, l’intervento rappresenta una strategia necessaria per preservare un settore che negli ultimi 30 anni ha conosciuto fasi eccezionalmente positive, ma che oggi deve fare i conti con una contrazione dei consumi.
Il calo interessa tanto i consumatori maturi, influenzati da nuovi stili di vita e da raccomandazioni mediche, quanto i più giovani, con minore capacità di spesa e attratti da alternative come il mercato degli spirits. Alla riduzione degli acquisti si aggiunge la progressiva contrazione degli spazi di socialità, che ha inciso ulteriormente sui volumi.
Sul fronte economico, la situazione resta complessa. La scarsa remunerazione delle uve pesa sulle aziende e sui viticoltori, rallentando gli investimenti e rendendo difficile pianificare strategie di crescita durature. A ciò si aggiunge la mancanza di un catasto vitivinicolo operativo, strumento considerato indispensabile per conoscere superfici, volumi e potenzialità produttive. La sua assenza rende difficile orientarsi e programmare con chiarezza, in un contesto che richiederebbe invece dati certi e puntuali.
In questo scenario, la speranza degli operatori è che la qualità superiore del Primitivo di Manduria 2025 sappia farsi riconoscere sui mercati, valorizzando il lavoro quotidiano di chi, tra vigne e cantine, continua a investire passione e competenze in una delle produzioni simbolo della viticoltura pugliese.
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