Morbillo, un italiano su 10 a rischio infezione: il report ISS


I giovani tra i 20 e i 40 anni tra i più a rischio, meno di sei milioni avrebbero la copertura derivante dal vaccino o dall’infezione

Riccardo Cristilli

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Il morbillo è una malattia infettiva esantematica molto contagiosa, diffusa in tutto il mondo ma che può essere combattuta grazie al vaccino, diffuso dagli anni ’60. Prima dell’arrivo del vaccino si stimavano 2.6 milioni di morti all’anno a causa di questa malattia, che oltre alle bolle per il corpo e alla febbre molto alta, poteva quindi avere delle complicazioni addirittura mortali. Ancora nel 2022 136 mila persone sono morte per il morbillo, la maggior parte avevano meno 5 anni. 

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Morbillo: un italiano su dieci è a rischio

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Un recente studio condotto dall’Istituto Superiore della Sanità ha riportato l’attenzione sul morbillo, ricordando che non è una malattia debellata nel nostro Paese e che ci sono importanti fasce della popolazione che sono a rischio. La ricerca realizzata con la Fondazione Bruno Kessler e pubblicata su The Lancet Infectious Disease, ha evidenziato come poco meno del 10% della popolazione italiana, quindi quasi un italiano su due, è a rischio di contrarre potenzialmente il morbillo. In particolare sono i giovani adulti tra i 20 e i 40 anni i più vulnerabili alla malattia, anche in quelle regioni che hanno alte coperture vaccinali pediatriche

la ricerca

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Lo studio ha analizzato 15mila casi di morbillo notificati al sistema nazionale di sorveglianza di morbillo e rosolia nel periodo dal 2013 al 2022. Oltre la metà dei casi aveva riguardato persone tra i 20 e i 39 anni, con i bambini sotto i 5 anni che risultavano i più colpiti. In nove casi su dieci i soggetti malati erano non vaccinati, inoltre è emerso come in molti casi si assisteva a una trasmissione familiare della malattia. La ricerca ha messo in luce come l’89% delle infezioni secondarie, cioè quelle che seguono il caso indice di un focolaio, era causata da non vaccinati. L’ISS ha quindi sottolineato l‘importanza di continuare a diffondere la cultura della vaccinazione e pensare alla possibilità di campagne di vaccinazione anche per gli adulti. Infatti solo l’1.1% dei contagi è avvenuto tra persone vaccinate. 

la vaccinazione

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Il dato più preoccupante è che tra i giovani sotto i 20 anni nel 2025 in Italia solo l’88.3% è immune, quindi vaccinato o per aver contratto la malattia. In particolare i giovani di Bolzano e della Calabria sono quelli più a rischio mentre nella popolazione generale sono le regioni del centro-nord quelle con le percentuali più alte di persone suscettibili. Grazie alla legge sull’obbligo vaccinale introdotta nel 2017 in gran parte delle regioni i tassi di vaccinazione sono cresciuti ma sono i giovani adulti non vaccinati a far correre il contagio. Gli autori dello studio sottolineano come esiste una grande eterogeneità a livello regionale con zone in cui ci sono basse percentuali di bambini vaccinati e altre dove sono gli adulti i meno vaccinati. In Italia, quindi, continuano a esserci casi e focolai e lo studio serve proprio a capire come si diffonde e cercare di dar vita a interventi mirati contro il morbillo. 

In Europa è in corso una campagna per l’eliminazione del morbillo, per questo anche i giovani adulti non vaccinati possono farlo gratuitamente. L’allarme sulla diffusione del morbillo è in corso anche negli Stati Uniti dove nel 2025 ci sono stati più casi che in qualsiasi altro anno dal 2000 quando non sono stati registrati casi e l’epidemia sembrava debellata nel paese. La diffusione del morbillo è un problema da affrontare soprattutto per evitare che torni ad aumentare la mortalità in quei paesi meno sviluppati in cui è più difficile combattere la malattia.

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