Prestiti ancora in crescita. Su il risparmio delle famiglie


Gli italiani sempre più campioni del risparmio. A dirlo è l’ultima fotografia dell’Abi emersa nel Rapporto mensile di settembre, Un documento che oltre a segnalare l’incremento dei depositi, ne cristallizza i rendimenti sulle nuove doti oltre il 2%. Nello stesso tempo, sono in salita i prestiti a imprese e famiglie (+1,4%) per l’ottavo mese consecutivo in accelerazione rispetto a luglio (+1,3%). Questo mentre Unimpresa certifica come la liquidità di famiglie e imprese italiane continui a crescere e supera i 2.073 miliardi di euro, con un incremento di 48 miliardi (+2,4%) tra luglio 2024 e luglio 2025. Lì dove le famiglie conservano la fetta maggiore con 1.142 miliardi (+2,7% annuo). I conti correnti raccolgono la quota più alta, 1.363 miliardi, pur in calo di 102 miliardi nell’ultimo anno (-6,9%). In crescita i depositi vincolati (240 miliardi, +36%), stabili i depositi con preavviso (323 miliardi, +1,5%), mentre scendono i pronti contro termine (95 miliardi, -6%). La voce “altri depositi” segna un forte aumento a 51 miliardi.

IL TREND

Nel dettaglio, i numeri dell’Abi dicono che continua ad agosto il trend di crescita dei mesi scorsi per la raccolta delle banche italiane. La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata in aumento del 2,5% su base annua, una conferma della dinamica positiva registrata da inizio 2024 (+2,7% nel mese precedente). Passando alla raccolta indiretta, cioè agli investimenti in titoli custoditi presso le banche, l’incremento registrato è di 175,1 miliardi tra luglio 2024 e luglio 2025 (di cui 18,2 miliardi famiglie, 17,6 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). Tanto che ad agosto i depositi, nelle varie forme, risultano cresciuti del 2,7% su base annua (+2,8% il mese precedente). Lì dove la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, ad agosto 2025 è aumentata dello 0,9% rispetto ad un anno prima (+2,1% nel mese precedente). Segno che famiglie e imprese non mollano la presa e continuano a mettere fieno in cascina, anche in vista di nuove mosse della Bce con tagli ai tassi di interesse. In particolare, il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) ad agosto 2025 è stato il 2,02%. Questo mentre a luglio tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 2,01%; area dell’euro 1,85%). Rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 173 punti base. Più contenuto il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), pari allo 0,63% (0,65% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022), si legge nel Rapporto. Il tasso sul conto corrente, che non ha la funzione di investimento e permette di utilizzare una moltitudine di servizi, ad agosto 2025 era lo 0,27% (come nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022). La buona notizie per chi punta a mettere Bot e Btp in portafoglio è che, mentre nei primi 11 giorni di settembre il tasso lordo dei Bot a sei mesi è stato in media del 2% (7 punti in più rispetto ai minimi di giugno 2025. Il tasso lordo dei Btp a 10 anni è stato in media del 3,57% superiore di 23 punti rispetto a dicembre 2024 (3,34%).

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Passando ai prestiti, nei primi 11 giorni di settembre il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 2,05%, in aumento di 7 punti rispetto al livello minimo di giugno 2025 (1,98%). Se però il tasso sui nuovi finanziamenti alle imprese è sceso al 3,42% dal 3,50% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023, il tasso sulle nuove operazioni per acquisto di case è stato il 3,31% (3,20% nel mese precedente, comunque ben più basso del 4,42% di dicembre 2023. Più in generale, il tasso sul totale dei prestiti (sottoscritti negli anni) è sceso al 3,92% dal 3,94% del mese precedente. Il «lieve rimbalzo» dei tassi, dice l’Abi, si deve alla salita dell’Irs a 10 anni (a cui sono legati i mutui a tasso fisso) che ad agosto al 2,67% (+44 punti su dicembre 2024). Colpa delle incertezze geopolitiche.

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