Tasso mutui casa al 3,31%, prestiti a imprese e famiglie +1,4%, depositi record: analisi di un’economia che frena ma non cede.
Agosto 2025 segna un’inversione di tendenza nel mercato del credito italiano: dopo mesi di ribassi, i tassi sui mutui tornano a crescere, i depositi si consolidano e i prestiti – benché modesti – risalgono. È lo scenario di un’economia sospesa tra prudenza e timidi segnali di rilancio.
Tassi mutui casa: i numeri del ritorno al rialzo
Il dato più evidente è il rialzo del tasso medio sui nuovi mutui per l’acquisto di una casa: ad agosto si attesta al 3,31%, contro il 3,20% di luglio. Questo incremento interrompe la discesa avviata dall’inizio del 2024 ed è largamente riconducibile all’aumento dell’IRS a 10 anni, parametro chiave per i mutui a tasso fisso. Nei primi giorni di settembre l’IRS viaggia in media attorno al 2,67%, ben sopra il minimo di dicembre 2024 (2,23%). Anche l’Euribor a 3 mesi, riferimento per i variabili, risale in area 2,05% dai minimi di giugno.
Questa doppia spinta – IRS in salita per il fisso ed Euribor in lieve aumento per il variabile – rende il credito meno favorevole rispetto ai mesi precedenti e impone scelte più accorte a famiglie e acquirenti.
Prestiti, depositi e raccolta: prudenza e accumulo
Mentre il costo del denaro sale, famiglie e imprese adottano comportamenti più conservativi. Cresce la propensione al risparmio e si consolida la raccolta bancaria: la raccolta diretta (depositi + obbligazioni) raggiunge circa 2.100 miliardi di euro; i depositi aumentano su base annua di circa +2,7%, mentre la raccolta tramite obbligazioni a medio-lungo termine mostra un incremento annuo, sia pure più moderato. La raccolta indiretta – gli investimenti in titoli custoditi presso le banche – cresce di oltre 170 miliardi nell’arco di dodici mesi, segno di una maggiore attenzione alla gestione finanziaria.
Prestiti in lieve crescita: famiglie più vivaci, imprese in ripresa
Il fronte dei prestiti offre segnali moderatamente positivi: complessivamente, i finanziamenti a famiglie e imprese crescono di circa +1,4% annuo. Per le famiglie si tratta dell’ottavo mese consecutivo di aumento; per le imprese, del secondo mese di fila con segno positivo, uno stop al lungo periodo di raffreddamento del credito. Da notare anche la flessione del tasso medio sui nuovi affidamenti alle imprese, che ad agosto scende intorno al 3,42% dal 3,50% di luglio, segnale di un leggero allentamento delle condizioni sul versante corporate.
Crediti deteriorati: il rischio continua a scendere
La dinamica dei crediti deteriorati netti resta favorevole: a luglio scendono sotto i 30 miliardi (circa 29,5 miliardi), pari a circa l’1,5% dei crediti totali. Un livello lontano dai picchi del passato che indica come, nonostante tassi più alti, la qualità degli attivi bancari continui a migliorare.
Interpretazioni e prospettive: cosa aspettarsi ora
Primo: la politica monetaria resta il perno. Finché non arriveranno tagli più marcati, la pressione su IRS ed Euribor rimarrà, influenzando mutui e costo del denaro per le imprese.
Secondo: torna la preferenza per il tasso fisso. Con l’IRS in salita, molte famiglie potrebbero scegliere la stabilità, accettando rate iniziali più alte per blindare il costo nel lungo periodo.
Terzo: cautela di risparmiatori e investitori. L’aumento di depositi e raccolta riflette l’incertezza internazionale (geopolitica, energia, inflazione) e una minore propensione al rischio.
Quarto: imprese in attesa. La crescita dei finanziamenti è lieve e disomogenea: molte PMI attendono un quadro più stabile prima di rilanciare investimenti e capacità produttiva.
Tra rischio e opportunità
Agosto non è un mese di sussulti, ma di segnali da non ignorare. Il rialzo dei mutui impone riadattamenti per famiglie e imprese, ma la resilienza del sistema è tangibile: depositi in crescita, crediti deteriorati in calo, finanziamenti in ripresa. Se le condizioni esterne non peggioreranno, c’è spazio per stabilità e, forse, per lievi miglioramenti.
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