Troppi obblighi, introdotti in poco tempo, hanno creato difficoltà concrete soprattutto per le piccole e medie imprese, che si trovano a dover modificare sistemi di controllo, formare personale e riorganizzare la catena di fornitura.
Con la legge italiana n. 118/2025, pubblicata il 9 agosto e che recepisce la direttiva europea conosciuta come “Stop the Clock”, vengono rinviati alcuni adempimenti importanti. Si tratta di una misura transitoria, pensata per evitare che le imprese si limitino ad una conformità “di facciata”, e per consentire invece un’applicazione più solida e di qualità.
La norma riguarda due direttive chiave della strategia europea sulla sostenibilità:
CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive): introduce l’obbligo per le imprese di rendicontare in modo dettagliato le proprie performance ESG. Con “Stop the Clock” il termine viene rinviato di due anni per le grandi imprese non ancora coinvolte e per le PMI quotate, dando così più tempo per adeguare i sistemi di raccolta dati e preparare processi di reporting coerenti.
CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive): riguarda il controllo della catena di fornitura e il rispetto di principi di sostenibilità lungo tutto il ciclo produttivo. In questo caso il rinvio è di un anno, permettendo alle imprese di rilevanti dimensioni di costruire sistemi di governance più efficaci prima dell’entrata in vigore degli obblighi.
La proroga non deve essere letta come un rallentamento delle ambizioni europee. Al contrario, rappresenta un’occasione per
- consolidare la governance aziendale, evitando un’applicazione frettolosa e formale delle regole;
- investire in competenze interne, formando management e personale sui temi ESG;
- sviluppare strumenti digitali capaci di garantire dati affidabili, comparabili e trasparenti;
- preparare la filiera dei fornitori, affinché anche le PMI meno strutturate siano in grado di rispettare gli standard richiesti.
In questo senso, l’Italia – recependo la direttiva – non solo si allinea all’Europa, ma si posiziona come un interlocutore credibile, riducendo il rischio di regole frammentate che avrebbero potuto penalizzare la competitività delle nostre imprese.
Il tessuto produttivo nazionale, caratterizzato da filiere complesse e da un’elevata presenza di PMI, potrà beneficiare di questo tempo supplementare. Le difficoltà più diffuse riguardano:
- la raccolta e gestione dei dati ESG, spesso frammentata e non digitalizzata;
- la mancanza di competenze specialistiche, soprattutto a livello manageriale;
- il controllo della catena di fornitura, che richiede monitoraggi costanti e strumenti di due diligence estesi;
- la comunicazione verso gli stakeholder, che deve diventare più trasparente e standardizzata.
Se ben utilizzata, la proroga potrà trasformarsi in un’occasione di crescita: la sostenibilità non come adempimento burocratico, ma come leva di competitività e innovazione.
Il tempo in più sarà utile solo se accompagnato da politiche di supporto. Lo Stato e gli enti regolatori hanno il compito di:
- fornire linee guida chiare sull’applicazione degli standard;
- sostenere con incentivi economici e fiscali la digitalizzazione dei processi di reporting;
- promuovere formazione specializzata in collaborazione con associazioni di categoria e ordini professionali.
Solo con un approccio integrato tra istituzioni, imprese e società civile sarà possibile trasformare questa proroga in un vero volano di sviluppo.
La legge n. 118/2025 e la direttiva “Stop the Clock” non riducono le ambizioni del Green Deal europeo. Al contrario, offrono la possibilità di rendere l’attuazione più solida, credibile e duratura.
Il vero rischio non è la proroga, ma l’inerzia. Se le imprese interpreteranno questo tempo come una semplice pausa, arriveranno impreparate. Se invece lo utilizzeranno per investire in competenze, tecnologie e governance, la sostenibilità diventerà un driver di valore competitivo e non solo un obbligo normativo.
La Bussola d’Impresa – Mario Vacca
“Mi presento, sono nato a Capri nel 1973, la mia carriera è iniziata nell’impresa di famiglia, dove ho acquisito la cultura aziendale ed ho potuto specializzarmi nel management dell’impresa e contestualmente ho maturato esperienza in Ascom Confcommercio per 12 anni ricoprendo diverse attività sino al ruolo di vice presidente.
Per migliorare la mia conoscenza e professionalità ho accettato di fare esperienza in un gruppo finanziario inglese e, provatane l’efficacia ne ho voluta fare una anche in Svizzera.
Le competenze acquisite mi hanno portato a collaborare con diversi studi di consulenza in qualità di Manager al servizio delle aziende per pianificare crescite aziendali o per risolvere crisi aziendali e riorganizzare gli assetti societari efficientando il controllo di gestione e la finanza d’impresa.
Un iter professionale che mi ha consentito di sviluppare negli anni competenze in vari ambiti, dalla sfera Finanziaria, Amministrativa e Gestionale, alle dinamiche fiscali, passando attraverso esperienze di “start-up”, M&A e Turnaround, con un occhio vigile e sempre attento alla prevenzione del rischio d’impresa.
Un percorso arricchito da anni di esperienza nella gestione di Risorse Umane e Finanziarie, nella Contrattualistica, nella gestione dei rapporti diretti con Clienti e Fornitori, nella gestione delle dinamiche di Gruppo con soci e loro consulenti.
Nel corso degli anni le esperienze aziendali unite alle attitudini personali mi hanno permesso di sviluppare la capacità di anticipare e nel contempo essere un buon risolutore dei problemi ordinari e straordinari delle attività.
Il mio agire è sempre stato caratterizzato da entusiasmo e passione in tutto quello che ho fatto e continuo a fare sia in ambito professionale che extra-professionale, sempre alla ricerca dell’innovazione e della differenziazione come caratteristica vincente.
La passione per la cultura mi ha portato ad iscrivermi all’Ordine dei Giornalisti ed a scrivere articoli di economia pubblicati nella rubrica “La Bussola d’Impresa” edita dalla Gazzetta dell’Emilia ed a collaborare saltuariamente con altre testate.
La stessa passione mi porta a pianificare ed organizzare eventi non profit volti al raggiungimento di obiettivi filantropici legati alla carità ed alla fratellanza anche attraverso club ed associazioni locali.
Mi piace lavorare in squadra, mi piace curare le pubbliche relazioni e, sono convinto che l’unione delle professionalità tra due singoli, non le somma ma, le moltiplica.
Il mio impegno è lavorare sodo con etica, lealtà ed armonia.”
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