RISPARMI,  2.073 MLD NEI SALVADANAI DI FAMIGLIE E IMPRESE, +48 MLD IN UN ANNO


La liquidità di famiglie e imprese italiane continua a crescere e supera i 2.073 miliardi di euro, con un incremento di 48 miliardi (+2,4%) tra luglio 2024 e luglio 2025. I conti correnti raccolgono la quota più alta, 1.363 miliardi, pur in calo di 102 miliardi nell’ultimo anno (-6,9%). In crescita i depositi vincolati (240 miliardi, +36%), stabili i depositi con preavviso (323 miliardi, +1,5%), mentre scendono i pronti contro termine (95 miliardi, -6%). La voce “altri depositi” segna un forte aumento a 51 miliardi.

È quanto emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale sul piano dei soggetti titolari, le famiglie conservano la fetta maggiore con 1.142 miliardi (+2,7% annuo), seguite dalle aziende (419 miliardi, +2,4%) e dalle imprese familiari (88 miliardi, +3%). In forte crescita i fondi delle onlus, passati da 34 a 88 miliardi in tre anni (+155%). Stabili i fondi d’investimento (285 miliardi), in crescita enti di previdenza, fondi pensione e assicurazioni.

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«Per il futuro del Paese resta decisiva la fiducia, ingrediente invisibile ma fondamentale per far ripartire consumi e investimenti. Alla vigilia della manovra di bilancio 2026 chiediamo al governo di ridurre la pressione fiscale su lavoro e imprese e di favorire la trasformazione del risparmio in crescita e occupazione. Solo così i 2.000 miliardi accumulati non resteranno un capitale sterile sui conti correnti» commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

Consumi stagnanti, investimenti ancora deboli e una massa di risparmi che continua a crescere: è questa la fotografia scattata dal Centro studi di Unimpresa sulla liquidità detenuta da famiglie e imprese italiane. A luglio 2025 le riserve complessive hanno raggiunto i 2.073,7 miliardi di euro, in aumento di 48,2 miliardi (+2,4%) rispetto a luglio 2024 e di 46,1 miliardi (+2,3%) rispetto a dicembre 2022. Il quadro, basato su dati della Banca d’Italia, mette in luce come la prudenza resti la cifra dominante dei comportamenti finanziari di famiglie e imprese: più risorse a portata di mano e meno investimenti produttivi, nonostante l’economia stia lentamente recuperando i livelli pre-crisi.

La voce più rilevante resta quella dei conti correnti, che raccolgono 1.363,5 miliardi di euro, pari a circa i due terzi del totale. Rispetto a luglio 2024 si registra una flessione di 101,7 miliardi (-6,9%), che riflette un progressivo spostamento verso altre forme di risparmio; se si guarda però al 2022, il saldo resta positivo per oltre 57 miliardi (+4,4%). Segnale che, sul medio periodo, la preferenza per la liquidità immediata resta solida. 

Sul fronte opposto, i depositi con durata prestabilita mostrano un andamento altalenante: cresciuti nell’ultimo anno di 63,7 miliardi (+36%), raggiungendo quota 240,5 miliardi, restano comunque inferiori di 18,2 miliardi (-7%) rispetto ai valori di fine 2022. La ripresa registrata tra il 2024 e il 2025 sembra quindi più un rimbalzo che una tendenza strutturale.

Relativamente stabili i depositi rimborsabili con preavviso, che a luglio 2025 si attestano a 322,9 miliardi, con un lieve incremento di 4,6 miliardi (+1,5%) in un anno e pressoché invariati rispetto al 2022 (+1,5%). Si tratta di uno strumento che mantiene una nicchia stabile, senza particolari oscillazioni. In flessione, invece, i pronti contro termine, scesi a 95,7 miliardi: -6,1 miliardi rispetto al 2024 (-6%), pur restando superiori di 2,5 miliardi (+2,6%) rispetto al 2022. È la conferma di una progressiva perdita di appeal di questa forma tecnica, meno utilizzata dalle famiglie e dalle imprese negli ultimi anni. Da segnalare, infine, il balzo della voce “altri depositi”, che raccoglie strumenti residuali e meno tradizionali: a luglio 2025 raggiunge i 51,1 miliardi, in aumento di quasi 47,7 miliardi (+1.372%) rispetto all’anno precedente e di 2,1 miliardi (+4,3%)rispetto al 2022. Una crescita che, seppur legata a voci marginali, segnala una diversificazione dei comportamenti di risparmio.

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Sul piano della distribuzione tra i soggetti titolari della liquidità, la quota più ampia resta nelle mani delle famiglie, con 1.142,4 miliardi a luglio 2025: +29,9 miliardi (+2,7%) in un anno, ma -31,9 miliardi (-2,7%) rispetto al 2022. La ricchezza delle famiglie, pur restando preponderante, mostra quindi un leggero arretramento nel medio periodo. Le aziende segnano un recupero, passando da 409,1 miliardi del 2024 a 418,9 miliardi nel 2025 (+2,4%), anche se restano sotto i livelli del 2022 (-1,2%).

Positivo anche l’andamento delle imprese familiari, salite a 88 miliardi (+3% in un anno, +2,5% rispetto al 2022). Molto rilevante l’evoluzione delle onlus, che in tre anni hanno più che raddoppiato i propri fondi: da 34,4 miliardi del 2022 a 88 miliardi nel 2025 (+155%), segno di un rafforzamento del terzo settore. I fondi d’investimento restano stabili a 285,5 miliardi, con una variazione nulla sull’anno e negativa di 15 miliardi (-5%) rispetto al 2022. Crescono invece gli enti di previdenza, che arrivano a 26,8 miliardi (+8,7% in un anno, +17,2% in tre anni), i fondi pensione (8,7 miliardi, +13,5% annuo, +3,6% dal 2022) e le assicurazioni (15,4 miliardi, +1,8% annuo, +1,6% dal 2022).

«Per il futuro del Paese resta decisiva la fiducia, ingrediente invisibile ma fondamentale per rimettere in moto l’economia. Abbiamo bisogno di credere nelle potenzialità delle nostre imprese, di investire con coraggio e sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. I fondi europei vanno utilizzati con intelligenza e senza sprechi: è compito del governo vigilare affinché il malaffare resti lontano da questa partita cruciale. Alla vigilia della manovra 2026 chiediamo che le scelte sui conti pubblici siano orientate a una vera riduzione della pressione fiscale, soprattutto sul lavoro e sulle imprese. Occorre varare misure capaci di stimolare gli investimenti privati e trasformare l’enorme risparmio accumulato in nuova crescita e occupazione. Solo così i 2.000 miliardi di euro parcheggiati nei salvadanai di famiglie e aziende potranno diventare il motore dello sviluppo del Paese e non restare un capitale sterile fermo sui conti correnti» osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

Tabella – Dove si trova la liquidità di famiglie e imprese
Tabella - Le riserve degli italiani negli ultimi 3 anni
Tabella – Le riserve degli italiani negli ultimi 3 anni

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