Uve bianche di qualità ma prezzi minimi in calo: l’appello di Coldiretti Piacenza


Mentre entra nel vivo la raccolta delle uve rosse, giovedì 11 settembre si è fatto il punto sui prezzi delle uve bianche nel Piacentino e in particolare di ortrugo e malvasia che vedono un ribasso significativo delle quotazioni minime e la stabilità delle massime.

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L’ampia forbice di prezzi messa in luce dalla commissione dedicata della Camera di Commercio – spiega Dario Panelli responsabile vitivinicolo di Coldiretti Piacenza – è sicuramente legata al perdurare della crisi di mercato del vino e alle speculazioni che purtroppo persistono ai danni dei produttori.

Quella in corso – prosegue – è un’annata molto positiva sul fronte della qualità, le aspettative sulle quotazioni erano sicuramente più gratificanti. Da rimarcare anche che nel Piacentino la viticoltura è prevalentemente in collina e quindi questi prezzi, in particolare nelle quotazioni minime, non ripagano nemmeno i costi di produzione.

Gianluca Maserati delle aziende agricole “Casamiglio” e “La Pioppa” di Ziano che ha preso parte alla commissione esprime una forte preoccupazione per la crisi di mercato, ma anche per le problematiche internazionali che stanno investendo il settore, dai dazi alle demonizzazioni culturali che sempre più spesso accostano il vino a prodotti nocivi per la salute.

Il vino, consumato in modo responsabile – afferma – è parte integrante della Dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità. È un alimento simbolico, che unisce convivialità, paesaggio e benessere.

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Maserati sottolinea ancora l’altissima qualità delle uve in questa vendemmia: «E questi prezzi, nelle quotazioni minime, non consentono di fare reddito e in questo territorio siamo tanti piccoli produttori, rappresentiamo delle famiglie».

«Valorizzare la nostra uva – afferma il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli – è indispensabile per valorizzare i nostri vini e il nostro territorio. In questi giorni in cui proseguono le contrattazioni, rinnoviamo l’appello a cantine e trasformatori a ragionare in termini di investimento nell’acquisto delle nostre uve, perché solo attraverso una filiera unita si può davvero dare futuro ai nostri vigneti e garantire il ricambio generazionale alle nostre aziende».

«Riavvicinare le nuove generazioni al vino – rileva Gallizioli – significa educarle al gusto, alla responsabilità, alla conoscenza del territorio.

«Difendere il vino significa difendere milioni di imprese, famiglie e una cultura millenaria che ha fatto grande l’Italia nel mondo. A livello nazionale, lo scorso mese Coldiretti ha partecipato attivamente al Tavolo vino convocato dal Governo, sede in cui ha rimarcato alcune delle proposte fondamentali per il settore: rafforzare i fondi per l’internazionalizzazione attraverso la valorizzazione delle agenzie italiane all’estero; valutare l’opportunità di una moratoria sui finanziamenti per le imprese in difficoltà; prevedere sgravi fiscali per gli investimenti in sostenibilità; includere misure a sostegno dell’enoturismo e istituire un tavolo permanente presso il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste dedicato alla promozione e comunicazione».

 

 



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