Legge montagna, Berton: «Bene l’approvazione, ma ora azioni concrete»


Dopo anni di attesa, la nuova legge per le zone montane italiane è finalmente realtà. Con un investimento di 200 milioni di euro all’anno fino al 2027, servizi, imprese e giovani delle montagne hanno un’occasione d’oro per riscrivere il loro futuro. Ma attenzione: la sfida più grande ora è trasformare parole e promesse in fatti concreti, prima che questo importante strumento rimanga solo sulla carta.

Un riconoscimento storico, ma la montagna non può aspettare
«È una legge attesa da anni che può davvero segnare un punto di svolta per le terre alte – commenta Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti e delegata nazionale all’economia della montagna – Ma non basta approvarla, serve renderla operativa con strumenti chiari e risorse economiche vere, perché i territori di montagna non possono più aspettare». Famiglie, comunità, imprese hanno dimostrato una resilienza fuori dal comune, ma ora servono azioni concrete e rapide: «Fatta la legge, serve un ulteriore sforzo di concretezza e responsabilità», avverte Berton.

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Una strategia per la montagna che punta su innovazione e giovani
La nuova legge introduce una classificazione aggiornata dei comuni montani e una Strategia per la Montagna Italiana (SMI) che fissa le priorità. Si punta a rafforzare sanità, scuola, connettività e a incentivare l’imprenditoria giovanile, con bonus per under 41 che avviano nuove attività nei comuni montani. Tuttavia, manca una svolta sull’innovazione e la ricerca: «Senza una visione moderna e integrata dello sviluppo montano rischiamo di replicare vecchie logiche. Serve un futuro che attragga giovani, investa in tecnologia e capitale umano» sottolinea la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti.

Tra opportunità e incognite: l’attesa dei decreti attuativi
Il vero banco di prova sarà l’attuazione. Molte misure necessitano ancora dei decreti attuativi, che dovranno essere approvati entro novanta giorni per non lasciare la legge lettera morta: «Servono procedure snelle, canali diretti e trasparenza nell’allocazione delle risorse – ammonisce Berton, che invita le Istituzioni a fare presto e bene. Senza una governance multilivello definita e senza un coordinamento efficace, i comuni più piccoli e le microimprese rischiano di restare ai margini degli interventi.

La montagna come laboratorio di sviluppo sostenibile
L’obiettivo è trasformare questa legge in uno strumento di rigenerazione reale che integri innovazione, sostenibilità, turismo responsabile e valorizzazione delle filiere locali: «Le imprese sono pronte e chiedono solo di essere messe nelle condizioni di creare valore, occupazione e futuro – conclude Berton. – La montagna può e deve diventare un laboratorio di sviluppo sostenibile per tutto il Paese. Ora tocca alle Istituzioni completare il lavoro. Noi continueremo a dare il massimo supporto operativo».

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