Per una PA che genera futuro


A coloro che ci seguono abbiamo dato, nelle ultime settimane[1], indizi precisi su quello che sarà il tema e il cammino verso #FORUMPA2026. Il 2026 non è, infatti, un anno qualunque. È l’anno in cui il nostro paese si troverà di fronte a una doppia soglia storica: da un lato la chiusura del ciclo straordinario del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dall’altro l’irruzione, ormai irreversibile, dell’intelligenza artificiale generativa. Due eventi che, intrecciandosi, cambiano profondamente il modo di pensare il ruolo della pubblica amministrazione, il suo rapporto con i cittadini, la sua capacità di guidare lo sviluppo e generare futuro. Ecco perché abbiamo scelto proprio la parola “futuro” per il claim della Manifestazione, che si terrà dal 9 all’11 giugno 2026 a Roma, al Convention Center La Nuvola. Ma ripartiamo dalle premesse e vediamo in che contesto ci stiamo muovendo.

Il dopo-PNRR: continuità o dispersione?

Il PNRR ha rappresentato per l’Italia molto più di un piano di spesa: è stato un esercizio collettivo di progettazione, collaborazione e innovazione. Certo, non tutto è stato perfetto: i ritardi, le complessità procedurali, le disuguaglianze territoriali hanno lasciato segni evidenti. Ma sarebbe miope ridurre questa esperienza a un elenco di limiti. In questi anni abbiamo imparato che la pubblica amministrazione può:

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  • lavorare in team interistituzionali, superando logiche a silos;
  • usare la tecnologia come leva di trasformazione, non solo di efficienza;
  • costruire alleanze territoriali tra istituzioni, imprese, terzo settore e comunità;
  • misurare non solo la spesa, ma l’impatto sociale ed economico delle politiche.

Il vero rischio oggi è che questo patrimonio si disperda, che si torni al “si è sempre fatto così”. Il compito che ci attende nel dopo-PNRR è invece quello di rendere sistemiche queste conquiste, trasformandole in asset strategici per affrontare le grandi transizioni digitale, ecologica, sociale e demografica. In una parola: non archiviare il PNRR, ma farlo vivere nel quotidiano della governance.

L’avvento dell’intelligenza artificiale generativa

Mentre si chiude il ciclo del PNRR, si apre una nuova stagione segnata dall’irruzione dell’intelligenza artificiale generativa. In pochi mesi strumenti come ChatGPT hanno reso evidente a cittadini, imprese e istituzioni che il futuro non è più lontano: è già qui. Le potenzialità sono enormi: dalla personalizzazione dei servizi pubblici alla semplificazione dei processi, dal supporto alle decisioni alla riduzione dei tempi di lavoro burocratico. Ma altrettanto grandi sono le sfide: etiche, occupazionali, culturali.

L’IA non è una bacchetta magica. È un acceleratore di complessità: ci obbliga a ripensare i modelli organizzativi, i processi decisionali, le competenze richieste ai dipendenti pubblici. E, soprattutto, ci pone davanti a una domanda fondamentale: come garantire che questa tecnologia generi valore pubblico e non nuove disuguaglianze?

Come ha ricordato Luciano Floridi, uno dei filosofi più autorevoli sul tema: “L’intelligenza artificiale non sostituisce l’intelligenza umana, ma ne ridefinisce i contorni e le condizioni”. Per questo, la sfida non è adottare l’IA, ma governarla, con regole, visione e responsabilità.

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Anticipatory governance: la risposta necessaria

Il punto di incontro tra il dopo-PNRR e l’avvento dell’IA è la necessità di una nuova forma di governance: quella anticipatoria. Una governance che non si limita a reagire, ma che sa leggere i segnali deboli, immaginare scenari alternativi, prepararsi alle conseguenze di decisioni prese oggi sul domani.

  • Dopo il PNRR, significa non fermarsi alla rendicontazione, ma trasformare gli investimenti in valore pubblico duraturo.
  • Con l’IA, significa non inseguire l’innovazione, ma orientarla al servizio dei cittadini, in chiave di equità, trasparenza e fiducia.

La governance anticipatoria diventa così il filo rosso che unisce continuità e innovazione, presente e futuro, tecnologia e società.

FORUM PA 2026: un cantiere sul futuro

Per questo FORUM PA 2026 si presenta come un grande cantiere collettivo sul futuro della PA italiana. Non sarà solo un evento, ma un percorso che ci accompagnerà fino a giugno con ricerche, laboratori, interviste e momenti di confronto.

Al centro ci saranno le domande decisive:

  • Come evitare che le risorse e le competenze costruite con il PNRR si disperdano?
  • Come trasformare la tecnologia, e in particolare l’IA, in una leva di inclusione e non di esclusione? Di sviluppo e non di disuguaglianze?
  • Quali nuovi modelli di leadership, organizzazione e partecipazione servono alla PA italiana?
  • Come costruire fiducia pubblica in un tempo di sfide globali e locali?

Il 2026 ci chiama a una grande responsabilità: non aspettare il futuro, ma generarlo insieme.


[1] Vedi l’editoriale del 31 luglio “Governare l’innovazione: la sfida dell’anticipazione nella Pubblica Amministrazione” e l’editoriale del 4 settembre “Architetti del possibile: creare valore per creare futuro



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