Approvata la legge sulla montagna 2025: ecco tutte le novità



Il Senato ha approvato in via definitiva la legge che punta a rilanciare la montagna e le aree limitrofe per il 2025, un provvedimento pensato per contrastare l’abbandono dei territori più fragili e garantire servizi essenziali a chi vi risiede.


La norma prevede un impegno finanziario di 200 milioni di euro l’anno per il triennio 2025-2027, da destinare a sanità, istruzione, viabilità e iniziative di sostegno economico e sociale.

Le risorse saranno indirizzate a più fronti. Da un lato, si punta a rafforzare la presenza di medici, personale sanitario e docenti attraverso incentivi economici e normativi. Un’attenzione particolare è riservata anche agli asili, agli uffici giudiziari dei piccoli centri e alla diffusione della banda larga, indispensabile per colmare il divario digitale che ancora penalizza molte valli. Sul fronte delle infrastrutture, la legge prevede fondi per strade, ferrovie e opere di manutenzione, mentre sotto il profilo ambientale vengono stanziati aiuti per la cura dei boschi, dei pascoli e dei bacini idrici, oltre a misure di gestione della fauna selvatica.

Agricoltura e silvicoltura non restano escluse: il testo sostiene chi intende diversificare le attività e semplifica i processi di ricomposizione fondiaria, con l’obiettivo di rendere più competitivo un settore che in montagna soffre più che altrove. Centrale, però, resta il tema del lavoro. L’idea è di rendere le “terre alte” attrattive anche dal punto di vista occupazionale, creando nuove figure professionali legate all’economia montana, introducendo sgravi fiscali per le imprese giovanili e promuovendo modalità di lavoro agile che consentano di restare sul territorio senza rinunciare alle opportunità.

Per scoraggiare l’esodo demografico, sono previste anche agevolazioni per chi acquista o ristruttura la prima casa nei comuni montani e bonus a sostegno della natalità, nella speranza di invertire un trend che negli ultimi decenni ha visto interi paesi svuotarsi.

Accanto a queste misure condivise, però, la legge porta con sé anche un punto controverso. L’articolo 15, inserito tramite un emendamento a firma del senatore leghista Francesco Bruzzone, ha acceso un vivace dibattito. Il testo interviene sulle regole di caccia nei valichi alpini, aree particolarmente sensibili perché attraversate dalle rotte migratorie dell’avifauna. Finora la normativa vietava di sparare entro un raggio di mille metri da questi passaggi. Con la modifica approvata, invece, diventa possibile esercitare l’attività venatoria anche in queste zone.

Le associazioni ambientaliste hanno denunciato il rischio di un indebolimento delle tutele per gli uccelli migratori, parlando di un passo indietro rispetto alla legge 157 che da decenni regola la materia. Di segno opposto la reazione della Federazione Italiana della Caccia, che ha salutato l’emendamento come un chiarimento normativo capace di superare incertezze interpretative.

Il provvedimento, dunque, mette sul piatto strumenti ambiziosi per il rilancio della montagna, ma lascia dietro di sé una spaccatura evidente tra chi vede in queste norme una chance di rinascita e chi teme che alcune aperture possano compromettere la tutela ambientale conquistata negli anni.

Soddisdazione da parte della Consulta nazionale ANCI Piccoli Comuni

La Consulta nazionale ANCI Piccoli Comuni esprime soddisfazione per l’approvazione della nuova legge sulla montagna, un provvedimento atteso da molti anni e che finalmente riconosce il ruolo strategico delle aree interne e dei territori montani per lo sviluppo equilibrato del Paese.

Si tratta di una legge fondamentale” – dichiara il Coordinatore nazionale, Alessandro Santoni, Sindaco di San Benedetto Val di Sambro – “che colma un vuoto normativo e può offrire strumenti concreti per sostenere i piccoli Comuni montani, favorire la residenzialità, migliorare i servizi essenziali e creare nuove opportunità per i cittadini e le imprese che hanno scelto di vivere e investire in questi territori”.

Accanto alla soddisfazione, la Consulta ANCI Piccoli Comuni sottolinea l’importanza di dare subito seguito alle misure contenute nel provvedimento. “Fatto questo importante passo, ora è necessario – prosegue il Coordinatore – che le risorse previste vengano rese operative nel più breve tempo possibile. I nostri Comuni hanno bisogno immediato di queste risorse, perché le sfide della montagna non possono più attendere”.

“ANCI Piccoli Comuni ribadisce la piena disponibilità a collaborare con Governo e Parlamento per garantire una rapida ed efficace applicazione della legge, nell’interesse delle comunità montane e di tutto il Paese. A riguardo il primo passo è rappresentato dalla istituzione della Commissione che dovrà riclassificare i Comuni montani, di cui la Associazione farà parte e come sempre opererà a sostegno dei Comuni che rappresenta”, conclude Santoni.

Tra gli altri argomenti affrontati dalla Consulta nazionale si sono approfondite con i rispettivi referenti ANCI le tematiche relative al turismo sostenibile ed esperenziale e al divario digitale, entrambe di grande impatto sui piccoli Comuni anche per un concreto contrasto allo spopolamento in atto in gran parte delle aree interne del nostro Paese.

Il testo della legge sulla montagna 2025

Qui il documento completo.



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