Sì alla legge sulla montagna: aiuti anti spopolamento


Dopo circa un anno e mezzo il disegno di legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane è stato approvato mercoledì 10 settembre, definitivamente, e senza modifiche, dal Senato. Si conclude così l’iter della legge voluta dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli che ebbe il primo via libera il 15 febbraio 2024. Il testo si divide in 35 articoli e introduce misure per favorire lo sviluppo anche economico delle zone montane ed evitarne lo spopolamento.

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La legge (che arriva 30 anni dopo quella del 1994) prevede incentivi economici, per favorire il mondo della scuola, della sanità, per le imprese, ma anche per la residenzialità e la natalità. Una cornice dalla quale dovranno scaturire ora i decreti attuativi. Fondamentale sarà anche la definizione di «montanità» mentre i dubbi restano sulle risorse disponibili: 200 milioni di euro l’anno. «Insufficienti per un vero salto di qualità», secondo il vicepresidente dei senatori del Pd, Antonio Nicita. L’opposizione ha votato contro. Quello dei fondi resta probabilmente il nodo principale. «Abbiamo previsto iniziative per ridurre i divari economici e sociali e a garantire l’accesso ai servizi pubblici come istruzione e sanità – ha commentato il ministro Calderoli – senza dimenticare l’accesso a poste, banche, farmacie. E ribadisce: «A disposizione delle politiche per la montagna ci sono oltre 200 milioni, soldi mai visti e per la vera montagna, com’è giusto che sia. È finito il periodo in cui a ricevere i fondi per le zone montane erano aree che di montano non hanno nulla a che fare. Il territorio montano in Italia è il 35% e lì queste risorse devono essere destinate perché si tratta di realtà strategiche per tutto il Paese».

«Sono previsti incentivi per rendere più appetibile le professioni sanitarie e l’insegnamento, come il riconoscimento di punteggi aggiuntivi»

«La legge va bene – dice il presidente della Comunità montana Val Brembana, Valeriano Bianchi – ma 200 milioni di euro per tutta la montagna italiana mi sembrano un po’ pochi. Determinante sarà anche capire quali saranno i criteri per definire i paesi veramente montani». Positivo Giampiero Calegari, presidente della Comunità montana Val Seriana: «L’importante è che almeno questi 200 milioni di euro vengano spesi. Questa legge, con quanto previsto per le aree interne da Regione Lombardia, può essere un valido aiuto alla montagna».

«Ci mancano i servizi»

«Un primo passo importante – aggiunge Eli Pedretti, sindaco di Foppolo, il Comune più ad alta quota (1508 metri) della nostra provincia -. Speriamo che non restino solo dichiarazioni di intenti. La montagna manca di servizi. Domani (giovedì 11 settembre per chi legge, ndr) riavremo finalmente il bancomat a Foppolo, grazie alle Poste, dopo che ci era stato tolto dalla banca nell’agosto di un anno fa».

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«Sfide secolari»

«La legge sulla montagna – commenta Alberto Mazzoleni, vicepresidente regionale e membro della giunta Nazionale Uncem (Unione nazionale comuni ed enti montani) e Consigliere regionale della Lombardia, sono convinto che rappresenti una risposta strutturale alle sfide secolari delle nostre aree interne. Gli obiettivi sono molteplici: contrastare lo spopolamento attraverso la promozione della permanenza e dell’insediamento di attività produttive nelle aree montane, valorizzando il patrimonio umano e imprenditoriale locale, garantire servizi pubblici essenziali quali sanità, istruzione e uffici postali. A tale scopo sono previsti, ad esempio, incentivi per rendere più appetibile le professioni sanitarie e l’insegnamento, come il riconoscimento di punteggi aggiuntivi. La nuova legge consentirà di predisporre strumenti agevolativi e finanziari per sostenere investimenti e liquidità reali nelle aree interne, quali fondi garantiti da Cassa Depositi e Prestiti a tasso zero, così come agevolazioni fiscali per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa».

«Strategia nazionale per la montagna»

«Il testo – commenta Michela Schiavi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Montagna in Consiglio regionale – mette finalmente nero su bianco una visione complessiva: non più interventi sporadici, ma una strategia nazionale per la montagna che investe su sanità, scuola, servizi essenziali, digitalizzazione, lavoro, agricoltura e imprenditorialità».

«Sarà necessario l’impegno condiviso della politica per aumentare le risorse a disposizione già nella prossima legge di bilancio»

«Il provvedimento – continua Schiavi – introduce inoltre fondi per l’agricoltura di montagna, il sostegno alle piccole e medie imprese e il sostegno al lavoro smart working nei comuni al di sotto dei 5.000 abitanti con l’obiettivo di rendere la montagna attrattiva anche per chi ci vive, non solo per i turisti. Ma il lavoro non si ferma qui ed in primis sarà necessario l’impegno condiviso della politica per aumentare le risorse a disposizione già nella prossima legge di bilancio».

Torna la caccia sui valichi

«Si tratta di un impegno concreto che prevede un consistente stanziamento di risorse- commenta il consigliere regionale Pietro Macconi -.La legge contiene inoltre un passaggio fondamentale che pone fine alla diatriba giudiziaria sui valichi montani e alla proibizione della caccia in queste aree, riportando finalmente ordine e chiarezza normativa all’attività venatoria. Una risposta attesa con soddisfazione da chi vive e presidia la montagna, che non poteva vedersi precluso gran parte del territorio al proprio esercizio».



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