ZLS Venezia, Confindustria: «Dati fuorvianti, imprese investono»


TRIESTE – La Zona Logistica Semplificata Porto di Venezia-Rodigino è tornata al centro del dibattito dopo alcuni allarmi legati alla scarsa risposta delle imprese. Confindustria Veneto Est interviene per smentire la lettura che riduce la portata degli investimenti al solo numero di pratiche presentate allo Sportello Unico Digitale regionale.

A prendere posizione è stato Carlo Scabin, vicepresidente per il Territorio di Rovigo di Confindustria Veneto Est. «I più recenti dati e commenti sugli investimenti nelle aree della ZLS in Polesine, sono parziali e fuorvianti rispetto alla effettiva operatività dello strumento. Con il rischio di alterare la realtà dei fatti e di dare un messaggio sbagliato, agli operatori e ai potenziali investitori, oltre che alla pubblica opinione».

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Secondo Scabin, la mancata registrazione di progetti allo Sportello Unico Digitale non equivale a un’assenza di interesse da parte delle aziende. «Si è rilevato come, ad oggi, alcun progetto di investimento afferente ai 18 Comuni polesani nella ZLS sia pervenuto allo Sportello Unico Digitale in Regione. Ergo, nessuna azienda avrebbe richiesto il credito d’imposta per investimenti in Polesine. Non è esatto. È bene, infatti, chiarire al riguardo che allo sportello SUAP regionale arrivano solo le richieste per investimenti che necessitano di permessi a costruire e relative autorizzazioni uniche. Chi invece effettua investimenti relativi all’acquisizione di beni strumentali (macchinari, impianti) destinati a strutture produttive già esistenti nella ZLS o a nuove attività, non ha necessità di passare per il SUAP, ma ha provveduto, entro il termine del 23 giugno, a comunicare all’Agenzia delle Entrate l’entità degli investimenti che andrà a realizzare entro la finestra del prossimo 15 novembre. Solo dopo quella data dovrà procedere a confermare o modificare i valori definitivi dell’investimento effettuato. E successivamente, a inizio 2026, sarà l’Agenzia a comunicare con decreto le somme da portare a credito d’imposta, quindi il numero e l’entità degli investimenti nella ZLS. Ma già oggi sappiamo di importanti operazioni effettuate o in corso in Polesine».

Un chiarimento che, per Confindustria Veneto Est, serve a riportare equilibrio in un confronto pubblico che rischia di trasmettere segnali negativi. «Occorre dare stabilità e continuità alle azioni di supporto alla risposta delle imprese. Mettendo in campo il massimo sforzo affinché la ZLS possa esprimere appieno il proprio potenziale di sviluppo e investitori tornino a guardare al Polesine come a un luogo di opportunità. Assicurando al credito d’imposta una prospettiva almeno triennale, per dare certezze a chi investe, e anche migliorando condizioni strutturali, logistica e infrastrutture. È questa la precondizione per una svolta. Ed è la responsabilità che abbiamo come attori pubblici e privati, Regione, Comuni, imprese, sindacati, una responsabilità corale. Abbiamo ancora davanti più di quattro anni per promuovere fattivamente le nostre aree. Con una chiara visione e strategia territoriale. Uniamo gli sforzi per utilizzare al meglio questa straordinaria opportunità e perché la ZLS rappresenti un cambio di passo importante per lo sviluppo industriale e produttivo del Polesine».





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