Automotive, Magnacca porta la risoluzione dell’Abruzzo al tavolo europeo di Monaco


L’Abruzzo sarà protagonista al tavolo dell’Automotive Regions Alliance (ARA) che si riunirà a Monaco di Baviera per affrontare le sfide della transizione verde e digitale del settore automobilistico. A rappresentare la Regione sarà l’assessore alle Attività produttive, Tiziana Magnacca, che presenterà una risoluzione nata dal lavoro congiunto del Dipartimento Attività produttive e della Conferenza delle Regioni.

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“Neutralità tecnologica, con l’inclusione del full hybrid, e sostegno ai processi di ricerca e ristrutturazione degli impianti: sono le richieste che da tempo portiamo avanti e che oggi coincidono con le posizioni dei produttori e di Stellantis, come confermato dall’amministratore delegato Antonio Filosa e dal responsabile europeo Imparato”, ha dichiarato Magnacca alla vigilia dell’assemblea.

Secondo l’assessore, “solo con le scelte di oggi potremo garantire il domani alle aziende automobilistiche, dopo la decisione scellerata di puntare su un elettrico spinto. La rigidità delle norme europee e la mancanza di neutralità tecnologica stanno mettendo a rischio il futuro del comparto”.

La risoluzione che sarà portata al voto a Monaco chiede di consentire alle Regioni l’utilizzo dei fondi europei anche a favore delle grandi imprese, oltre che delle piccole e medie, “per rinsaldare la filiera che, volenti o nolenti, dipende dai grandi gruppi industriali”, spiega Magnacca. “Ci aspettiamo un consenso pieno che permetterebbe di sostenere gli adeguamenti degli impianti e l’innovazione, fondamentali per la competitività del settore in Europa”.

L’assessore ha ricordato anche l’impegno specifico sul fronte Stellantis. “A luglio a Pescara abbiamo ospitato un tavolo dedicato al gruppo, ribadendo la necessità che la produzione resti in Italia e in Abruzzo, in particolare per i veicoli commerciali leggeri, così da garantire continuità alle numerose aziende dell’indotto. È positivo che lo stesso ceo Filosa abbia aperto alla revisione delle norme europee, giudicate irrealistiche e dannose. La frenata sul 100% elettrico conferma che gli obiettivi fissati dall’Ue hanno finito per penalizzare il mercato e favorire la concorrenza cinese”.

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