domande e risposte sui sussidi statali


Si avvicina il ritorno degli incentivi per l’acquisto delle auto elettriche. In Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il provvedimento che sblocca le risorse per i bonus rivolti ai cittadini. Manca però ancora qualche passo prima che i sussidi statali diventino realtà.

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Il decreto che sblocca le risorse

Nelle scorse ore è stato pubblicato il “decreto 8 agosto 2025”, un provvedimento da 17 articoli che mette a disposizione 597 milioni di euro frutto della rimodulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Le risorse sono indirizzate a fasce ben precise di cittadini. Molto dipenderà dal proprio Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente che rappresenta una fotografia della condizione dei nuclei familiari.

I requisiti

Il decreto prevede fino a 11 mila euro a fondo perduto per l’acquisto di un’auto elettrica per i cittadini e fino a 20mila euro per le microimprese per l’acquisto di veicoli commerciali. Ma chi potrà accedere al sussidio? Il bonus da 11 mila euro è rivolto ai residenti all’interno di una Fua – cioè un’area urbana funzionale – con un Isee non superiore a 30 mila euro. L’incentivo è previsto per un solo beneficiario per ciascun nucleo familiare ed è vincolato alla demolizione di un’auto con motore termico fino a Euro 5. Il sussidio scende a 9mila euro per chi ha un Isee superiore a 30 mila ma non oltre i 40 mila.

Ma quali sono invece i requisiti che un’azienda deve rispettare? Innanzitutto la microimpresa deve avere la propria sede legale all’interno di una Fua. Poi deve poter contare sul riconoscimento del contributo per la rottamazione di un veicolo della medesima categoria (N1 o N2) con classe fino a Euro 5. Infine è necessaria l’intestazione al titolare dell’impresa del mezzo da demolire al momento della richiesta del sussidio. Per le microimprese l’importo copre fino al 30 per cento del costo di un veicolo con un limite massimo di 20 mila euro.

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L’attesa per la piattaforma

Gli incentivi potranno partire soltanto dopo l’avvio della piattaforma attraverso la quale si potrà accedere agli incentivi. La partenza, ha spiegato nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, è subordinata alla definizione dei percorsi di pendolarismo delle grandi aree, che è uno dei criteri ai quali l’agevolazione è legata. Gli incentivi infatti sono riservati a persone fisiche e microimprese con residenza o sede legale nelle aree urbane funzionali, città oltre i 50.000 abitanti e aree di pendolarismo.

L’Istat però sta rivedendo la definizione dei percorsi di pendolarismo delle grandi aree e il governo Meloni dovrà decidere a breve se procedere con le mappe attuali, che risalgono a una decina di anni fa, oppure se attendere le nuove elaborazioni dell’Istituto. L’obiettivo dell’esecutivo è quello di favorire il rinnovo del parco circolante con veicoli a zero emissioni, contribuendo alla riduzione dell’inquinamento urbano e al miglioramento della qualità dell’aria.

La norma “anti-furbi”

Per accedere al contributo sarà necessario rottamare un veicolo termico fino a Euro 5. Ma c’è un piccolo dettaglio: nel decreto è stata infilata una norma “anti-furbi”. Il provvedimento prevede infatti che chi accede agli incentivi deve risultare primo intestatario della vettura da rottamare da almeno sei mesi. Una limitazione che ha fatto storcere il naso a qualche associazione dei consumatori.



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