Da Napoli a New York: i medici italiani scendono in strada per esportare – attraverso visite e screening – la cultura della prevenzione sul territorio della Grande Mela.
L’appuntamento americano è in programma dal 22 al 26 settembre: si declinerà con una serie di iniziative organizzate per i ragazzi che frequentano la scuola italiana e numerose famiglie, presso la St. Patrick’s Old Cathedral a Manhattan. “Nei locali della chiesa allestiremo degli spazi ad hoc per controlli e visite gratuite, grazie alla collaborazione di medici italiani che vivono a New York”.
A raccontare a Fortune Italia questo nuovo e ambizioso progetto di “medicina di strada”, che ricorda l’opera dei maestri di strada che lavorano contro dispersione scolastica e portano l’istruzione sul territorio, è Annamaria Colao, docente all’Università degli Studi di Napoli Federico II e vicepresidente del nuovo Consiglio Superiore di Sanità. Una specialista che nella prevenzione crede fortemente.
Un po’ di storia
Quello di portare la medicina sulle strade è un progetto che nasce nel 2010. “Ebbi l’occasione di scendere in piazza Plebiscito a Napoli – ricorda Colao – per avvicinare la prevenzione del cancro della mammella alle donne con visite gratuite sul territorio. Così mi sono resa conto dell’importanza di coinvolgere attivamente la popolazione: forse non ci pensiamo, ma il 60% delle malattie croniche parte da problemi metabolici. La prevenzione è un’arma potente, ma se non insegniamo gli stili di vita corretti alle persone, presto il Sistema sanitario universalistico non reggerà più”.
Visite, screening e informazioni corrette in piazza
Cosa fare? “Con i miei collaboratori più stretti abbiamo iniziato a scendere in piazza: con l’Associazione Campus Salute siamo partiti dai capoluoghi di provincia della Campania per poi allargarci ad altre Regioni: Sicilia, Abruzzo, Veneto, portando i nostri ospedali ‘da strada’ un po’ ovunque. Siamo arrivati a fare anche 40mila tra esami e visite gratuite in un anno, dall’Ecg al Pap test”, continua la specialista.
Un lavoro in prima linea, che in questi anni ha contribuito a salvare vite umane. “Abbiamo incontrato persone che non sapevano di aver già avuto un infarto, pazienti con fibrillazione e a rischio di ictus, o con tumori non ancora diagnosticati”, continua Colao.
Con il tempo e l’impegno dei ‘camici bianchi’, il progetto è cresciuto. “Nel 2019 ho preso la cattedra Unesco sull’Educazione alla salute e ho lasciato la presidenza dell’Associazione (una Onlus che diventerà presto Ong, ndr), pur continuando a collaborare con l’obiettivo di diffondere la cultura della prevenzione”.
La strategia è semplice: attraverso visite e screening è possibile intercettare patologie in corso, ma anche illustrare concretamente le strategie di prevenzione “a tanti uomini e donne. Vogliamo coinvolgere giovani e anziani. I nostri sono progetti accreditati a livello Unesco che vogliamo esportare oltre il territorio nazionale”, dice la professoressa.
La prevenzione sbarca a New York
Così è nata la ‘tappa’ di New York. “La novità è che per la prima volta sbarcheremo in questa metropoli, andando a visitare la comunità italiana che vive in città. Finora – dice Colao – abbiamo coinvolto 10 medici che operano negli Usa: saranno impegnati in visite specialistiche ed esami che spaziano dalla diabetologia all’endocrinologia, passando per fertilità, dermatologia, area metabolica e cardiovascolare. Faremo una serie di valutazioni importanti per la salute dei cittadini, diffondendo informazioni corrette”, conclude Colao.
Non a caso l’appuntamento è stato organizzato in occasione dell’80esima Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, quando New York sarà al centro dell’attenzione mondiale. Chissà se alla St. Patrick’s Old Cathedral arriveranno anche politici e rappresentanti del nostro Paese, per toccare con mano questa iniziativa di buona sanità tricolore.
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