L’atto di indirizzo triennale con il quale il Governo, come previsto per legge, sostiene le attività di interesse generale svolte dal Terzo settore è stato pubblicato ma contiene una amara sorpresa, nonostante la soddisfazione espressa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Risorse insufficienti per il Terzo settore e ulteriormente ridotte rispetto ai tre anni trascorsi. La denuncia è di Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore. «Nelle scorse ore è stato pubblicato l’atto di indirizzo triennale con il quale il Governo, come previsto per legge, sostiene le attività di interesse generale svolte dal Terzo settore. Nonostante la soddisfazione espressa dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, constatiamo purtroppo non solo l’insufficienza delle risorse rispetto alle reali necessità del comparto, ma anche una loro riduzione di circa 34 milioni di euro rispetto al triennio precedente. Anche considerando uno stanziamento aggiuntivo già previsto per il 2025, la differenza con il passato risulta essere di ben 24 milioni in meno».
Adeguare le risorse
«Siamo quindi tutt’altro che sereni per il futuro, anche e soprattutto considerando la difficile fase economica che il Paese sta vivendo e che ricade, naturalmente, sulle attività del Terzo settore. Se il ruolo di quest’ultimo è sempre più riconosciuto come essenziale nell’attuale contesto socioeconomico, allora il suo contributo per il miglioramento del sistema di welfare, dal campo socioassistenziale a quello dell’inclusione ed emancipazione dei più fragili, andrebbe senza dubbio difeso e sostenuto di più. L’augurio è che si provveda a un adeguamento delle risorse, quantomeno per non segnare preoccupanti passi indietro» conclude Pallucchi.
La delega fiscale
Lo scorso giugno, Pallucchi aveva già lanciato un appello sulle tasse, in particolare Iva e Irap, per le migliaia di realtà non profit operanti in Italia: «La delega fiscale – aveva detto rivolgendosi al Governo – è occasione cruciale per consentire agli Enti di non essere penalizzati». E bisogna fare in fretta o a rimetterci saranno i cittadini»: in termini di costi e diminuzione dei servizi. Tra i tanti temi sollevati quello dell’Irap «che da tempo segnaliamo come un’insopportabile discriminazione per le associazioni e il volontariato anche perché, è bene ricordare, il Terzo settore paga tale imposta in misura addirittura maggiore rispetto alle imprese profit. Ci auguriamo che i prossimi passi del Governo siano decisivi per la risoluzione di queste problematiche»
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